Comunicato stampa
Continua il viaggio di EN DIX attraverso i luoghi storici della Puglia. L’arte contemporanea incontra il Medioevo negli spazi del prestigioso Castello baronale di Bitritto, edificio di età normanna costruito tra XII e XIII secolo che conserva ancora oggi le due antiche torri circolare e quadrata.
Enchante, “Percorsi di riflessione”. E’questa la tematica del secondo appuntamento del viaggio itinerante di En dix tra i monumenti di Puglia.
Incanto; l’arte come meraviglia non può che suscitare emozione, incantare con la forza comunicativa del suo valore estetico. Percorsi di riflessione che attraversano i sentieri della memoria e scrutano nella profondità dello spirito alla ricerca della pace e dell’armonia. La riflessione illumina gli spazi della mente allarga gli orizzonti annullando qualsiasi barriera tra ragione e sentimento. Spazi di luce, equilibri di astrazioni geometriche, interni di caffè che invitano a momenti di pausa e di riflessive solitudini, memorie evocative e la ricerca di punti di riferimento nel continuo mutare delle cose sono solo alcune tra le tematiche presenti nei percorsi di riflessione di EN DIX.
Antonella Colaninno
IL PERCHE’ DI EN-DIX
E’ indubitabile che la realtà odierna della pittura – e non solo – pugliese abbia una sua variegata fisionomia di ricerca d’affrancamento dalle ingombranti sedimentazioni cristallizzatesi nell’alveo della vecchia tradizione misoneistica. Per precisa scelta della curatrice questa Mostra itinerante, avviata il 30 agosto u.s. ad Acquaviva delle Fonti e intercambiabile per le presenze anche di artisti di altre regioni, intende presentare, indagandone nel contempo valori consolidati o addirittura ancora in efflorescenza, la produzione di dieci artisti che non hanno mai guardato alle cosiddette avanguardie storiche o all’informalismo.
Hanno preferito e preferiscono, piuttosto, opera dopo opera, le idee sulla storia dell’arte figurativa impersonando l’esigenza di una riflessione su quanto è accaduto o sta accadendo nel mondo dell’arte dopo le rivoluzioni dell’impressionismo e dello stesso cubismo. Non mancano però, momenti pregnanti dell’attuale situazione (Basile, Rubini, Cassone) anche se sulla base di punti di riferimento formale (Vulic, Masia e Salvatore Fiume) si avverte una angolazione poetica di largo respiro (Nardi) che, allo stato dei risultati, pone nuovi problemi e nuove ipotesi di forme (Silvestri).
Senza prevenzioni di estrazioni idealistiche o correntizie vanno registrate le differenti morfologie inserite e presentate dalla curatrice della mostra per offrire al fruitore, nello sterminato universo dei “segni” attualmente disponibili e reperibili, scelte formali con buon margine di autonomia e di sviluppo morfologico (Cuber). Una enucleazione di proprietà peculiari, per intenderci, che la forma stessa contiene da un lato della stessa nostra soggettività coscienziale, dall’altro nelle sue proprietà soggettive.
Una mostra, questa, da legittimare in sede critica da parte mia senza semplicistiche contrapposizioni con effimere produzioni “altre” sottolineando come sia ancora viva, anche in Puglia, la cosiddetta esperienza figurale ed umana mai venuta meno nel pur necessario e naturale gioco dialettico tra il “vecchio”e il “nuovo”( direi meglio il “contemporaneo”).
Lello Spinelli
Enchante. Percorsi di riflessione
Enchante, un suono delicato per una parola che racchiude nel suo significato anche l’incanto del valore estetico di ogni forma d’arte che affascina con l’intimità dei suoi linguaggi densi di simbologie velate. In “Percorsi di riflessione” riprende il cammino di “En-dix” attraverso i luoghi storici della nostra regione, ponendo a confronto sulla linea del tempo, alcune espressioni dell’arte contemporanea con le architetture del passato.
Nelle “Riflessioni” di Leonardo Basile la ricerca introspettiva apre nuovi orizzonti. Superfici luminose e trasparenze celesti inducono il fruitore alla meditazione aprendo le porte ad una dimensione profonda. Una sottile linea all’orizzonte si dilata alle estremità della tela dividendo ad emiciclo due zone luminose che si rispecchiano vicendevolmente, dove le ombre sono impercettibili aloni di oscurità. Ragione e sentimento si riflettono nella foschia degli azzurri nebulosi e nel dinamismo di sottili pennellate gialle che seguono una traiettoria vorticosa che converge verso il centro della “riflessione”.
