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lunedì 3 maggio 2010

I colori di Giotto. La Basilica di Assisi tra restauro e restituzione virtuale

Comunicato stampa

Nell’VIII Centenario dell’Approvazione della Regola di San Francesco, la città di Assisi e la Comunità francescana conventuale del Sacro Convento promuovono uno straordinario evento dedicato a Giotto e agli affreschi della Basilica di San Francesco. Saranno messi in evidenza aspetti finora ignoti della sua pittura anche grazie alle più moderne tecnologie, che ci consentono di recuperare con il restauro le opere originali e, dove non è possibile, di restituirle in forma virtuale. L’iniziativa, che si svolgerà fino al 5 settembre 2010 nella Basilica di Assisi e a Palazzo del Monte Frumentario, è curata da Giuseppe Basile, a cui si deve uno straordinario lavoro di restauro e di ricerca, grazie al quale è oggi possibile realizzare questo grande evento.
Il progetto comprende innanzitutto il restauro dei dipinti murali di Giotto nella Cappella di San Nicola nella Basilica Inferiore, che è l’ultimo atto di una delle più importanti attività di restauro e di studio mai svolte in Italia. Dal tragico evento del terremoto del 1997, tutta la Basilica di San Francesco è stata infatti interessata da interventi strutturali e conservativi che hanno permesso di “vedere da vicino” uno dei più avvincenti capitoli della storia dell’arte dell’Occidente, dove hanno lavorato i maggiori pittori del Medioevo, tra cui Cimabue, Jacopo Torriti, Giotto e successivamente Pietro Lorenzetti e Simone Martini. In realtà la presenza di Giotto, documentata nel 1309, lascia ancora aperti alcuni interrogativi, ad esempio sui suoi aiuti o sul tempo in cui è rimasto ad Assisi, che gli esiti del restauro potrebbero contribuire a sciogliere, dato che siamo in presenza di una pittura di qualità altissima e di un committente particolarmente importante.
Il cantiere di restauro è aperto ai visitatori, che potranno salire sui ponteggi, seppure in gruppi contingentati, per ammirare da vicino “i colori di Giotto” e la sapiente attività dei restauratori coordinata da Sergio Fusetti, con l’ausilio di una audioguida in più lingue inclusa nel biglietto. La direzione dei lavori del cantiere di restauro è a cura di Vittoria Garibaldi, Soprintendente per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici dell’Umbria.
Dalla Cappella di San Nicola i visitatori potranno salire nella Basilica Superiore per ammirare le Storie Francescane, lungo tutte le pareti della navata e da qui raggiungere, a pochi passi, il trecentesco Palazzo del Monte Frumentario, da poco restaurato, per approfondire la conoscenza di quelle 28 scene che compongono uno dei cicli pittorici più importanti di tutta la storia dell’arte.
In quegli ambienti sarà infatti allestita una mostra “virtuale”su Giotto com’era, che offrirà ai visitatori la possibilità di conoscere l’aspetto originale delle Storie di San Francesco della Basilica Superiore, ricostruite grazie agli studi di un’équipe dell’Istituto Centrale del Restauro diretta da Giuseppe Basile ed alla maestria di Fabio Fernetti. In un unico spazio che ricorda, seppure in dimensioni ridotte, la Basilica Superiore, gli affreschi saranno presentati nel loro aspetto originario prima delle alterazioni che il tempo e le vicende storiche hanno fatalmente favorito.
L'originale impiego di tecniche fotomeccaniche, digitali e di intervento pittorico manuale, ha reso possibili effetti molto vicini a quelli di una pittura su muro.
Se l’intervento sui dipinti di S. Nicola (pensato come un “cantiere aperto”) è un esempio di “recupero fisico” di un’opera d’arte, gli allestimenti che saranno realizzati al Monte Frumentario costituiscono il primo esempio in assoluto di un “recupero virtuale” di un ciclo pittorico condotto alla luce di ricognizioni specialistiche dell’opera.
Per rendere ancora più interessante la restituzione delle Storie francescane, grazie alle tecnologie digitali di HALTADEFINIZIONE gli affreschi virtuali saranno messi a confronto con il loro aspetto attuale, disponibile in una serie di schermi con touch screen disposti in corrispondenza di ogni gruppo di scene.
L’affresco dedicato alla Conferma della Regola di san Francesco da parte di papa Innocenzo III, scelta come immagine guida dell’evento per la ricorrenza del suo VIII centenario, sarà riproposta in scala reale.
