Nell’area originariamente adibita a giardino e sede del mercato ortofrutticolo dell'Arcivescovo fu realizzata la prima fontana pubblica di Milano, voluta da Maria Teresa d'Austria; sia la Piazza che la fontana furono dette “del Verziere”. Intorno al 1780 fu stabilito un nuovo aspetto per la piazza: il progetto comprendeva un rinnovamento degli edifici adiacenti e la ripavimentazione lastricata con al centro una fontana. Tra 1781 e 1881 Piermarini, Balzaretto e Alemagna ingentilirono quest’area “con abile sapienza”. Seppur oggi abbia una pura funzione decorativa, costituiva ai tempi una preziosa riserva d’acqua.
Inaugurata nel 1782, rientra nella fase neoclassica dell’arte di fine Settecento. L'opera venne affidata dal conte Carlo di Firmian a Giuseppe Piermarini (1734-1808), "Imperial Regio Architetto" dal 1770 e autore delle monumentali opere quali il Teatro alla Scala, il Palazzo Belgioioso, le facciate di Brera e del Palazzo Reale. Egli fu affiancato dallo scultore Giuseppe Franchi proveniente dall'Accademia di Brera, autore dei modelli in cera per la realizzazione delle sirene e dei delfini che ornano la fontana.
La fontana è composta da tre vasche sovrapposte, in granito rosa di Baveno. Per le sculture di Giuseppe Franchi fu utilizzato il marmo di Carrara. Al centro, da un alto pennacchio sgorga acqua nelle sottostanti vasche. Quattro maschere leonine in bronzo riversano acqua dal bacino inferiore in altrettanti piccole vaschette in granito. Diverse incrostazioni hanno deturpato la superficie dei gruppi scultorei che presentano una diversa situazione di degrado; ciò è dovuto probabilmente ad una cascata irregolare dell’acqua. Un primo intervento consistette in un “brusco massaggio” eseguito con raschietti e carta smerigliata che liberarono le due sirene da un “grigio velo depositato sui loro plastici corpi dall’acqua e dagli agenti atmosferici” detto patina del tempo, a cui solitamente spetterebbe un certo rispetto. Il restauro del 1996 non fece che peggiorare lo stato di degrado già presente. Nel 1988 Gino Pollini, Giulio Marini e Giacomo Polin vinsero un concorso regionale, bandito per la ricostruzione della Piazza. Nel 1991 si decise di realizzare uno spazio pedonale alberato: cento ciliegi dovevano circondare l’opera del Piermarini. Naturalmente il piano particolareggiato arriva solo mezzo secolo dopo i bombardamenti della II Guerra mondiale. Nel ’94 il piano viene approvato dalla Regione ma nel 2003, anno in cui la Commissione edilizia da l’ok per il progetto, la giunta Albertini ha la brillante idea, fortunatamente bocciata da poco, di inserire quest’area tra le appetibili per la realizzazione di aree di parcheggio. Forse ci siamo dimenticati che proprio sotto alla Piazza ci sono i resti della prima cerchia muraria romana. Nella parte nord fu progettato un edificio di quattro piani con un porticato, composto da tre unità: lo StarHotel Rosa; parte per le attività commerciali e per il recupero del Teatro Gerolamo. Nonostante tutto, il progetto non va ancora in porto; viene solo edificato parte del portico che non ha alcun senso. Giacomo Polin scrive al Sindaco Letizia Moratti: «Possiamo sperare di riqualificare piazza Fontana prima dell'Expo 2015?».
E’ doveroso terminare questo excursus storico ricordando l’avvenimento che segnò profondamente la Milano di fine anni ’60: piazza Fontana viene, infatti, ricordata soprattutto per l'attentato terroristico del 1969. Una bomba esplose all’interno della Banca Nazionale dell'Agricoltura causando 16 morti e 88 feriti.
Inaugurata nel 1782, rientra nella fase neoclassica dell’arte di fine Settecento. L'opera venne affidata dal conte Carlo di Firmian a Giuseppe Piermarini (1734-1808), "Imperial Regio Architetto" dal 1770 e autore delle monumentali opere quali il Teatro alla Scala, il Palazzo Belgioioso, le facciate di Brera e del Palazzo Reale. Egli fu affiancato dallo scultore Giuseppe Franchi proveniente dall'Accademia di Brera, autore dei modelli in cera per la realizzazione delle sirene e dei delfini che ornano la fontana.
La fontana è composta da tre vasche sovrapposte, in granito rosa di Baveno. Per le sculture di Giuseppe Franchi fu utilizzato il marmo di Carrara. Al centro, da un alto pennacchio sgorga acqua nelle sottostanti vasche. Quattro maschere leonine in bronzo riversano acqua dal bacino inferiore in altrettanti piccole vaschette in granito. Diverse incrostazioni hanno deturpato la superficie dei gruppi scultorei che presentano una diversa situazione di degrado; ciò è dovuto probabilmente ad una cascata irregolare dell’acqua. Un primo intervento consistette in un “brusco massaggio” eseguito con raschietti e carta smerigliata che liberarono le due sirene da un “grigio velo depositato sui loro plastici corpi dall’acqua e dagli agenti atmosferici” detto patina del tempo, a cui solitamente spetterebbe un certo rispetto. Il restauro del 1996 non fece che peggiorare lo stato di degrado già presente. Nel 1988 Gino Pollini, Giulio Marini e Giacomo Polin vinsero un concorso regionale, bandito per la ricostruzione della Piazza. Nel 1991 si decise di realizzare uno spazio pedonale alberato: cento ciliegi dovevano circondare l’opera del Piermarini. Naturalmente il piano particolareggiato arriva solo mezzo secolo dopo i bombardamenti della II Guerra mondiale. Nel ’94 il piano viene approvato dalla Regione ma nel 2003, anno in cui la Commissione edilizia da l’ok per il progetto, la giunta Albertini ha la brillante idea, fortunatamente bocciata da poco, di inserire quest’area tra le appetibili per la realizzazione di aree di parcheggio. Forse ci siamo dimenticati che proprio sotto alla Piazza ci sono i resti della prima cerchia muraria romana. Nella parte nord fu progettato un edificio di quattro piani con un porticato, composto da tre unità: lo StarHotel Rosa; parte per le attività commerciali e per il recupero del Teatro Gerolamo. Nonostante tutto, il progetto non va ancora in porto; viene solo edificato parte del portico che non ha alcun senso. Giacomo Polin scrive al Sindaco Letizia Moratti: «Possiamo sperare di riqualificare piazza Fontana prima dell'Expo 2015?».
E’ doveroso terminare questo excursus storico ricordando l’avvenimento che segnò profondamente la Milano di fine anni ’60: piazza Fontana viene, infatti, ricordata soprattutto per l'attentato terroristico del 1969. Una bomba esplose all’interno della Banca Nazionale dell'Agricoltura causando 16 morti e 88 feriti.
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