In Umberto Colapinto la sequenza di piccole case dai toni caldi e pastosi crea morbidi volumi che la luce scompone come facce di un cristallo. Presenze delicate di un mondo quasi chagalliano che riflette un’apparente adesione ad un vissuto senza ombre nel quale il silenzio regna sovrano e lascia immaginare un paesaggio atemporale.
Il bianco predomina, quasi luce pura, nelle tele di Cesare Cassone dando in chi osserva la percezione di spazi infiniti. Astrazioni geometriche si sfiorano sospese in equilibrio in uno spazio senza tempo, nell’impenetrabile oscurità di uno sfondo in cui tutto si perde lasciando vita solo al “nulla”.
Presenze enigmatiche si muovono nella ricerca figurale di Francesco Silvestri come ombre colorate tra vaste campiture luminose di verde e di azzurro. Un flashback cromatico per cogliere l’attimo di una azione collettiva che sublima il tempo di un istante. Corpi pregni di un dinamismo cromatico dove la luce scompone il dato formale creando un ritmo veloce di libere fusioni tonali.
Amedeo Del Giudice rappresenta il mistero stesso della vita nell’universo femminile. La donna è per l’artista il completamento di una dimensione complessa a cui la natura affida il dono della vita. Anche la simbologia dell’opera “Nido” lascia affiorare l’idea della fecondità e della protezione. L’uovo fecondato che si schiude alla vita all’interno di una cavità ricorda il pube della donna.
In Massimo Nardi il blu è il colore dell’armonia, della pace, dello spirito, mentre la filosofia orientale lo associa all’idea di immortalità. Schefling, nella sua “Filosofia dell’Arte”, asserisce che “il silenzio è la condizione propria della bellezza come la calma di un mare tranquillo”. La luminosità e la magia di questa atmosfera sognante, la simbologia della sfera evocano messaggi nascosti. Nel continuo mutare delle cose, la perenne ricerca di punti di riferimento prevede l’esistenza di un “Codice della strada”, una segnaletica guida che è metafora del nostro libero arbitrio. Il colore rosso rappresenta nell’opera il “filo di Arianna” che indica la strada nel labirinto della vita. Colore questo, che rappresenta il simbolo della nostra volontà e che indica il percorso metafisico delle sfere e l’incedere sensuale della donna che spesso percorrono strade diverse. Per questo, la filosofia del “mutamento” è l’unica condizione certa dell’uomo nella ricerca continua di punti di riferimento.
L’opera di Emanuele Rubini, ispirata anch’essa alla figura femminile, rappresenta la fragilità umana, una piccola fiamma flebile che nella durezza del marmo vuole esprimere la forza e la tenacia dell’uomo nella volontà di superare le debolezze delle proprie insicurezze. Gli interni dei caffè di Jovan Vulic invitano a momenti di pausa e di riflessive solitudini. L’apparente staticità della donna in attesa in primo piano denota una caparbia ricerca esistenziale nella dimensione del tempo soggettivo in questo artista che ha radici profonde nella tradizione di certa pittura romana.
Il mondo fantastico di Salvatore Fiume evoca terre lontane tra arabeschi fluttuanti di broccati dorati. Le forme si dileguano nel vorticoso cromatismo mentre le atmosfere rinviano ai profumi d’Oriente tra aromi aspri e speziati ed essenze delicate e accattivanti come le magiche atmosfere dei suoi paesaggi.
In Roberto Masia, infine, la riflessione evoca la memoria di un passato lontano. “Nel ricordo di una Villa del ‘700” l’artista rinvia ad atmosfere postimpressioniste rievocate anche a livello formale nella tecnica del fusionismo che unisce i colori sovrapponendo delicati tratti a punta di pennello a colpi di spatola decisi e corposi, nella ricerca continua di una “fusione”tra luce e materia.
Antonella Colaninno
Continua il viaggio di EN DIX attraverso i luoghi storici della Puglia. L’arte contemporanea incontra il Medioevo negli spazi del prestigioso Castello baronale di Bitritto, edificio di età normanna costruito tra XII e XIII secolo che conserva ancora oggi le due antiche torri circolare e quadrata.
Enchante, “Percorsi di riflessione”. E’questa la tematica del secondo appuntamento del viaggio itinerante di En dix tra i monumenti di Puglia.
Incanto; l’arte come meraviglia non può che suscitare emozione, incantare con la forza comunicativa del suo valore estetico. Percorsi di riflessione che attraversano i sentieri della memoria e scrutano nella profondità dello spirito alla ricerca della pace e dell’armonia. La riflessione illumina gli spazi della mente allarga gli orizzonti annullando qualsiasi barriera tra ragione e sentimento. Spazi di luce, equilibri di astrazioni geometriche, interni di caffè che invitano a momenti di pausa e di riflessive solitudini, memorie evocative e la ricerca di punti di riferimento nel continuo mutare delle cose sono solo alcune tra le tematiche presenti nei percorsi di riflessione di EN DIX.
