giovedì 19 settembre 2013

Costantino e l'editto che cambiò la storia

di Federica Amalfitano

Tolleranza, rispetto e libertà religiosa, temi sempre attuali, vengono riproposti nuovamente in chiave storico-artistica a Roma, in una mostra chiusa domenica scorsa nel suo luogo più celebre, il Colosseo.
La mostra Costantino 313 d.c. è nata per festeggiare l’anniversario di uno dei provvedimenti legislativi più importanti della storia dell’umanità: l’Editto di Milano. I due Augusti, Costantino d’Occidente e Licinio d’Oriente, firmano nel febbraio del 313 d.c. il manifesto con il quale viene concessa libertà di culto a tutte le religioni in tutto l’impero, sancendo così la fine delle persecuzioni cristiane. La ricorrenza è stata quindi occasione per riunire e godere della bellezza di reperti legati alla figura dell’imperatore, alla sua politica e alla vita ai tempi del suo impero.
Ad aprire il percorso la sezione scultorea, con i ritratti dei personaggi più celebri, da Massenzio a Costanza, da Elena, madre di Costantino, all’imperatore stesso. Volti dai profili marcati, definiti, di un realismo che è tipico dell’arte romana.
Realismo e fini propagandistici si ritrovano numerosi anche nella sezione numismatica; un cospicuo numero di monete coniate dalla zecca di Roma, Ostia ed Aquilea hanno permesso ai posteri di conoscere i volti degli uomini più potenti.
Resti di ghepardi, leopardi ed altri animali, ritrovati nei sotterranei dell’anfiteatro, sono invece segni tangibili degli spettacoli del tempo, accompagnati da numerosi utensili e graffiti ritrovati sugli spalti e in prossimità dell’arena.
Lungo la passeggiata attraverso il colonnato anche i simboli della ricchezza e del fasto dell’impero: gioielli, monili ed altri arredi tombali, che accompagnavano le donne del patriziato romano nel passaggio nell’aldilà, ma anche scettri, scudi ed elmi impreziositi di gemme, testimonianza degli influssi dell’oreficeria bizantina.
Di grande rilievo la presenza ripetuta sugli arredi del “Chi Rho”, iscrizione di origine orientale che con Costantino il Grande diventa simbolo della cristianità, ovvero abbreviazione del nome di Gesù.
Un viaggio nella Roma imperiale, fra reperti, sculture e plastici, concluso con la splendida vista dell’Arco di Trionfo, ad aprire e chiudere metaforicamente la mostra, ricordando la celeberrima battaglia che vide la vittoria di Costantino su Massenzio e l’inizio del suo impero.

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