La Basilica di Santa Croce è considerata il simbolo del barocco leccese, per il fastoso impianto ornamentale della sua facciata e per i complessi simbolismi dello stesso, che la rendono un unicum rispetto a tutti gli altri monumenti coevi presenti a Lecce. Questa unicità è per altro rafforzata dall’effetto scenografico creato dalla chiesa con il palazzo che la affianca, l’ex convento dei Celestini, dotato di armoniose decorazioni sulle finestre e sul portale d’ingresso.
Il prospetto della facciata è ben definito e leggibile. Il primo ordine, diviso in cinque settori da sei colonne a fusto liscio, con ricchi capitelli che sorreggono la trabeazione, è caratterizzato da un sontuoso portale d’ingresso, delimitato da due coppie di colonne corinzie. Ai lati due portali di dimensioni più modeste, sopra i quali insistono una nicchia, uno stemma e una finestra circolare.
Primo e secondo ordine sono separati da una lunga balaustra sorretta da telamoni zoomorfi e antropomorfi, raffiguranti animali fantastici e allegorici o figure grottesche. Tredici putti, graziosi ed eleganti, corrono lungo tutta la balaustra.
Il secondo ordine è diviso in tre settori e dominato dal grande rosone centrale di ispirazione romanica. Profilato da foglie di alloro e bacche, presenta tre ordini a bassorilievo con testine di angeli alati, fiori di loto e frutta. In alto, a destra e a sinistra del rosone, la data di ultimazione dei lavori: 1646. Gli stessi erano iniziati quasi un secolo prima, nel 1549. Ai lati del quadro centrale, evidenziati da due colonne corinzie, due nicchie con le statue di San Benedetto (a destra) e Papa Celestino V (a sinistra), fondatore dell’Ordine a cui appartenevano la chiesa e il convento. Alle estremità si ergono due grandi statue femminili, simboleggianti la Fede e la Fortezza. Il timpano, col trionfo della croce al centro, chiude superiormente la facciata.
Il prospetto della facciata è ben definito e leggibile. Il primo ordine, diviso in cinque settori da sei colonne a fusto liscio, con ricchi capitelli che sorreggono la trabeazione, è caratterizzato da un sontuoso portale d’ingresso, delimitato da due coppie di colonne corinzie. Ai lati due portali di dimensioni più modeste, sopra i quali insistono una nicchia, uno stemma e una finestra circolare.
Primo e secondo ordine sono separati da una lunga balaustra sorretta da telamoni zoomorfi e antropomorfi, raffiguranti animali fantastici e allegorici o figure grottesche. Tredici putti, graziosi ed eleganti, corrono lungo tutta la balaustra.
Il secondo ordine è diviso in tre settori e dominato dal grande rosone centrale di ispirazione romanica. Profilato da foglie di alloro e bacche, presenta tre ordini a bassorilievo con testine di angeli alati, fiori di loto e frutta. In alto, a destra e a sinistra del rosone, la data di ultimazione dei lavori: 1646. Gli stessi erano iniziati quasi un secolo prima, nel 1549. Ai lati del quadro centrale, evidenziati da due colonne corinzie, due nicchie con le statue di San Benedetto (a destra) e Papa Celestino V (a sinistra), fondatore dell’Ordine a cui appartenevano la chiesa e il convento. Alle estremità si ergono due grandi statue femminili, simboleggianti la Fede e la Fortezza. Il timpano, col trionfo della croce al centro, chiude superiormente la facciata.
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