giovedì 20 ottobre 2011

Storia della Mole Antonelliana

di Francesco Mastrorizzi

Simbolo della città di Torino, nasce come sinagoga nel 1860, quando la comunità ebraica decide di acquisire un’area nella contrada del Cannon d’Oro, per costruire un monumento celebrativo della libertà di culto alle religioni non cattoliche concessa dal re Carlo Alberto. Per il progetto viene interpellato l’architetto Alessandro Antonelli, già professore di architettura presso l’Accademia Albertina tra il 1836 e il 1857.
Il progetto iniziale prevede un edificio, con annessa una scuola, alto 47 m. Nel 1863 iniziano i lavori, durante i quali l’estroso architetto propone una serie di modifiche e varianti: il pronao a colonne all’ingresso, un piano aggiuntivo, modifiche alla cupola, aggiunta della guglia e delle colonne esterne ai vari piani. Aumentano così i tempi e i costi di realizzazione, tanto che nel 1869 la comunità ebraica, per mancanza di fondi, pone termine ai lavori con un tetto provvisorio.
Deciso a terminare la sua esaltante opera, nel 1873 l’Antonelli convince il Comune di Torino a rilevare il cantiere, per dedicare l’edificio a re Vittorio Emanuele II, e successivamente ad approvare – nel 1880 – le variazioni che porteranno l’edificio prima a quota 146 m., poi a 163,35 m. e quindi ai definitivi 167,5 m., con l’aggiunta in cima alla guglia della statua del “genio alato”, alta più di 4 m. e pesante 300 kg.
La Mole viene inaugurata, come sede del Museo del Risorgimento, nel 1889, un anno dopo la morte del suo progettista. A portare a termine i lavori, che proseguono per diversi anni, è il figlio dell’Antonelli, Costanzo, coadiuvato fino al 1900 dall'allievo del padre Crescentino Caselli, mentre tra il 1905 e il 1908 l'architetto Annibale Rigotti realizza le decorazioni interne.
Al momento dell’inaugurazione la Mole può fregiarsi del titolo di edificio in muratura più alto d'Europa. Tuttavia nel 1930 il primato viene perso a causa dei lavori di rinforzo strutturale con cemento armato. Il 23 maggio 1953 un violento nubifragio, accompagnato da una tromba d'aria, fa precipitare 47 m. di guglia, che nel 1961 viene ricostruita con rinforzo interno in acciaio, in tempo per le celebrazioni dell'Unità d'Italia. Già nel 1904 un fulmine aveva abbattuto la statua del “genio alato”, poi sostituita da una stella a cinque punte di diametro superiore ai 4 m. La statua del genio è attualmente collocata all'interno della Mole e viene regolarmente scambiata per quella di un angelo.
Dopo il trasferimento nel 1938 del Museo del Risorgimento a Palazzo Carignano, tra gli anni ‘60 e ‘90 la Mole viene usata prevalentemente come “balcone sulla città”, oltre che come sede per mostre estemporanee. Nel 1996 inizia il suo recupero funzionale e dal 2000 diventa sede permanente del Museo Nazionale del Cinema.

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