lunedì 15 luglio 2013

Giorgio de Chirico a Otranto tra mistero e poesia

di Sonia Gammone

Nella splendida cornice del castello aragonese di Otranto sarà possibile ammirare per tutta l’estate la mostra retrospettiva dedicata a Giorgio de Chirico, nella quale saranno presenti undici dipinti ad olio, tre sculture e oltre trenta tra disegni, acquerelli e grafiche in prestito dalla Galleria d’Arte Maggiore di Bologna. L’esposizione dal titolo Giorgio de Chirico - Mistero e poesia, a cura di Franco Calarota, propone allo spettatore l’opera degli esordi metafisici dell’artista, quando le sue vedute uniche e particolari misero le basi per un nuovo modo di intendere l’arte.
Il castello di Otranto si apre con questa mostra all’arte metafisica, e dopo aver ospitato negli scorsi anni le opere di Joan Mirò, Pablo Picasso, Salvator Dalì e Andy Warhol, intraprende un percorso intenso attraverso una pittura che mira a superare i limiti del visibile e del reale, rivelando a tratti un significato quasi inquietante che gli oggetti esprimono attraverso il loro inconsueto accostamento. Ci appaiono così quelle visioni che si esprimono attraverso le piazze d’Italia, i manichini, i gladiatori che combattono, i cavalli sulla spiaggia, i tempietti ellenici, simbolo, questi ultimi, anche del suo legame con la patria natia, ovvero la Grecia, alla quale ha sempre guardato. La sua arte metafisica si impone allo sguardo nelle vedute di portici e di ampie prospettive architettoniche, che si stagliano pesanti ed immobili sotto la luce del crepuscolo o di un uragano, e che sono popolate di rari personaggi che proiettano ombre lunghissime.
Di fronte alle sue Piazze d’Italia la mente si sente rassicurata dalle classiche architetture racchiuse in prospettive rinascimentali, ma allo stesso tempo si confonde per via di quegli elementi stranianti e all’apparenza decontestualizzati che rendono le sue opere visionarie. Poi ci sono i manichini senza volto che sembrano trovarsi quasi per caso in quelle visioni deserte e solitarie. Ma sono proprio questi luoghi incerti e instabili a catturare lo spettatore. Quelle figure umane smembrate che abitano città vuote sono come lo specchio di un periodo, quello del secondo dopoguerra, dove tutto aveva bisogno di essere ridefinito. Un nuovo inizio dunque, che prende corpo da un presente incerto per proiettarti verso un futuro indefinito.
Linguaggi e codici differenti si intrecceranno lungo tutta la sua vita artistica che, partendo dalla metafisica, passerà per una maniera realistica ed ufficiale e che per molto tempo si ridurrà a una consumata tecnica pittorica e alla ricerca di effetti materiali di bellezza di colore, ma che sul finire della sua vita farà ritorno agli esordi metafisici che lo hanno visto precursore di una corrente pittorica tra le più apprezzate del Novecento italiano. L’esposizione di Otranto intende appunto percorrere le diverse fasi stilistiche della sua vita artistica ponendo in primo piano quella poetica del mistero che da sempre ha caratterizzato le opere di Giorgio de Chirico alla ricerca di una riscrittura della realtà. Un appuntamento questo di grande fascino e al quale si affiancheranno diversi eventi culturali uniti sotto il tema della metafisica.

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