giovedì 9 agosto 2012

San Severino Lucano, nel cuore del Pollino

di Francesco Mastrorizzi

San Severino è una piccola cittadina incastonata nel cuore verde del Parco Nazionale del Pollino, tra splendide valli, boschi incontaminati e immersi nel silenzio, interrotto soltanto dal dolce mormorio dei ruscelli, paesaggi incantati e mirabili scenografie naturali.
L'abitato sorse intorno alla fine del XV secolo, quando i principi Sanseverino di Bisignano donarono i loro territori ai Cistercensi della vicina abbazia di Santa Maria del Sagittario, fondata nel 1202. I monaci vi edificarono un casale e delle abitazioni per i contadini che avrebbero dovuto mettere a coltura le terre. Da questo villaggio nacque, intorno al 1400, il primo nucleo dell'abitato che prese il nome dall'antico feudatario.
Nel 1806 San Severino, che fino a quel momento apparteneva al territorio di Chiaromonte, a seguito di un ordinamento napoleonico, che poneva fine alla feudalità, confiscando i beni ecclesiastici, si istituì in Comune. Nel 1820 al nome San Severino fu aggiunta la specificazione di Lucano. Dopo l'unità d'Italia il brigantaggio fu molto attivo nel territorio comunale, come d'altronde nell'intero comprensorio del Pollino, favorito da montagne impervie e mancanza di strade. Tra le tante figure di briganti di quel periodo, sono ricordate quelle del Capitano Iannarelli e di Antonio Franco.
Per la sua recente storia San Severino non ha importanti emergenze architettoniche. Al centro del paese sorge la Chiesa Madre di Santa Maria degli Angeli, probabilmente risalente al primo nucleo abitato, ma con l'attuale impianto settecentesco. Al suo interno sono conservate opere di notevole interesse artistico: una croce processionale del XVII sec., un crocifisso ligneo del XVI sec., un prezioso ostensorio, vari dipinti del XVII sec. ed una scultura lignea del XVI sec. raffigurante la deposizione di Cristo. Custodisce, inoltre, la statua della Madonna del Pollino, oggetto di culto in una delle più importanti manifestazioni religiose della Regione.
Nella parte alta del paese sorge la Chiesa di San Vincenzo Ferrari. Fu edificata nel 1765 e successivamente ampliata, modificata e trasformata. Destinata a scuola negli anni Cinquanta del Novecento, è stata riaperta al culto negli anni Novanta, dopo lavori di restauro che hanno riportato l'edificio al suo aspetto originario.
Come detto, il territorio di San Severino offre notevoli attrattive naturalistiche, nonché di archeologia industriale, come i numerosi mulini risalenti al XVIII e XIX secc., situati quasi tutti lungo il corso del torrente Frido. Spettacolare, per chi proviene dalla Valle del Sinni, la visione dei corsi dei torrenti Peschiera e Frido e soprattutto del Bosco Magnano. Situato a una quota compresa fra 700 e 900 metri, è costituito da circa mille ettari a formazione mista di cerri e faggi, con esemplari plurisecolari di grandi dimensioni, accompagnati da carpino bianco, ontani napoletani e aceri. I numerosi affluenti del Peschiera costituiscono l’habitat tipico della lontra.
A circa 600 metri di quota si trova la Contrada Propani, dove sono presenti i resti dell'abbazia del Sagittario. Nei pressi della contrada si trovano i mulini Fasanelli e Cornalonga. I resti di un altro importante mulino, denominato Iannarelli, costruito nel 1720 con la condotta idrica a cascata forzata, si trovano, invece, alla confluenza del Frido con il Salice. Sulle prime pendici del Pollino, a circa 1000 metri di quota, troviamo la frazione di Mezzana, suddivisa in quattro sobborghi disposti ad anfiteatro lungo la valle del torrente Frido.
Arroccato su uno sperone roccioso, a 1573 metri s.l.m., in posizione panoramica su tutta la valle, è possibile ammirare il Santuario della Madonna del Pollino. Questo è stato eretto agli inizi del XVIII secolo nel luogo in cui sorgeva la grotta dove, secondo la tradizione, fu trovata la statua in stile bizantino della Madonna. Il santuario è costituito da vari edifici ed è meta di molti pellegrini che lo affollano maggiormente nel periodo della ricorrenza.

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