Caravaggio è stata una stella luminosissima che ha messo in ombra tutti gli artisti della sua epoca, ma chi erano i suoi compagni di strada? La mostra "Roma al tempo di Caravaggio" (Palazzo Venezia, 11 novembre 2011 - 19 febbraio 2012 a cura di Rossella Vodret), attraverso quasi 200 opere provenienti da tutto il mondo - alcune mai viste in Italia - , ricostruisce per la prima volta il tessuto connettivo della Città eterna, in cui visse e operò il grande genio lombardo.
La mostra prende in esame quello che può essere definito un momento cruciale della pittura italiana, che nasce negli ultimi anni del XVI secolo in una Roma ancora in crisi per il traumatico scisma luterano e si sviluppa, con sempre maggiore vigore, attraverso il regno di quattro importanti Pontefici: Clemente VIII Aldobrandini, Paolo V Borghese, Gregorio XIV Boncompagni, Urbano VIII Barberini. Questo irripetibile momento durò pochi anni, appena quaranta, dal 1595 al 1635 circa, ma dagli avvenimenti accaduti di questi anni è dipeso gran parte dello sviluppo delle correnti artistiche europee fino alla fine del XVII secolo.
I primi anni sono segnati dal confronto serrato e diretto tra due giganti della pittura italiana: il bolognese Annibale Carracci, capo indiscusso della pittura classicista, e il lombardo Caravaggio, creatore di una nuova suggestiva rappresentazione della realtà, che non sembra inadeguato definire rivoluzionaria. Entrambi scomparvero a un anno esatto l’uno dall’altro: il 15 luglio 1609, Annibale; il 18 luglio 1610, Caravaggio.
Nei due decenni successivi le stimolanti basi gettate dai due maestri furono raccolte e sviluppate sia da quanti seguirono il drammatico naturalismo di Caravaggio sia dai pittori classicisti bolognesi, che avevano seguito Annibale nella città papale.
Le due correnti dominarono il panorama artistico romano del secondo decennio, e continuamente modificate e arricchite non solo da frequenti influssi e intrecci reciproci, ma anche con intensi scambi con i numerosi pittori toscani, emiliani, genovesi, lombardi e soprattutto stranieri (francesi, olandesi e spagnoli) presenti a Roma in quel periodo. Di cruciale interesse è l’esuberante schiera di artisti europei, attirati a Roma non solo dalle prestigiose committenze papali e da quelle delle grandi famiglie romane, che in quegli anni andavano formando le loro collezioni, ma anche dalla fama della nuova maniera caravaggesca che, con fulminea rapidità, in pochi anni, si era diffusa in tutta Europa.
Lo studio di questo particolare fenomeno artistico – che può essere considerato il primo a carattere veramente europeo – non è stato ancora affrontato con sufficiente approfondimento e la presentazione in mostra di tanti dipinti tra loro coevi, costituisce una occasione unica per la piena comprensione di questo particolare momento creativo, tra i più stimolanti della storia della pittura, non solo italiana.
Le opere prescelte per l’esposizione sono state selezionate in modo da dare il panorama più ampio possibile delle complesse vicende che caratterizzarono l’ambiente artistico romano all’inizio del ‘600. Per l'occasione è presente eccezionalmente in mostra per la prima volta in Italia il "Sant’Agostino", recentemente attribuito a Caravaggio e oggetto di un vivace dibattito: a questo dipinto sarà dedicata una giornata di studi, condotta in collaborazione con l’Università di Roma, che vedrà riuniti a confronto i protagonisti della querelle attributiva.
La mostra è promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico e per il Polo Museale della Città di Roma e realizzata con il supporto organizzativo di Civita e Munus
Titolo: Roma al tempo di Caravaggio
Periodo: 11 novembre 2011 - 19 febbraio 2012
Dove: Roma, Palazzo Venezia
Orari: da martedì a domenica, dalle ore 10.00 alle 19.00, lunedì chiuso
Immagine: Carlo Saraceni, Madonna con Bambino e Sant'Anna, olio su tela, 180x155 cm, Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini, Roma.
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