di Francesco
Mastrorizzi
San Severino è
una piccola cittadina incastonata nel cuore verde del Parco Nazionale del
Pollino, tra splendide valli, boschi incontaminati e immersi nel silenzio,
interrotto soltanto dal dolce mormorio dei ruscelli, paesaggi incantati e mirabili
scenografie naturali.
L'abitato sorse
intorno alla fine del XV secolo, quando i principi Sanseverino di Bisignano
donarono i loro territori ai Cistercensi della vicina abbazia di Santa Maria
del Sagittario, fondata nel 1202. I monaci vi
edificarono un casale e delle abitazioni per i contadini che avrebbero dovuto
mettere a coltura le terre. Da questo villaggio nacque, intorno al 1400, il
primo nucleo dell'abitato che prese il nome dall'antico feudatario.
Nel 1806 San
Severino, che fino a quel momento apparteneva al territorio di Chiaromonte, a
seguito di un ordinamento napoleonico, che poneva fine alla feudalità,
confiscando i beni ecclesiastici, si istituì in Comune. Nel 1820 al nome San
Severino fu aggiunta la specificazione di Lucano. Dopo l'unità d'Italia il
brigantaggio fu molto attivo nel territorio comunale, come d'altronde
nell'intero comprensorio del Pollino, favorito da montagne impervie e mancanza
di strade. Tra le tante figure di briganti di quel periodo, sono ricordate
quelle del Capitano Iannarelli e di Antonio Franco.
Per
la sua recente storia San Severino non ha importanti emergenze architettoniche.
Al centro del paese sorge la Chiesa Madre di Santa Maria degli Angeli,
probabilmente risalente al primo nucleo abitato, ma con l'attuale impianto
settecentesco. Al suo interno sono conservate opere
di notevole interesse artistico: una croce processionale del XVII sec., un crocifisso
ligneo del XVI sec., un prezioso ostensorio, vari dipinti del XVII sec. ed una
scultura lignea del XVI sec. raffigurante la deposizione di Cristo. Custodisce,
inoltre, la statua della Madonna del Pollino, oggetto di culto in una delle più
importanti manifestazioni religiose della Regione.
Nella
parte alta del paese sorge la Chiesa di San Vincenzo Ferrari. Fu
edificata nel 1765 e successivamente ampliata, modificata e trasformata. Destinata
a scuola negli anni Cinquanta del Novecento, è stata riaperta al culto negli
anni Novanta, dopo lavori di restauro che hanno riportato l'edificio al suo
aspetto originario.
Come detto, il territorio di San
Severino offre notevoli attrattive naturalistiche, nonché di archeologia
industriale, come i numerosi mulini risalenti al XVIII e XIX secc., situati
quasi tutti lungo il corso del torrente Frido. Spettacolare, per chi proviene
dalla Valle del Sinni, la visione dei corsi dei torrenti Peschiera e Frido e
soprattutto del Bosco Magnano. Situato a una quota
compresa fra 700 e 900 metri, è costituito da circa mille ettari a formazione
mista di cerri e faggi, con esemplari plurisecolari di grandi dimensioni,
accompagnati da carpino bianco, ontani napoletani e aceri. I numerosi affluenti
del Peschiera costituiscono l’habitat
tipico della lontra.
A circa
600 metri di quota si trova la Contrada
Propani, dove sono presenti i resti dell'abbazia del Sagittario. Nei
pressi della contrada si trovano i mulini Fasanelli e Cornalonga. I resti di un
altro importante mulino, denominato Iannarelli, costruito nel 1720 con la condotta
idrica a cascata forzata, si trovano, invece, alla confluenza del Frido con il
Salice. Sulle prime pendici del Pollino, a circa 1000 metri di quota, troviamo
la frazione di Mezzana, suddivisa in quattro sobborghi disposti
ad anfiteatro lungo la valle del torrente Frido.
Arroccato su uno sperone
roccioso, a 1573 metri s.l.m., in posizione
panoramica su tutta la valle, è possibile ammirare il Santuario della Madonna
del Pollino. Questo è stato eretto agli inizi del
XVIII secolo nel luogo in cui sorgeva la grotta dove, secondo la
tradizione, fu trovata la statua in stile bizantino della Madonna. Il santuario è costituito da vari edifici ed è meta di
molti pellegrini che lo affollano maggiormente nel periodo della ricorrenza.
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