Antonella Colaninno
IL PERCHE’ DI EN-DIX
E’ indubitabile che la realtà odierna della pittura – e non solo – pugliese abbia una sua variegata fisionomia di ricerca d’affrancamento dalle ingombranti sedimentazioni cristallizzatesi nell’alveo della vecchia tradizione misoneistica. Per precisa scelta della curatrice questa Mostra itinerante, avviata il 30 agosto u.s. ad Acquaviva delle Fonti e intercambiabile per le presenze anche di artisti di altre regioni, intende presentare, indagandone nel contempo valori consolidati o addirittura ancora in efflorescenza, la produzione di dieci artisti che non hanno mai guardato alle cosiddette avanguardie storiche o all’informalismo.
Hanno preferito e preferiscono, piuttosto, opera dopo opera, le idee sulla storia dell’arte figurativa impersonando l’esigenza di una riflessione su quanto è accaduto o sta accadendo nel mondo dell’arte dopo le rivoluzioni dell’impressionismo e dello stesso cubismo. Non mancano però, momenti pregnanti dell’attuale situazione (Basile, Rubini, Cassone) anche se sulla base di punti di riferimento formale (Vulic, Masia e Salvatore Fiume) si avverte una angolazione poetica di largo respiro (Nardi) che, allo stato dei risultati, pone nuovi problemi e nuove ipotesi di forme (Silvestri).
Senza prevenzioni di estrazioni idealistiche o correntizie vanno registrate le differenti morfologie inserite e presentate dalla curatrice della mostra per offrire al fruitore, nello sterminato universo dei “segni” attualmente disponibili e reperibili, scelte formali con buon margine di autonomia e di sviluppo morfologico (Cuber). Una enucleazione di proprietà peculiari, per intenderci, che la forma stessa contiene da un lato della stessa nostra soggettività coscienziale, dall’altro nelle sue proprietà soggettive.
Una mostra, questa, da legittimare in sede critica da parte mia senza semplicistiche contrapposizioni con effimere produzioni “altre” sottolineando come sia ancora viva, anche in Puglia, la cosiddetta esperienza figurale ed umana mai venuta meno nel pur necessario e naturale gioco dialettico tra il “vecchio”e il “nuovo”( direi meglio il “contemporaneo”).
Lello Spinelli
Enchante. Percorsi di riflessione
Enchante, un suono delicato per una parola che racchiude nel suo significato anche l’incanto del valore estetico di ogni forma d’arte che affascina con l’intimità dei suoi linguaggi densi di simbologie velate. In “Percorsi di riflessione” riprende il cammino di “En-dix” attraverso i luoghi storici della nostra regione, ponendo a confronto sulla linea del tempo, alcune espressioni dell’arte contemporanea con le architetture del passato.
Nelle “Riflessioni” di Leonardo Basile la ricerca introspettiva apre nuovi orizzonti. Superfici luminose e trasparenze celesti inducono il fruitore alla meditazione aprendo le porte ad una dimensione profonda. Una sottile linea all’orizzonte si dilata alle estremità della tela dividendo ad emiciclo due zone luminose che si rispecchiano vicendevolmente, dove le ombre sono impercettibili aloni di oscurità. Ragione e sentimento si riflettono nella foschia degli azzurri nebulosi e nel dinamismo di sottili pennellate gialle che seguono una traiettoria vorticosa che converge verso il centro della “riflessione”.
In Umberto Colapinto la sequenza di piccole case dai toni caldi e pastosi crea morbidi volumi che la luce scompone come facce di un cristallo. Presenze delicate di un mondo quasi chagalliano che riflette un’apparente adesione ad un vissuto senza ombre nel quale il silenzio regna sovrano e lascia immaginare un paesaggio atemporale.
Il bianco predomina, quasi luce pura, nelle tele di Cesare Cassone dando in chi osserva la percezione di spazi infiniti. Astrazioni geometriche si sfiorano sospese in equilibrio in uno spazio senza tempo, nell’impenetrabile oscurità di uno sfondo in cui tutto si perde lasciando vita solo al “nulla”.
Presenze enigmatiche si muovono nella ricerca figurale di Francesco Silvestri come ombre colorate tra vaste campiture luminose di verde e di azzurro. Un flashback cromatico per cogliere l’attimo di una azione collettiva che sublima il tempo di un istante. Corpi pregni di un dinamismo cromatico dove la luce scompone il dato formale creando un ritmo veloce di libere fusioni tonali.