In una specifica sezione dell'allestimento sarà inoltre possibile entrare virtualmente all'interno dell'affresco, la cui scena, tradotta in tre dimensioni, viene drammatizzata: i personaggi si animano e dialogano, con Innocenzo III che accoglie Francesco ed i suoi discepoli e ne approva la Regola: un'applicazione di realtà virtuale che consente una immersione sensoriale. I visitatori potranno infatti interagire all'interno dello spazio virtuale in modo semplice e naturale, con il solo movimento del corpo. Una seconda installazione virtuale viene dedicata all'indagine spaziale e prospettica dell'immagine giottesca, in rapporto con quanto la sua resa tridimensionale mette in luce. Il Progetto è ideato e coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, a cura di Eva Pietroni e Francesco Antinucci.
La mostra sarà infine completata da una sezione dedicata alla tecnica dell’affresco e dalla proiezione di un filmato dedicato ai restauri della Basilica realizzato da Artmediastudio.
Un unico biglietto consentirà l’ingresso nel cantiere di restauro della Cappella di San Nicola e negli spazi espositivi del Monte Frumentario. Con lo stesso biglietto sarà inoltre possibile visitare, lungo la stessa Via San Francesco, il Palazzo Vallemani, sede della Pinacoteca Civica, dove si conservano alcuni straordinari affreschi staccati di Giotto e degli artisti assisiati che hanno lavorato nel cantiere della Basilica.
Per l’occasione, sempre a Palazzo Vallemani, sarà allestito un nuovo percorso didattico dedicato al cantiere medioevale e alla tecnica dell’affresco.
I Colori di Giotto è un iniziativa promossa dal Comune di Assisi con la collaborazione del Sacro Convento, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali attraverso la Direzione Regionale, le Soprintendenze dell’Umbria competenti e l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, la Regione Umbria e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e il coordinamento organizzativo di Civita. Il Catalogo è edito da Silvana Editoriale.
La mostra “virtuale” al Monte Frumentario, il restauro in Basilica e il percorso didattico nella Pinacoteca civica si collocano all’interno del Programma triennale di eventi e mostre, promosso dal Comune di Assisi, per celebrare la nascita dell’arte pittorica intorno al cantiere della Basilica di san Francesco e alla figura di Giotto, nell’VIII centenario della fondazione dell’Ordine francescano. Un programma che si pone in una grande prospettiva che ha come traguardo la candidatura di Assisi come Capitale Europea della Cultura nel 2019.
Il progetto si avvale di un prestigioso Comitato scientifico, presieduto da Antonio Paolucci e composto da Giuseppe Basile, Roberto de Mattei, Anna Di Bene, Sergio Fusetti, Vittoria Garibaldi, Elvio Lunghi, Enrica Neri Lusanna, Padre Luigi Marioli, Serena Romano, Enrico Sciamanna, Francesco Scoppola, Alessandro Tomei e Alessandro Delpriori (segretario).
Nell’ambito delle stesse manifestazioni il Comitato scientifico e gli enti promotori stanno lavorando ad un nuovo appuntamento, nel 2011, rappresentato da una grande mostra dal titolo GIOTTO E ASSISI. Il cantiere della Basilica e l’arte in Umbria tra Duecento e Trecento, che sarà allestita di nuovo in Basilica e a Palazzo del Monte Frumentario. Grazie ad un ponteggio appositamente allestito sarà resa possibile la visita ravvicinata delle Storie Francescane di Giotto in corrispondenza della prima campata della Basilica Superiore (A tu per tu con Giotto).
Contestualmente sarà realizzato un percorso espositivo di grande suggestione composto da circa 80 prestiti italiani e internazionali e centrato sulla presenza del pittore fiorentino ad Assisi, dai possibili esordi duecenteschi delle storie dell’Antico Testamento e di San Francesco, fino alla grande decorazione della Basilica Inferiore. Intorno a Giotto la mostra documenterà la straordinaria stagione artistica che vive l’Umbria a cavallo tra il XIII ed il XIV secolo.
Sarà infine realizzata per l’occasione una segnaletica permanente nel territorio comunale di Assisi che consenta di percorrere un itinerario completo delle opere di Giotto e di quelle che si possono collegare più ampiamente alla sua presenza nel cantiere della Basilica tra Duecento e Trecento.

