Nato nel 1953 a Tresigallo (FE), dove vive e lavora ancora oggi, Giuliano Trombini inizia la sua carriera artistica principalmente come cartellonista e grafico pubblicitario. Ma la sua passione per la pittura prende presto il sopravvento, tanto da diventare la sua attività esclusiva a partire dalla metà degli anni ’70. Dopo varie ricerche tra il surrealismo e il simbolismo, a metà degli anni ‘80 dà inizio al ciclo "Il Carnevale di Venezia", per proseguire negli anni ‘90 con il ciclo "Omaggio a Modigliani" e con le "Figure dell'attesa”, appartenenti al periodo più recente.
La sua attività artistica ha sempre trovato una favorevole accoglienza tanto in Italia quanto all’estero. Numerosi gli inviti ricevuti per importanti esposizioni collettive nazionali ed internazionali, ma svariate sono anche le sue mostre personali nelle principali gallerie italiane. Le sue opere sono state scelte per illustrare libri e romanzi e si trovano in collezioni pubbliche e private.
Negli ultimi anni molta fama gli è derivata dalle “Figure dell'attesa”, protagoniste principali dei suoi dipinti. Si tratta quasi sempre di figure femminili, che l’artista coglie negli interni dei bar o lungo le vie di città e periferie, in una varietà di situazioni unificate da un’atmosfera malinconica, che incombe su scene di apparente quotidiana normalità. Queste creature esprimono nelle pose e negli atteggiamenti uno stato di perenne insoddisfazione, di profonda amarezza. Sembrano interrogarsi sul disagio della loro condizione esistenziale, mentre il senso dell'isolamento incombe su di loro.
Oltre a malinconia e solitudine, derivate forse da una mancanza di amore, nelle opere di Trombini lo spettatore percepisce anche attesa e sospensione, come se i personaggi fossero stati catturati il momento prima della risoluzione, di quell’evento che cambierà la scena e forse anche lo stato d’animo delle figure rappresentate.
La sua attività artistica ha sempre trovato una favorevole accoglienza tanto in Italia quanto all’estero. Numerosi gli inviti ricevuti per importanti esposizioni collettive nazionali ed internazionali, ma svariate sono anche le sue mostre personali nelle principali gallerie italiane. Le sue opere sono state scelte per illustrare libri e romanzi e si trovano in collezioni pubbliche e private.
Negli ultimi anni molta fama gli è derivata dalle “Figure dell'attesa”, protagoniste principali dei suoi dipinti. Si tratta quasi sempre di figure femminili, che l’artista coglie negli interni dei bar o lungo le vie di città e periferie, in una varietà di situazioni unificate da un’atmosfera malinconica, che incombe su scene di apparente quotidiana normalità. Queste creature esprimono nelle pose e negli atteggiamenti uno stato di perenne insoddisfazione, di profonda amarezza. Sembrano interrogarsi sul disagio della loro condizione esistenziale, mentre il senso dell'isolamento incombe su di loro.
Oltre a malinconia e solitudine, derivate forse da una mancanza di amore, nelle opere di Trombini lo spettatore percepisce anche attesa e sospensione, come se i personaggi fossero stati catturati il momento prima della risoluzione, di quell’evento che cambierà la scena e forse anche lo stato d’animo delle figure rappresentate.
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