venerdì 18 maggio 2012

Il palazzo ducale di Lavello

di Francesco Mastrorizzi

L’antica domus imperialis, in seguito palazzo ducale, è l’emergenza architettonica più rilevante di Lavello. L’edificio ha subito nel corso dei secoli continue trasformazioni, al variare delle esigenze funzionali. Le sue origini vengono fatte risalire alla fase di insediamento dei normanni nel Vulture, iniziata nel 1040. All’epoca si presentava probabilmente come un castrum, eretto per esigenze di difesa sulla punta estrema della collina del Pescarello e di cui è andata persa ogni traccia materiale.
Nel XIII secolo, sotto il dominio di Federico II, il presidio militare venne completamente trasformato, assumendo le funzioni di domus. La costruzione si sviluppava su due piani, articolati attorno ad una corte, ed era destinata ad accogliere l’imperatore e il suo seguito di ritorno dalle battute di caccia nella zona. Tra il Quattrocento e il Seicento la struttura passò nelle mani della famiglia Orsini-del Balzo prima e dei Del Tufo poi, che la ampliarono e la arricchirono esteticamente, facendole assumere sempre più l’aspetto di un palazzo feudale. Successivamente non vi furono altri interventi significativi.
Oggi il palazzo ducale è sede degli uffici comunali e ospita una mostra permanente della civiltà e cultura contadina, oltre che l’antiquarium, in cui è esposta una parte del patrimonio archeologico di cui è ricca Lavello. Tra gli elementi architettonici conservati, interessante è la loggia quattrocentesca, con portale d’accesso e ampia scalinata d’onore in pietra, collocata all’interno della corte rettangolare, al centro della quale è presente un pozzo in pietra del XVI secolo. Significativi sono anche alcuni torrioni circolari, uno all’estremità della facciata principale e altri due sul prospetto che si affaccia sulla valle dell’Orso.

1 commento :

Unknown ha detto...

non leggo riferimenti sui successivi proprietari del palazzo ducale .ora comunale , fino a meta' degli anni 1980 di mio nonno D'Andrea Fabrizio e prima ancora della contessa Ajossa e cosi' via .