Titolo: I colori di Giotto. La Basilica di Assisi tra restauro e restituzione virtuale
Sede: Basilica di San Francesco e Palazzo del Monte Frumentario, Assisi
Date: 11 Aprile - 5 Settembre 2010
Orari:
Palazzo del Monte Frumentario:
tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.30. Ultimo ingresso alle ore 19.00.
Cappella di San Nicola:
dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 18.30,
sabato dalle 9.30 alle 16.30, domenica dalle 13.30 alle 16.30

sabato 22 agosto 2009

La Chiesa di San Sebastiano a Biella

di Claudia Ghiraldello

A Biella, in Piemonte, si trova una magnifica chiesa rinascimentale voluta dal generoso mecenate Sebastiano Ferrero (1438-1520) e dedicata al santo di cui egli portava il nome. Sebastiano Ferrero, personaggio straordinario, fu feudatario di numerosi luoghi, chiavaro di Biella, consigliere e tesoriere di casa Savoia, poi al servizio del re di Francia nel ducato di Milano dove lavorò finanche su progetti di Leonardo da Vinci. Fu amico dei papi Alessandro VI, Leone X e Giulio II. Morì lasciando un ingente patrimonio ed un notevole credito alla corte di Francia. La chiesa che volle eretta in quel di Biella è in stile lombardo e molto probabilmente fu costruita da Eusebio Ferrari.
L'edificio, la cui prima pietra venne posata nel 1504, fu ultimato verso il 1551; si presenta a croce latina e a tre navate divise da agili colonne in serpentinite della Valle di Oropa con pulvini in cotto. Magnifica è la decorazione della volta a botte della navata centrale, trattandosi di grottesche con inserimento di medaglioni contenenti le immagini di santi e beati; esecutore di tale opera, all'inizio del XVI secolo, in concomitanza con il terribile diffondersi della peste e, dunque, in una sorta di preghiera a Dio, fu il novarese Gerolamo Tornielli.
Anche la volta a botte del presbiterio e del coro è finemente decorata a finti cassettoni. Nella lunetta di fondo del coro una coppia di angeli sorregge un rosone con al centro una vetrata che reca figurato il monogramma di San Bernardino. Sempre nel coro, ma anche in altri punti della chiesa, si trova fregiato lo stemma del fondatore (il leone rampante) in una esaltazione del potere di tale personaggio e della sua famiglia.
All'incrocio del transetto con la navata centrale sorge un tiburio poligonale con dipinti ottocenteschi (1866-67) del Morgari.
L'altare maggiore (rifatto in parte) si deve all'opera di Francesco Albuzzi da Como verso la metà del XVIII secolo. Risultano poi particolarmente degni di attenzione il coro e il leggio, scolpiti da Gerolamo Mellis da Vespolate negli anni 1546-47 e impreziositi da placchette di Limoges risalenti addirittura al XIII secolo (ora, purtroppo, in parte mancanti). Nel presbiterio un'ancona, attribuita a Sebastiano Novelli (prima metà del XVI secolo), raffigura, oltre al committente canonico lateranense, San Sebastiano, Sant'Agostino e un santo vescovo.
