mercoledì 22 aprile 2009

A Roma le stampe di Utagawa Hiroshige: il maestro della natura

di Piero Viotto

Un tempo non c’era la fotografia e per conservare emozioni e immagini dei propri viaggi si disegnavano xilografie in bianco e nero e a colori, che poi si stampavano in serie. Anche le stampe sono opere d’arte, lo dimostrano le bellissime 200 stampe policrome del pittore Utagawa Hiroshige (1797-1858) esposte al Museo Fondazione Roma, in via del Corso 320, con la collaborazione di “Arthemisia”, in un allestimento curato da Gian Carlo Calza. La mostra è aperta tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 10 alle 20 fino al 7 giugno 2009. Per informazioni e prenotazioni telefonare al numero 06.916508451.
I colori di queste xilografie sono piacevoli, le forme sono morbide e aggraziate, aleggia una sottile poesia che avvolge e impregna il paesaggio, la tecnica grafica è perfetta, ma non c’è vita, non c’è drammaticità, non c’è narrazione, gli uomini sono immersi nella natura, nella solitudine. All’artista interessa descrivere lo scroscio del temporale che si è scatenato più che gli uomini che si infradiciano. E’ un mondo senza tempo. Queste opere sono meravigliose e piacevoli, ma non hanno data, in fondo esprimono tutte sempre il medesimo sentimento, sono ripetitive. Come siamo lontani dai paesaggi dell’impressionismo o dell’espressionismo, per ricordare solo due momenti recenti dell’arte occidentale!!! Quella di Hiroshige è un arte descrittiva, immobile, basti seguire ad una ad una le Vent’otto vedute della luna o le Trentasei vedute del monte Fuji. Tuttavia quest’arte per la sua tecnica espressiva ha affascinato gli artisti europei e americani contemporanei, che l’hanno studiata e recuperata nel loro lavoro creativo, basti ricordare Van Gogh, ma rompendo la staticità delle forme immobili per dare un senso alla rappresentazione, uscendo dal decorativo.
Per capire quest’arte ed inquadrarla nella storia dell’arte universale bisogna ricorrere alla filosofia e alla cultura dell’artista che ha disegnato queste stampe. L’arte orientale, sia essa cinese, coreana, giapponese, si differenzia dall’arte occidentale per la filosofia che esprime: un naturalismo panteistico, un cosmo dove gli elementi primordiali, l’acqua, il cielo, la terra, assorbono uccelli, pesci, animali nell’immensità della natura, dove la vita come un fiume scorre dalla sorgente al mare senza un senso che trascenda il divenire. L’uomo non è protagonista, la vita non ha storia, trascorre dall’aurora alla sera come in un eterno ritorno. Nell’arte occidentale l’uomo, con le vicende della sua storia, è il protagonista assoluto, la natura, con il suo paesaggio rurale o urbano, non è che il fondale della rappresentazione scenica.
La mostra di Hiroshige è una di quelle mostre che fanno riflettere per il contrasto con il nostro mondo occidentale troppo razionalizzato, ma che fanno anche comprendere come sia stato il cristianesimo il lievito dello sviluppo culturale che ha liberato l’uomo dalla soggezione alla natura, sviluppando la sua creatività, sempre nuova, mai ripetitiva, nel campo della letteratura e della musica, delle arti figurative e dell’architettura, al di là delle tradizioni delle diverse civiltà. Le stampe policrome della mostra sono il distillato dello shintoismo giapponese
L’esposizione di Hiroshige si articola in quattro sezioni. Nella prima Il mondo della natura le xilografie propongono al visitatore figure di animali. Ogni stampa comprende nell’immagine stessa, in caratteri giapponesi, una iscrizione esplicativa come Carpa nella corrente, e come Gufo su un acero sotto la luna piena. Nella seconda, Cartoline dalle province, sono raccolte le xilografie che rappresentano paesaggi rurali e marini. Molto interessante è la terza sezione La via per Kioto, perché i paesaggi si snodano lungo le due grandi vie che collegavano la capitale imperiale Kioto con la capitale amministrativa Tokio. La quarta sezione Nel cuore di Tokio presenta una serie di oltre cento vedute di luoghi celebri della città. In una quinta sezione, curata da Rossella Menegazzo, sono raccolte fotografie e cartoline recenti a documentazione dell’influenza che l’artista ha avuto nel mondo della fotografia, che nello sviluppo delle tecniche della comunicazione ha sostituito il mondo delle stampe.
Queste 200 opere non sono che una piccola parte delle 4000 stampe di Utagawa Hiroshige, ma grazie alla collaborazione del “The International Hokusai Research Centre”, che ha seguito la selezione, permettono al visitatore di avere una panoramica completa sull’opera di questo artista nella multiformità delle espressioni, tutte ancorate ad una medesima visione dell’unità della natura.
Concludo pensando che bisogna sapere raccordare la poesia del mondo orientale, troppo naturalistico, con l’umanesimo del mondo occidentale troppo antropocentrico, con la mistica cristiana, che con san Francesco sa cogliere nella natura l’amore di Dio per tutte le sue creature.

Immagini:
Hiroshige Utagawa, Gufo su un acero sotto la luna piena, 1832-1833 ca., xilografia policroma, cm. 11,4x17
Hiroshige Utagawa, Crisantemo e fagiano, 1832 ca., xilografia policroma, cm. 37x15

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