giovedì 10 ottobre 2013

Rosario Mazzella. Dante, tra realtà e simbolo

di Eleonora D'Auria

Rosario Mazzella, Dante e Virgilio,
tecnica mista su tela, cm. 70x50
A pochi mesi dalla retrospettiva sull’emblematica figura del principe Raimondo di Sangro presso la Pinacoteca Provinciale di Salerno, il maestro Rosario Mazzella torna a sorprendere il pubblico napoletano con una mostra dal titolo Dante, tra realtà e simbolo. Le opere, in esposizione dal 18 di ottobre 2013 presso la galleria Studio 49, traggono spunto dai celebri passi della Divina Commedia. Le 14 tele in mostra sono realizzate con una particolare tecnica capace di coniugare atteggiamento riflessivo, base di ogni lavoro creativo, e immediatezza esecutiva, cifra distintiva dal maestro.
Rosario Mazzella, Caronte,
tecnica mista su tela, cm. 70x50
Le opere esposte puntano ad individuare, come un racconto figurato, le tappe emblematiche del celebre viaggio tra gli inferi, caricandosi al contempo di un forte valore allegorico e simbolico. «Il desiderio di creare delle opere che traessero origine da tale soggetto mi è stato fornito da una riflessione condotta da vario tempo sulla situazione attuale della società, emblema reale della visionarietà ultraterrena dantesca», spiega il maestro. L’analisi delle opere spinge ad indagare la matrice di un pensiero che vede Rosario Mazzella impegnato nella realizzazione di un compito di non facile esecuzione. L’atteggiamento reverenziale, che un esempio letterario di tale portata induce, non ha infatti intaccato in alcun modo la libertà creativa del maestro. Le opere, cariche di pathos, denunciano la vitalistica potenza di un dettato pittorico che trae origine dalla lacerante disperazione dell’uomo e dalla sua redenzione finale. La tecnica esecutiva permette di comprendere come ogni singola tela si carichi di uno spessore materico, segno tangibile di una rielaborazione personale del tema trattato. Dense concrezioni evidenziano la volontà di Mazzella di non limitare il piano dell’opera ad una visione frontale o bidimensionale.
Rosario Mazzella, Conte Ugolino,
tecnica mista su tela, cm. 70x50
La sfida che Mazzella ha affrontato è stata quella di rinnovare, senza per questo snaturarla, la potenza simbolica della Commedia. Il risultato è sotto gli occhi dei visitatori. Un risultato che sorprende ancora una volta per l’analisi sottile del tema trattato e la dedizione ad una tecnica informale assimilata e riadattata plasticamente allo scopo. Il testo critico redatto da Ernesto Paolozzi permette di orientarsi con delicata e perspicace maestria tra le opere del maestro e ancora di più fornisce la chiave per accedere all’interno del suo laboratorio interiore. Oltre ogni spiegazione, le parole del maestro offrono la migliore strada per comprendere il significato profondo della mostra:
L’immanenza del male domina,
il mondo distrugge l’afflato del bene.
L’uomo violento e ingiusto
condannato a pene eterne
sprofondato tra solchi terrosi.
Spenta ogni luce
sepolto tra fiamme e dolore.
Corpo lacerato e piegato
implori perdono.
La terra ignora
annulla ogni benedizione.
Lontani i gironi sfumano
abbagliati dal celeste cielo.
Avvilito protende le braccia
l’eco non risuona nel buio.


(R. Mazzella, Inferno)

Rosario Mazzella, Farinata degli Uberti,
tecnica mista su tela, cm. 120x130

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