Nella cappella caponavata di destra è conservata un'altra opera di grande valore: l'Assunta firmata e datata nel 1543 da Bernardino Lanino con cornice originale. Si tratta di un'opera magnifica che vede nella tavola centrale la figura della Vergine salire in cielo tra lo stupore degli Apostoli, mentre nella predella le storie della Madonna contemplano tra l'altro il macabro episodio apocrifo del funerale di Maria con l'incredulo che si avvicina al lettuccio del corteo funebre per rovesciarlo e le mani – ahilui! – gli restano appese al lettuccio medesimo grondando sangue; il sacrilego riacquisterà l'uso delle mani solo dopo aver venerato il corpo della Vergine ed essersi convertito. In questa tavola è raffigurato anche il committente Graziano della Torre con l'abito dei canonici lateranensi che reggevano chiesa e convento di San Sebastiano e che, evidentemente, promossero l'esecuzione dell'opera.
In corrispondenza del transetto, nella navata destra, si ha una bella statua, opera di Edoardo Tabacchi (1877), raffigurante Giovanna Bertiè Mathew, moglie del famoso generale Alfonso La Marmora. Accanto, un busto del marito è opera di Vincenzo Vela. Interessanti sono anche le statue della Fede, Speranza e Carità create dallo stesso Tabacchi nel medesimo anno e poste a decorazione della porta in marmo del monumento funerario della famiglia La Marmora.
Lungo la navata destra è poi interessante la cappella dedicata alla Madonna di Oropa, la quale conserva due dipinti raffiguranti uno San Bartolomeo, l'altro San Domenico, attribuiti a Boniforte Oldoni (verso il 1555).
Nella cappella caponavata di sinistra sono conservate le tre lunette a fresco che, dipinte dal Lanino, un tempo decoravano i portali esterni in facciata, questa rifatta nel 1885 da Andrea Bona e recentemente restaurata. Nella stessa cappella è conservato un bell'affresco strappato di Gaspare da Ponderano, affresco che, riferibile all'inizio del XVI secolo, raffigura una Madonna in trono con Bambino e i santi Rocco e Sebastiano, protettori dalla peste; proviene da una dimora di Massazza.
Nel transetto sinistro è poi interessante osservare l'Annunciazione dipinta sulle due grandi ante dell'organo cinquecentesco (si tratta di tele) da Raffaele Giovenone nel 1579.
Maestosa, a seguire, la scena di Crocifissione a fresco che si trova nella prima cappella che si incontra scendendo lungo la navata sinistra; risale all'inizio del XVI secolo.
Chiesa molto amata dai biellesi che la frequentano con assiduità, questa di San Sebastiano ebbe a subire in passato numerose traversie. Durante il periodo delle soppressioni napoleoniche il convento venne addirittura trasformato in caserma. Attualmente la chiesa, proprietà del Comune di Biella, è officiata da Padri Francescani e il convento dal 2001 è diventato sede dell'importante Museo del Territorio Biellese.



Immagini:
1 Esterno della chiesa di San Sebastiano a Biella
2 Tavola dell'Assunta, opera di Bernardino Lanino
3 Statua di Giovanna Bertiè Mathew, di Odoardo Tabacchi
4 Affresco raffigurante la Crocifissione

