di Sonia Gammone
È stata inaugurata lo scorso 8 aprile, presso la Sala Mostre della Biblioteca Nazionale di Potenza, l'esposizione personale di Luciana Picchiello, artista molisana che da quasi trent'anni calca il palcoscenico dell'arte contemporanea e si inserisce nel linguaggio astratto-geometrico che ha animato l'arte in Molise fino agli anni '90 ed oltre.
Luciana Picchiello è artista di testa e di cuore, come la definisce il Direttore della Biblioteca Nazionale Franco Sabia nell'introduzione al catalogo della mostra, e la sua arte partecipa intensamente della vita di ogni giorno.
Nella sua produzione artistica troviamo acquerelli, terrecotte, dipinti su tela, ma tutti con un comune denominatore: geometrie, segni e simboli che diventano gestualità primitiva ed archetipo della scrittura. L'artista infatti recupera il senso della scrittura, attraverso una simbologia preistorica, geroglifica e geomorfa-araba; una scrittura che vive di contemporaneità attraverso la rappresentazione dei “tag” del mondo giovanile.
Molto interessanti le installazioni in ferro; in una di esse in particolare l'artista crea una fessura che chiama la “fessura della memoria” con all'interno un libro: è la vita di ciascuno di noi che acquista significato solo se lascia il segno nella vita degli altri.
Molto bello anche il video con cui si è aperta la mostra: in una suggestiva location, tra le colline che circondano il fiume Biferno, l'artista “gioca” con un masso, rappresentazione metaforica dell'arte e del suo peso.
L'esposizione sarà visitabile fino al 30 aprile prossimo.
È stata inaugurata lo scorso 8 aprile, presso la Sala Mostre della Biblioteca Nazionale di Potenza, l'esposizione personale di Luciana Picchiello, artista molisana che da quasi trent'anni calca il palcoscenico dell'arte contemporanea e si inserisce nel linguaggio astratto-geometrico che ha animato l'arte in Molise fino agli anni '90 ed oltre.
Luciana Picchiello è artista di testa e di cuore, come la definisce il Direttore della Biblioteca Nazionale Franco Sabia nell'introduzione al catalogo della mostra, e la sua arte partecipa intensamente della vita di ogni giorno.
Nella sua produzione artistica troviamo acquerelli, terrecotte, dipinti su tela, ma tutti con un comune denominatore: geometrie, segni e simboli che diventano gestualità primitiva ed archetipo della scrittura. L'artista infatti recupera il senso della scrittura, attraverso una simbologia preistorica, geroglifica e geomorfa-araba; una scrittura che vive di contemporaneità attraverso la rappresentazione dei “tag” del mondo giovanile.
Molto interessanti le installazioni in ferro; in una di esse in particolare l'artista crea una fessura che chiama la “fessura della memoria” con all'interno un libro: è la vita di ciascuno di noi che acquista significato solo se lascia il segno nella vita degli altri.
Molto bello anche il video con cui si è aperta la mostra: in una suggestiva location, tra le colline che circondano il fiume Biferno, l'artista “gioca” con un masso, rappresentazione metaforica dell'arte e del suo peso.
L'esposizione sarà visitabile fino al 30 aprile prossimo.
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