È stata prorogata fino al 15 marzo 2015 la mostra milanese di
Vincent Van Gogh, artista molto amato dal pubblico, che vede nelle
sue opere la genuinità, l’essenza di chi faticava a dar voce alle
proprie sensazioni più profonde.
È una mostra che vuole soffermarsi sul rapporto dell’artista
con la natura: in un'epoca in cui la maggior parte
degli artisti rivolge lo sguardo al paesaggio urbano, Van Gogh sposta
la sua attenzione verso il paesaggio rurale e il mondo contadino. È
una mostra, inoltre, significativa per tema e data: la natura,
protagonista dell’Expo che inizierà a Milano il prossimo 1°
maggio e l’anno 2015, in cui ricorre il 125° anniversario della
morte dell’artista olandese, a soli 37 anni nell’oblio.
L’esposizione si sviluppa in sezioni tematiche. La prima sezione
è dedicata alla Vita nei campi, esplorata da Van Gogh in ogni aspetto, ispirandosi a
quel Millet che tanto amava. Tra le opere più rilevanti Dopo la
tempesta, dove il cielo plumbeo incombe sul profilo oscuro di un
pastore che riunisce il gregge. Figlio di un sacerdote, Van Gogh
conosce bene le connotazioni bibliche di questo tema a lui molto
caro. Ma al di là del simbolismo religioso, il tema vanta degli
antecedenti artistici: la scuola dell’Aja, Jules Breton e
Jean-François Millet.
La seconda sezione è dedicata ai ritratti
moderni. Van Gogh è determinato a diventare un ritrattista e con il
trasferimento ad Arles ha a disposizione diversi modelli volontari.
La sezione successiva, invece, è dedicata alle nature morte che
l’artista olandese realizza per diversi motivi: per la mancanza di
modelli e per sperimentare nel dettaglio gli oggetti e nuove
possibilità stilistiche. I colori palpitanti di Natura morta con
statuetta di gesso sono il segno del cambiamento che investe Van
Gogh, che con il trasferimento a Parigi schiarisce i colori. In
quest’opera infatti iniziamo a vedere i colori chiari che siamo
soliti associargli, dai blu ai gialli, e i contrasti di colori
complementari.
Nella quarta sezione ci imbattiamo in lettere di ammirazione per
Millet e per il fratello Theo. Queste missive, custodi del suo animo,
ci fanno avvicinare a Van Gogh in una maniera esclusiva, intima.
La mostra si conclude con la sezione Colori e vita.
Attraverso i suoi viaggi e la sua maturità, la sua tavolozza si
riempie di luce con la convinzione che i blu e i gialli della
Provenza rappresentino vita ed energia. Uomini e alberi si
intrecciano in totale armonia, la natura è ormai plasmata.
È una mostra che offre una lettura del tutto inedita dell’artista
olandese, focalizzandosi sul fascino del mondo agreste. In questa
prospettiva, inoltre, colpisce anche l'allestimento naturale di Kengo Kuma, architetto giapponese che con
spazi di simil-juta si è voluto avvicinare il più possibile
allo spirito e alla filosofia di Van Gogh.
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