domenica 2 agosto 2009

Iconologia, teologia, antropologia negli affreschi di Ripacandida

Comunicato stampa

Dal 3 al 7 agosto, Ripacandida ospiterà il Prof. Hans Belting, famosissimo critico d’arte internazionale, che valuterà il ciclo pittorico del Santuario di San Donato di Ripacandida. Lo farà nei giorni in cui la piccola comunità del Vulture festeggia il suo Santo protettore e accoglie tutti i cittadini immigrati in Italia e nel Mondo che fanno ritorno in questo periodo per riassaporare l’aria e la cucina del loro vivere storico. Il professore sarà accompagnato in questo suo viaggio di scoperta delle bellezze artistiche del Vulture, dal noto antropologo tedesco Thomas Hauschild che ha vissuto per anni a Ripacandida, dove a svolto una ricerca sulla religiosità popolare e sulla fede legata al Santo guaritore delle malattie della mente e delle sue implicazioni sociali e culturali.
La curiosità del critico d’arte Belting, nasce dall’attenzione degli affreschi che hanno avuto in questi anni, grazie alla sapiente opera di valorizzazione e divulgazione che l’Associazione pro-loco di Ripacandida ha saputo realizzare e all’attenzione più ampia che ha determinato il gemellaggio con la basilica di san Francesco di Assisi. La visita degli esperti non si fermerà solo per le pitture presenti nel Santuario Ripacandida, ma ci saranno ulteriori tappe che riguardano la chiesa rupestre di Santa Margherita di Melfi e il santuario dei Celestini a Goleto. Il prof. Belting, avrà così la possibilità di valutare e giudicare la valenza artistica, storica, culturale e sociale degli affreschi e il suo contributo sarà utile affinché, finalmente, il bellissimo ciclo pittorico che narrà le vicende del Vecchio e Nuovo Testamento, trovi la sua collocazione, tra le opre d’arti più importanti del mezzogiorno e dell’Italia. Per il 4 agosto è previsto un incontro aperto al pubblico, con la presenza delle autorità della sovrintendenza delle belle arti di Matera, della Università della Basilicata, dei rappresentanti del Clero, degli Enti di interesse specifico, quali l’APT e il Gal, nonché la presenza della Comunità Montana e della Provincia di Potenza e della Regione Basilicata, nel quale il prof. Belting e il suo collega Hauschild illustreranno le loro impressioni e il risultato della valutazione dello studio critico dell’intero ciclo, denominato “la bibbia dei poveri” della piccola “Assisi Lucana”.

Premio nazionale Fede e Arte
Hans Belting
Iconologia, teologia, antropologia negli affreschi di Ripacandida
Chiesa di San Donato, Ripacandida
4 agosto 2009, ore 17.00

