lunedì 7 novembre 2011

Donne tra baci rubati e amorose passioni

di Sonia Gammone

Nella suggestiva cornice offerta dal maniero di Castel del Monte, riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità nel 1996, si è svolta da luglio a novembre la mostra Baci rubati e amorose passioni nell’arte e nella letteratura fra Settecento e Ottocento. Motivi ispiratori della mostra sono l’amore e la passione, temi che a partire da Sei-Settecento hanno aperto ampie riflessioni in tutta Europa ed hanno portato alle rappresentazioni più varie attraverso la musica, l’arte figurativa, i drammi teatrali. Trenta opere provenienti da collezioni pubbliche e private di tutta Italia attraverso le quali il sentimento si mostra allo spettatore nei suoi molteplici aspetti. Sono sette i dipinti realizzati da artisti meridionali come Corrado Giaquinto, Paolo De Matteis, Francesco Saverio Altamura, con le rappresentazioni di coppie del mito come Rinaldo e Armida, Erminia e Tancredi, Enea e Didone. Figure rappresentative di una cultura che vede l’amore come un grande mistero che si può vivere solo attraverso la magia.
Troviamo poi opere di autori come Francesco Hayez, Giovanni Carnovali detto il Piccio, Gaetano Previati e altri, con i quali si passa a quella visione dell’amore-passione che nell’Ottocento vede protagoniste donne come Isotta, Francesca da Rimini, Giulietta, Piccarda Donati, Lucrezia Borgia, la Gertrude manzoniana e ancora Pia de’ Tolomei, Desdemona, Anna Bolena; tutte eroine di quelle passioni che le convenzioni sociali non ammettono, trasformandole in vittime dei loro stessi sentimenti. Così nell’opera di Pacifico Buzio Imelda de’ Lambertazzi presso il cadavere dell’amato troviamo la drammatica vicenda dello sfortunato amore tra Imelda, della famiglia ghibellina dei Lambertazzi, e Bonifazio, dell’avversa fazione guelfa dei Geremei. Nell’intensa interpretazione dell’artista, Bonifazio è a terra colpito a morte e la giovane donna viene raffigurata mentre scosta la camicia dell’amato in procinto di attuare il suo tragico gesto d’amore e di morte: suggere il veleno dalle ferite di lui per darsi la fine. Altro tema portante della mostra è il bacio.
Forse il più noto fra i baci della letteratura italiana è quello tra Paolo e Francesca che da Dante arriva fino al Novecento. Prototipo del bacio scambiato dagli sventurati amanti protagonisti loro malgrado di amori osteggiati e negati sul nascere. La vicenda dei due cognati si fa protagonista dell’iconografia del tempo. Molti artisti si sono misurati nella raffigurazione di questo bacio. Giuseppe Poli nel suo Paolo e Francesca rappresenta la scena di un casto bacio sulla guancia che Paolo da a Francesca. Lei ha tra le mani il libro galeotto. Ma alle loro spalle qualcuno li osserva e la tragica fine si fa contemporanea al gesto d’amore. Sensuale e passionale, invece, il bacio opera di Gaetano Previati Romeo e Giulietta. Dell’opera non è nota l’ubicazione ma in mostra c’è una magnifica tempera su cartoncino che ci mostra i due giovani mentre si baciano ardentemente. Si tratta di una suggestiva rivisitazione in chiave preraffaellita. Giulietta è in piedi china sulle labbra di Romeo inginocchiato davanti a lei; le mani di entrambi sono intrecciate e si stringono contro i cuori. Le due bocche sono unite in un bacio appassionato. I due corpi sono una cosa sola che emerge a fatica dall’ombra. Un gesto improvviso il loro, che però porta in sé il senso dell’infinito. Dalla penna degli scrittori alla trasposizione su tela il passo è breve. Splendidi ritratti di donne che vivono la proprio passione con intensità e trasporto, e attraverso quei baci rubati impressi sulla tela si spingono fino alle estreme conseguenze dei loro amori.

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