Amedeo Del Giudice rappresenta il mistero stesso della vita nell’universo femminile. La donna è per l’artista il completamento di una dimensione complessa a cui la natura affida il dono della vita. Anche la simbologia dell’opera “Nido” lascia affiorare l’idea della fecondità e della protezione. L’uovo fecondato che si schiude alla vita all’interno di una cavità ricorda il pube della donna.
In Massimo Nardi il blu è il colore dell’armonia, della pace, dello spirito, mentre la filosofia orientale lo associa all’idea di immortalità. Schefling, nella sua “Filosofia dell’Arte”, asserisce che “il silenzio è la condizione propria della bellezza come la calma di un mare tranquillo”. La luminosità e la magia di questa atmosfera sognante, la simbologia della sfera evocano messaggi nascosti. Nel continuo mutare delle cose, la perenne ricerca di punti di riferimento prevede l’esistenza di un “Codice della strada”, una segnaletica guida che è metafora del nostro libero arbitrio. Il colore rosso rappresenta nell’opera il “filo di Arianna” che indica la strada nel labirinto della vita. Colore questo, che rappresenta il simbolo della nostra volontà e che indica il percorso metafisico delle sfere e l’incedere sensuale della donna che spesso percorrono strade diverse. Per questo, la filosofia del “mutamento” è l’unica condizione certa dell’uomo nella ricerca continua di punti di riferimento.
L’opera di Emanuele Rubini, ispirata anch’essa alla figura femminile, rappresenta la fragilità umana, una piccola fiamma flebile che nella durezza del marmo vuole esprimere la forza e la tenacia dell’uomo nella volontà di superare le debolezze delle proprie insicurezze. Gli interni dei caffè di Jovan Vulic invitano a momenti di pausa e di riflessive solitudini. L’apparente staticità della donna in attesa in primo piano denota una caparbia ricerca esistenziale nella dimensione del tempo soggettivo in questo artista che ha radici profonde nella tradizione di certa pittura romana.
Il mondo fantastico di Salvatore Fiume evoca terre lontane tra arabeschi fluttuanti di broccati dorati. Le forme si dileguano nel vorticoso cromatismo mentre le atmosfere rinviano ai profumi d’Oriente tra aromi aspri e speziati ed essenze delicate e accattivanti come le magiche atmosfere dei suoi paesaggi.
In Roberto Masia, infine, la riflessione evoca la memoria di un passato lontano. “Nel ricordo di una Villa del ‘700” l’artista rinvia ad atmosfere postimpressioniste rievocate anche a livello formale nella tecnica del fusionismo che unisce i colori sovrapponendo delicati tratti a punta di pennello a colpi di spatola decisi e corposi, nella ricerca continua di una “fusione”tra luce e materia.
Antonella Colaninno
En Dix enchante. Percorsi di riflessione
Sala Castello di Bitritto (Ba)
Dal 28 ottobre al 4 novembre 2009
Vernissage: 28 ottobre 2009, ore 19.00
Catalogo a cura del critico d'Arte Antonella Colaninno
Autori: Leonardo Basile, Cesare Cassone, Umberto (Cuber) Colapinto, Amedeo Del Giudice, Salvatore Fiume, Massimo Nardi, Roberto Masia, Emanuele Rubini, Francesco Silvestri, Jovan Vulic
Note: L’evento sarà curato dal critico d’arte Antonella Colaninno, presidente dell’Associazione Culturale “Novart” con la collaborazione del “Centro Studi Europeo “Spinelli”, de “Il sito dell’arte” , portale di arte e cultura, dell’Associazione Culturale “Leonardo Da Vinci” e della rivista storica “Pensiero & Arte”.
Uffico stampa: Anna Sciacovelli
Sala Castello di Bitritto (Ba)
Dal 28 ottobre al 4 novembre 2009
Vernissage: 28 ottobre 2009, ore 19.00
Catalogo a cura del critico d'Arte Antonella Colaninno
Autori: Leonardo Basile, Cesare Cassone, Umberto (Cuber) Colapinto, Amedeo Del Giudice, Salvatore Fiume, Massimo Nardi, Roberto Masia, Emanuele Rubini, Francesco Silvestri, Jovan Vulic
Note: L’evento sarà curato dal critico d’arte Antonella Colaninno, presidente dell’Associazione Culturale “Novart” con la collaborazione del “Centro Studi Europeo “Spinelli”, de “Il sito dell’arte” , portale di arte e cultura, dell’Associazione Culturale “Leonardo Da Vinci” e della rivista storica “Pensiero & Arte”.
Uffico stampa: Anna Sciacovelli
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