martedì 7 luglio 2009

Devozione e culto michaelico a Sala Consilina. Un affresco

di Gianmatteo Funicelli

Le origini del culto michaelico, legato quindi alla figura di San Michele Arcangelo, sono da ricercare nel passato orientale, soprattutto nel contesto bizantino inerente ai Michaelicon, gli edifici di culto costruiti per la venerazione del Santo. Il culto poi si avvicinò all’occidente grazie alle diffusioni monastiche dei basiliani, assimilate particolarmente in Italia meridionale. In questa cornice devozionale il culto venne particolarmente avvertito sotto i Longobardi che, dopo essere stati evangelizzati e convertiti, scelsero Michele come protettore delle loro conquiste. Si comportarono allo stesso modo nei confronti del Santo i Franchi di Clodoveo e i Normanni. Successivamente la maggior parte dei santuari michaelici erano concentrati sulla cima delle montagne o all’interno di grotte. Si parla di luogo del culto di San Michele anche nei pressi di fonti d’acqua, in quanto l’Arcangelo era considerato un terapeuta ed un operatore di miracoli per mezzo dell’acqua e dell’olio.
Tutt’oggi restringendo il campo d’indagine al solo Vallo di Diano, i punti di maggiore sacralità sono Sant’Angelo a Fasanella, San Michele alle Grottelle di Padula e, appunto, San Michele di Sala. Questo si erge sul monte Balzata, con la tipica fisionomia del Santuario, nella catena appenninica della Maddalena. Una valente attestazione artistica della figura del Santo Guerriero ci perviene da un affresco cinquecentesco integrato alla struttura rinascimentale del sacrario. Ubicato nel cappellino sul retro-altare maggiore, raffigura l’Arcangelo in una discesa ad ali spiegate nell’atto di conficcare la picca nella bocca del diavolo ormai sconfitto. Nell’altra mano regge una bilancia. Il corpo del demonio è umano, con coda di serpente, mani e piedi unghiuti, nonché occhi sbarrati e orecchie sgorganti fuoco. Non conoscendo una diretta attestazione cronologica, l’opera può essere iconograficamente attribuita ad una raffigurazione di gusto locale di metà cinquecento. Tale soluzione risulta essere un compromesso di varie ipotesi che inquadrano l’opera in un periodo di marcata staticità in cui appunto si rispecchia l’affresco. Altro espediente tipicamente tardo- rinascimentale è la bilancia, dato che nel ‘500 il Santo fu considerato psicosta, ossia pesatore di anime. Anche il repertorio cromatico evidenzia una ricchezza di forte richiamo alla vivacità pittorica cinquecentesca.
Gli affreschi recentemente rinvenuti nei pennacchi laterali dell’abside centrale, completano il ciclo del piccolo affresco in un insieme omogeneo. Nelle due lunette viene rappresentata l’Annunciazione, così da evidenziare il grande valore mistico nella figura del Santo. La scena viene suddivisa con Maria sorpresa dall’angelo nella lunetta di destra, e l’Angelo in discesa in quello di sinistra. Qui Michele viene raffigurato con la tipica veste di stoffa rigonfia sui fianchi, in un forte dinamismo del panneggio mosso dal vento e con in mano un giglio a tre fiori (alludendo alla purezza di Maria prima, durante e dopo il parto). Attualmente il trittico affrescato appare notevolmente “segnato” sullo spazio centrale da una profonda crepatura, proprio sul corpo di Michele: una leggenda popolare legata al culto del posto custodisce e vuole che, in un’epoca ormai lontana, una notevole scossa di terremoto sorprese la popolazione di Sala. Allora San Michele discese sul monte e audacemente annunciò “Mio Signore, lacera me, ma salva i salesi…”.

martedì 5 maggio 2009

Eventi in pillole

a cura di Francesco Mastrorizzi

PRIMO INCONTRO DI LETTURA "CIRCOLO GIULIO PERRONE"
Libreria Cocco, Potenza
Venerdì 8 maggio 2009, ore 19.00

Il giorno 8 maggio alle ore 19.00 presso la Libreria Cocco di Potenza si terrà il primo incontro di lettura del Circolo Giulio Perrone.
I testi oggetto di lettura e di riflessione, da parte della presidente avv. Francesca Sassano e della prof. Alessandra Camodeca, in qualità di vice presidente, saranno La demolizione del Mammut di Giorgio Nisini - Editrice Perrone e ...così è la poesia di Angelina Russo - Edizioni Il Filo.
Il Direttivo giovanile, nelle persone del presidente Lorenzo Cristilli e della vice presidente Micol Cusano, hanno individuato come testo di lettura e di riflessione L'ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani di Umberto Galimberti - Ed..Feltrinelli.
E' prevista la partecipazione all'evento degli autori Giorgio Nisini e Angelina Russo. I libri sono già presenti nella Libreria Cocco.

