giovedì 4 giugno 2009

Tutto tranquillo...?

Comunicato stampa

Niente quaggiù esiste separatamente/di morte in morte va colui/che vede le cose come separate”. (René Daumal)
Questa citazione è stata presa da Bruno Corà per riassumere l’arte della giovane artista tedesca Julia Von Troschke. Come spiega Corà, le opere di von Troschke traggono la propria sensibile energia da un invisibile quanto intenso nucleo di flussi relazionali che, se esistono concretamente tra le persone, non di meno si possono concepire anche tra le cose, le persone e ogni altra entità. Lo spazio perciò risulta essere attraversato da impalpabili, ma resistenti legami interconnettivi di cui la Von Troschke giunge ad identificare frequenze, vettorialità, reciproche tensioni, più o meno esplicite o latenti in protési desideri.
“Tutto tranquillo…?” è un insieme di opere su carta, su tavola e su fotografia realizzate con tecniche miste, che vedono l’artista indagare il mondo e interrogarsi sulle convenzioni politiche e sociali, ponendo domande sull’identità in un mondo che si caratterizza per la massa e l’individuo, la comunicazione e l’informazione.
Julia Von Troschke dipinge, stampa, punzona, cuce, ricama e realizza collage con sfrontata coerenza. Ricicla e trasforma in materiali da lavoro quello che trova: legno grezzo, materiale stampato, juta, carta di ogni genere o fotografie. Come spiega Anne Mueller von der Haegen, storica dell’arte “Nelle sue mani il tutto diventa una rappresentazione sensibile delle altezze e delle profondità della comunicazione umana”.
L’attitudine all’impiego di materiali-base riciclati da una primitiva funzione, come ad esempio la fotografia, già sviluppata nell’opera di altri artisti tedeschi come Vostell, Richter, Kiefer o Polke, in valenze mnemoniche torna con assiduità nel lavoro della Von Troschke che fa altresì uso frequente anche di tessuti prestampati o di quotidiani e rotocalchi quali supporti per la propria pittura.
Nei lavori con le fotografie, mediante i quali Julia Von Troschke studia foto originali dell’epoca socialista nella Repubblica Ceca, analizza singole figure nel contesto dei rapporti e la massa nelle sue esigenze deindividualizzanti, portando alla luce ciò che è nascosto. Ne nascono immagini ironico-poetiche di parabole figurative, la cui arguzia ricorda il Dada e la cui cruda materialità ricorda l’arte povera.
La modalità di connessione usata entro le fotografie assunte dalla Von Troschke come étant donné da elaborare è la cancellazione di parti dell’immagine con il colore bianco che amalgama o separa soggetti, spaziando azioni, luoghi e cose.
Una vivida meditazione sulle relazioni umane, sull’esistenza e la morte, sull’entità del corpo e sulla sua precaria integrità, sulla malattia e il dolore, sull’eros e il ghenos quotidiano, sulla casualità enigmatica dei percorsi e degli incontri nel gran teatro della vita.

Julia Von Troschke
Gestalt Gallery
Via Stagio Stagi 28, Pietrasanta (LU)
Dal 6 giugno all'8 luglio
Vernissage 6 giugno ore 18.30

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