di Luciana Travierso
È partito dalla capitale italiana l’ambizioso progetto del bresciano
Francesco Vezzoli, classe 1971, che prevede, durante il 2013, tre
personali in tre grandi musei internazionali: il MAXXI di Roma, il
MoMA PS1 di New York e il MoCA di Los Angeles. Si tratta di una
trilogia, The
Trinity
appunto, che indaga diversi aspetti dell’artista italiano: l’arte,
la fede e il cinema.
La
prima tappa romana è sede della Galleria
Vezzoli,
un vero e proprio “museo nel museo”, a cura dalla Direttrice del
MAXXI Arte, Anna Mattirolo. Il titolo dell’antologica è stato
definito così perché le oltre novanta opere, tra fotografie, ricami
all’uncinetto, video e stampe, sono esposte in un’atmosfera
classicamente sfarzosa fatta di arazzi, damaschi e sculture. Questa
sontuosità è un chiaro riferimento alle antiche gallerie romane e
quelle ottocentesche, ma reinterpretate da Vezzoli all’interno
della forma decostruttivista del MAXXI, progettato da Zaha Hadid. La
seconda parte della trilogia, The
Church of Vezzoli,
curata dal direttore
Klaus
Biesenbach, si svolgerà presso
il MoMA PS1 di New York, dove sarà ricostruita una chiesa
sconsacrata dell’Ottocento acquistata nel sud Italia. La
retrospettiva vezzoliana terminerà il prossimo inverno presso il
MoCA di Los Angeles, patria del cinema americano, dove l’artista
metterà in scena il Cinema
Vezzoli
tra divi europei e d’oltreoceano, a cura di Alma
Ruiz.
Le
sue prime opere sono caratterizzate dall’uso dell’uncinetto e dal
ricamo di lacrime d'oro con pietre preziose incastonate su stampe
raffiguranti le icone popolari cinematografiche più amate. Buona
parte dei lavori di Vezzoli riguarda la videoarte, coinvolgendo
lo star system internazionale tra dive americane, come Helen Mirren,
Milla Yovovich e Courney Love, protagoniste del video Trailer
per un Rifacimento di Caligola di Gore Vidal (2005)
o Sharon Stone e Bernard-Harry Levy in Democrazy
(2007)
e con Lady Gaga in Ballets
Russes Italian Style – The Shortest Musical You Will Never See
Again,
(2009), e
italiane, come Valentina
Cortese, Franca Valeri e Iva Zanicchi in Trilogia
del Ricamo
(1997-99). Accanto a loro c’è lo stesso Vezzoli, che si
autocelebra con numerosissimi autoritratti, dalle fotografie dei
primi anni 2000 come Francesco
by Francesco (2002),
realizzate con il fotografo di moda Francesco Scavullo, alle recenti
sculture come Satire
of a Satyr (2011)
e Antique
not antique: selfportrait as a crying roman togatus (2012)
e e Greed
(2010),
in cui si ritrae sull'etichetta della bottiglia di un profumo
inesistente.
Inoltre imponenti
istallazioni si presentano ai visitatori, come Le
120 Sedute di Sodoma
che, ricamate, sono posizionate su un tappeto di velluto rosso verso
uno schermo con su scritto “FINE”; oppure Greatest
Hits - Milva canta Bruce Nauman
del 2004, un omaggio all’artista con frasi al neon e di sottofondo
la voce di Milva.
Spregiudicato,
surreale ed eccentrico, Francesco Vezzoli è un artista controverso
che si ama o si odia. Sulla scia della pop art di Andy Worhol e dei
ready-made di Michel Duchamp, le sue originali creazioni che sfiorano
il kitsch sono frutto delle sue passioni diventate arte, che non
lasciano indifferenti, rappresentando una sfida per il mondo
contemporaneo.
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