San Girolamo della Carità sorge sul luogo di una chiesa più piccola dedicata allo stesso santo che, secondo la tradizione, venni qui ospitato dalla matrona Paola. Nel 1524 Clemente VII la assegna alla Compagnia della Carità, da lui stessa istituita per con lo scopo di assistere i poveri. L’interno è ha navata unica con due cappelle per lato e altre due ai lati dell’altare maggiore; conserva ancora l’antico soffitto ligneo. Nella prima cappella a destra, appartenente agli Spada dal 1595, si accede con un accorgimento barocco, spostando cioè le ali in legno dell’angelo di sinistra. Dei primi lavori si conosce poco, ma sono documentati quelli iniziati nel 1654 per volontà di padre Virgilio Spada, intimo amico del Borromini, anche per via della stretta collaborazione nel complesso vallicelliano. Controversa è la questione se la decorazione della cappella dipenda o meno da un disegno del Borromini; probabilmente l’architetto e il religioso se ne occuparono entrambi, anche se l’opera è lontana dallo stile tardo del ticinese. La cappella ha forma rettangolare e le pareti sono completamente rivestite di marmi policromi di particolare effetto scenografico e pittorico: le venature sella pietra richiamano infatti una tessitura di damasco. Sulla ricca superficie campeggiano i tondi in marmo con i profili in rilievo dei personaggi più importanti della casata. Completano la decorazione i due grandi sepolcri sulle pareti laterali, sopra i quali sono adagiate le statue di due membri della famiglia, opere di allievi di Gianlorenzo Bernini.
lunedì 19 ottobre 2009
San Girolamo della Carità in Roma
di Angela Delle Donne
San Girolamo della Carità sorge sul luogo di una chiesa più piccola dedicata allo stesso santo che, secondo la tradizione, venni qui ospitato dalla matrona Paola. Nel 1524 Clemente VII la assegna alla Compagnia della Carità, da lui stessa istituita per con lo scopo di assistere i poveri. L’interno è ha navata unica con due cappelle per lato e altre due ai lati dell’altare maggiore; conserva ancora l’antico soffitto ligneo. Nella prima cappella a destra, appartenente agli Spada dal 1595, si accede con un accorgimento barocco, spostando cioè le ali in legno dell’angelo di sinistra. Dei primi lavori si conosce poco, ma sono documentati quelli iniziati nel 1654 per volontà di padre Virgilio Spada, intimo amico del Borromini, anche per via della stretta collaborazione nel complesso vallicelliano. Controversa è la questione se la decorazione della cappella dipenda o meno da un disegno del Borromini; probabilmente l’architetto e il religioso se ne occuparono entrambi, anche se l’opera è lontana dallo stile tardo del ticinese. La cappella ha forma rettangolare e le pareti sono completamente rivestite di marmi policromi di particolare effetto scenografico e pittorico: le venature sella pietra richiamano infatti una tessitura di damasco. Sulla ricca superficie campeggiano i tondi in marmo con i profili in rilievo dei personaggi più importanti della casata. Completano la decorazione i due grandi sepolcri sulle pareti laterali, sopra i quali sono adagiate le statue di due membri della famiglia, opere di allievi di Gianlorenzo Bernini.
San Girolamo della Carità sorge sul luogo di una chiesa più piccola dedicata allo stesso santo che, secondo la tradizione, venni qui ospitato dalla matrona Paola. Nel 1524 Clemente VII la assegna alla Compagnia della Carità, da lui stessa istituita per con lo scopo di assistere i poveri. L’interno è ha navata unica con due cappelle per lato e altre due ai lati dell’altare maggiore; conserva ancora l’antico soffitto ligneo. Nella prima cappella a destra, appartenente agli Spada dal 1595, si accede con un accorgimento barocco, spostando cioè le ali in legno dell’angelo di sinistra. Dei primi lavori si conosce poco, ma sono documentati quelli iniziati nel 1654 per volontà di padre Virgilio Spada, intimo amico del Borromini, anche per via della stretta collaborazione nel complesso vallicelliano. Controversa è la questione se la decorazione della cappella dipenda o meno da un disegno del Borromini; probabilmente l’architetto e il religioso se ne occuparono entrambi, anche se l’opera è lontana dallo stile tardo del ticinese. La cappella ha forma rettangolare e le pareti sono completamente rivestite di marmi policromi di particolare effetto scenografico e pittorico: le venature sella pietra richiamano infatti una tessitura di damasco. Sulla ricca superficie campeggiano i tondi in marmo con i profili in rilievo dei personaggi più importanti della casata. Completano la decorazione i due grandi sepolcri sulle pareti laterali, sopra i quali sono adagiate le statue di due membri della famiglia, opere di allievi di Gianlorenzo Bernini.
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