di Sonia Gammone
Nella suggestiva cornice offerta dal maniero di Castel del Monte, riconosciuto
dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità nel 1996, si è svolta da luglio a
novembre la mostra Baci rubati e amorose passioni
nell’arte e nella letteratura fra Settecento e Ottocento. Motivi ispiratori
della mostra sono l’amore e la passione, temi che a partire da Sei-Settecento
hanno aperto ampie riflessioni in tutta Europa ed hanno portato alle
rappresentazioni più varie attraverso la musica, l’arte figurativa, i drammi
teatrali. Trenta opere provenienti da collezioni pubbliche e private di tutta
Italia attraverso le quali il sentimento si mostra allo spettatore nei suoi
molteplici aspetti. Sono sette i dipinti realizzati da artisti meridionali come
Corrado Giaquinto, Paolo De Matteis, Francesco Saverio Altamura, con le
rappresentazioni di coppie del mito come Rinaldo e Armida, Erminia e Tancredi,
Enea e Didone. Figure rappresentative di una cultura che vede l’amore come un
grande mistero che si può vivere solo attraverso la magia.
Troviamo poi opere di autori come Francesco Hayez, Giovanni Carnovali detto il Piccio, Gaetano
Previati e altri, con i quali si passa a quella visione dell’amore-passione che
nell’Ottocento vede protagoniste donne come Isotta, Francesca da Rimini, Giulietta,
Piccarda Donati, Lucrezia Borgia, la Gertrude manzoniana e ancora Pia de’
Tolomei, Desdemona, Anna Bolena; tutte eroine di quelle passioni che le
convenzioni sociali non ammettono, trasformandole in vittime dei loro stessi sentimenti.
Così nell’opera di Pacifico Buzio Imelda
de’ Lambertazzi presso il cadavere dell’amato troviamo la drammatica
vicenda dello sfortunato amore tra Imelda, della famiglia ghibellina dei
Lambertazzi, e Bonifazio, dell’avversa fazione guelfa dei Geremei. Nell’intensa
interpretazione dell’artista, Bonifazio è a terra colpito a morte e la giovane
donna viene raffigurata mentre scosta la camicia dell’amato in procinto di
attuare il suo tragico gesto d’amore e di morte: suggere il veleno dalle ferite
di lui per darsi la fine. Altro tema portante della mostra è il bacio.
Forse il
più noto fra i baci della letteratura italiana è quello tra Paolo e Francesca
che da Dante arriva fino al Novecento. Prototipo del bacio scambiato dagli
sventurati amanti protagonisti loro malgrado di amori osteggiati e negati sul
nascere. La vicenda dei due cognati si fa protagonista dell’iconografia del
tempo. Molti artisti si sono misurati nella
raffigurazione di questo bacio. Giuseppe Poli nel suo Paolo e Francesca rappresenta la scena di un casto bacio sulla
guancia che Paolo da a Francesca. Lei ha tra le mani il libro galeotto. Ma alle loro spalle qualcuno li osserva e la
tragica fine si fa contemporanea al gesto d’amore. Sensuale e passionale, invece,
il bacio opera di Gaetano Previati Romeo
e Giulietta. Dell’opera non è nota l’ubicazione ma in mostra c’è una
magnifica tempera su cartoncino che ci mostra i due giovani mentre si baciano
ardentemente. Si tratta di una suggestiva rivisitazione in chiave
preraffaellita. Giulietta è in piedi china sulle labbra di Romeo inginocchiato
davanti a lei; le mani di entrambi sono intrecciate e si stringono contro i
cuori. Le due bocche sono unite in un bacio appassionato. I due corpi sono una
cosa sola che emerge a fatica dall’ombra. Un gesto improvviso il loro, che però
porta in sé il senso dell’infinito. Dalla penna degli scrittori alla
trasposizione su tela il passo è breve. Splendidi ritratti di donne che vivono
la proprio passione con intensità e trasporto, e attraverso quei baci rubati
impressi sulla tela si spingono fino alle estreme conseguenze dei loro amori.
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