Telefono: 0971 473295
E-mail: fivelsrl@coccolibrerie-pz.191.it

L'AFFRESCO RITROVATO
Museo Gracco, Pompei (NA)
Lunedì 18 maggio 2009

In occasione della Giornata internazionale dei musei indetta dall'ICOM per il 18 maggio 2009, il Museo Gracco di Arte Contemporanea e Fotografia di Pompei apre eccezionalmente di lunedì per la presentazione al pubblico in anteprima assoluta della ricostruzione artistica di un affresco di Pompei scomparso. Con questa iniziativa il Museo Gracco dà il via ad una serie di ricostruzioni di alcuni dei più belli affreschi pompeiani irrimediabilmente deteriorati dal tempo e dall'indifferenza umana, con l'intento di riproporli nel loro antico splendore.
Durante l'orario di visita (dalle ore 10.00 alle ore 13.00) saranno mostrate dal vivo le fasi di realizzazione di un affresco secondo la tecnica utilizzata dagli antichi maestri di Pompei.

Info e prenotazioni:
museo@gracco.it - tel. 081 8613784
www.museogracco.it

venerdì 10 aprile 2009

Arte sacra antica e contemporanea

Comunicato stampa

Sabato 11 aprile alle ore 9.00 presso il Convento di Sant’Antonio ad Oppido Lucano si terrà la conferenza stampa di presentazione della manifestazione “Arte sacra antica e contemporanea” organizzata dall’Associazione Culturale Artitudo, in collaborazione con i Padri Francescani del Convento di Sant’ Antonio di Oppido Lucano e la Cineteca Lucana.
La manifestazione sarà inaugurata il giorno 16 Aprile alle ore 19.00 con la mostra di Arte Contemporanea dell’artista romano Federico Cozzucoli intitolata "Il dialogo". Allestito nel meraviglioso contesto del Convento di Sant’Antonio a Oppido Lucano, il progetto della mostra prevede che le opere del Cozzucoli dialoghino con gli affreschi del 1548 di Giovanni Todisco da Abriola. Verrà inoltre redatto un catalogo critico a cura di Erica Olmetto.
Contestualmente sarà allestita una Mostra di Arte Sacra a cura della Cineteca Lucana che ripercorre i passi più significativi che la Chiesa ha compiuto per diffondere la Dottrina Cristiana. L’intera manifestazione si svolgerà dal 16 Aprile al 9 Maggio 2009 a Oppido Lucano con l’intento di valorizzare la presenza dei Padri Francescani che quest’anno festeggiano l’ottocentesimo anno dalle origini dell’Ordine e della loro presenza ad Oppido fin dal 1482. L’evento vuole inoltre essere un’occasione per celebrare l’arte sacra “antica” presente in tante chiese e conventi della Basilicata mettendola a confronto con le opere di arte sacra contemporanea. A questo scopo è stato bandito un Concorso dal titolo “L’arte sacra secondo me”, che vedrà impegnati nella produzione di elaborati i giovani delle Scuole Medie Inferiori ed Elementari di Oppido Lucano e dei paesi in cui il Todisco ha operato: Abriola (paese natìo), Anzi, Laurenzana, Cancellara, Avigliano e Rivello. Sempre il 16 aprile è prevista anche la premiazione delle opere vincitrici.
Dal testo critico in catalogo a cura di Erica Olmetto: ”Grazie all’arte il ruolo dell’artista (F.Cozzucoli) in questo contesto diventa funzionale alla propria poetica ma anche al luogo sacro in cui si accinge ad operare, offrendo dal punto di vista artistico e culturale momenti di riflessione verso temi di importanza storica e contemporanea. L’installazione delle opere, realizzate con tecnica mista e spesso con l’ausilio della fotografia e della pittura, segue la successione delle stanze dove si trovano gli affreschi di Giovanni Todisco da Abriola, costruendo in sequenza un percorso narrativo di integrazione e rafforzamento in chiave contemporanea delle immagini preesistenti e del loro significato religioso”. La manifestazione si terrà anche grazie allo sponsor della BCC - Banca di Credito Cooperativo di Oppido Lucano e Ripacandida.

Associazione Culturale Artitudo - Vico Mignogna, 1 - 85100 Potenza Tel.348 3790734.
Email: info@artitudo.it - www.artitudo.it
Convento Sant’Antonio - Oppido Lucano Tel.0971 748183.