di Sonia Gammone
Nella splendida cornice del Palazzo Doria
Pamphilj a Roma, è stata inaugurata lo scorso 16 maggio la mostra Vanitas. Lotto, Caravaggio, Guercino nella
Collezione Doria Pamphilj. Il tema conduttore della mostra è appunto la Vanitas alla quale sono dedicate le
quattro sezioni dell’esposizione. Le splendide opere di Caravaggio, Lorenzo
Lotto, Jusepe de Ribera, Mattia Preti, Domenico Fetti e Guercino, riflettono
sulla tela l’idea che la vanitas ha sempre ragione di qualsiasi vanità. Una
riflessione, questa, molto moderna, che diversi membri del casato Doria
Pamphilj fecero propria, e a dimostrazione di essa troviamo anche una
moltitudine di oggetti d’arte legati al tema, come gli orologi settecenteschi
coronati dall'immagine del Tempo armato di falce. Sono quattro le sezioni
tematiche nelle quali si snoda il percorso espositivo: troviamo la natura
morta, la pittura sacra, la ritrattistica e, in ultimo, una sezione dedicata al
cardinale Benedetto Pamphilj, collezionista, mecenate di artisti e musicisti e
poeta, autore del celebre oratorio Il Trionfo del Tempo e del Disinganno
musicato da Georg Friedrich Händel nel 1707.
La natura morta, genere diffusosi
prima in ambito olandese e fiammingo e solo in un secondo tempo in Italia, si
collega alla Vanitas tramite il suo valore metaforico trasferendo tutti quei
contenuti di meraviglia e curiosità alla sfera più strettamente morale e
religiosa. Nella sezione della pittura sacra troviamo le figure di San Girolamo
e della Maddalena; opere magnifiche che indicano la vanità delle cose terrene.
Ed è proprio a San Girolamo che si deve storicamente la traduzione in latino
della Bibbia dai testi originali in ebraico e in greco. Questa traduzione, la Vulgata, divenne il testo ufficiale
della Chiesa e da essa deriva la celebre formula con cui ha inizio
l’Ecclesiaste: “Vanitas vanitatum, omnia vanitas” (Vanità delle vanità, tutto è
vanità). Seguono la sezione dedicata alla ritrattistica e quella dedicata al
cardinale Benedetto Pamphilj. La mostra si conclude con un salto nella
contemporaneità: i ritratti di cinque discendenti della famiglia che grazie a
moderne tecniche di scansione dal vivo sono state tradotte in sculture con
un’anima in legno ricoperta da maschere di piombo che nel tempo evidenzieranno
la caducità della vita e la vanità del tutto.
Nessun commento :
Posta un commento