lunedì 8 dicembre 2014

L’alba del giorno più bello

di Rosanna D’Erario

Palazzo Marino per Natale anche quest’anno regala l’arte. Fino all’11 gennaio 2015 sarà possibile ammirare gratuitamente presso la Sala Alessi la Madonna Esterházy di Raffaello. 
Per accogliere la splendida opera rinascimentale proveniente dal Museo delle Belle Arti di Budapest, i curatori hanno pensato di creare un percorso con due opere milanesi simili, per soggetto ed epoca, e affini nella radice dell’origine stilistica, ovvero il riferimento a Leonardo da Vinci. 
La mostra si apre, infatti, con la Madonna col Bambino, San Giovannino e un angelo (detta la Vergine delle rocce del Borghetto), attribuita a Francesco Melzi, l’allievo prediletto di Leonardo. Questa è la miglior copia della Vergine delle Rocce del Louvre ed è evidente la lezione leonardesca. 
La seconda opera è la Madonna della Rosa di Boltraffio, proveniente dal Museo Poldi Pezzoli. 
Confrontando le tre opere, è evidente come la ricezione dei modelli leonardeschi avviene in un modo completamente diverso. Raffaello parte dall’impostazione di Leonardo, illumina la scena e la allarga allontanando le figure.
La Madonna Esterházy, con la Vergine, il figlio e San Giovannino, è impostata sullo stesso schema triangolare della Vergine delle Rocce di Leonardo ed ha sullo sfondo i fori imperiali romani: un’immersione di Raffaello nella classicità. La composizione si ispira in modo esplicito a Michelangelo e Leonardo, entrambi conosciuti dal 1500 al 1508 a Firenze, ma si ingentilisce con una soave grazia, tratto tipico che l’artista conferisce ai suoi personaggi.
L’opera è incompiuta (chissà, forse il pittore l’aveva impacchettata per portarla con sé a Roma). Essa testimonia una fase straordinaria della vita del pittore urbinate e della storia dell’arte italiana: Raffaello ha 25 anni e sta per trasferirsi da Firenze a Roma chiamato da papa Giulio II, sta per entrare nel cantiere del Vaticano accanto a Bramante e Michelangelo, dove realizzerà il suo capolavoro assoluto, La scuola di Atene.
La Madonna Esterházy segna esattamente questo momento. Raffaello passa dalla fase giovanile a quella matura, per diventare uno dei protagonisti dell’arte rinascimentale. È «l’alba del giorno più bello della pittura italiana», ha commentato il curatore Stefano Zuffi. E questo giorno inizia proprio con la Madonna Esterházy.


Immagini:
Raffaello, Madonna col Bambino e San Giovannino (Madonna Esterházy), circa 1508, tempera e olio su tavola, cm. 28,5x21,5, Budapest, Museo di Belle Arti (Szépművészeti Múzeum).
Attribuito a Francesco Melzi, Madonna col Bambino, San Giovannino e un angelo (Vergine delle Rocce del Borghetto), 1510-1520, tempera e olio su tela, cm. 198x122, Milano, Congregazione Orsoline di San Carlo.
Giovanni Antonio Boltraffio, Madonna con il Bambino (Madonna della Rosa), 1495 ca., tempera su tavola, cm. 45x36, Milano, Museo Poldi Pezzoli.

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