L’uomo e lo Spazio sono concetti ancestrali: da sempre si indagano i rapporti fra i due, la convivenza, la condivisione e il desiderio di possesso del primo sul secondo. Riconoscersi in una dimensione plasmata e piegata alle proprie esigenze è una necessità fortemente avvertita dall’Uomo. Su questi presupposti prende forma la bipersonale d’arte contemporanea con protagonisti Matteo Galvano e Giulio Mantovani.
In una cornice già votata all’allestimento e all’esposizione di opere d’arte, la Finter Bank di Lugano nelle vetrine e negli ambienti interni propone ben 24 opere con motivi centrali l’Uomo e lo Spazio. L’artista Matteo Galvano presenta l’inedita serie dal titolo architAMORfosi: qui scorci urbani immediatamente riconoscibili, architettati dall’uomo per l’uomo, assurgono a veri e propri totem della quotidianità urbana e contemporanea, dove la città è intesa come vissuto dell’uomo. Giulio Mantovani, diviso tra pittura e scultura, costruisce un uomo “unità di misura” delle piccole cose. Artefice e, insieme, abitatore della spazio, l’uomo plastificato dell’artista di Como moltiplica se stesso in manufatti di forme uguali ma colori diversi, a connotarne i differenti e molteplici punti di vista delle medesime forme.
La realtà oggettiva appare differente in virtù di colui il quale la interpreta: le opere presenti in mostra invitano il visitatore a domandarsi quale di queste realtà possa coniugarsi al meglio nell’hic et nunc della modernità.
La mostra, inaugurata lo scorso 29 maggio, resta aperta a pubblico durante l’orario della banca fino al 26 giugno.
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