La nascita della Congregazione dell’oratorio si deve a san Filippo Neri che, nato a Firenze nel 1515, visse e operò a Roma fino alla sua morte. Con l’istituzione ufficiale di Gregorio XIII nel 1575, la congregazione ebbe sede in Santa Maria in Vallicella. Il primo documento che informa dei lavori svolti del Borromini è del 1636, quando questi, ancora non conosciuto, fu impegnato nel rifacimento dell’altare della sacrestia della Chiesa Nuova. Ben presto il ticinese viene nominato architetto della casa, lavorando nelle Stanze di san Filippo Neri, ricostruite e decorate all’interno del convento (1638). Successivamente si occupa della costruzione dell’oratorio superando una serie di difficoltà tecniche che scaturivano dalla prevista collocazione di questo accanto alla chiesa. Queste ultime verranno brillantemente risolte dall’architetto, che si aggiudica la commissione, realizzando una facciata scandita dall’asimmetria della finestre. I lavori di costruzione verranno conclusi in solo due anni. La facciata è concepita dall’architetto come figlia di quella della chiesa, ha minori dimensioni, è costruita in mattoni in contrasto con il luminoso travertino della chiesa. All’interno sono presenti ambienti diversi come l’oratorio, la portineria con la soprastante residenza dei cardinali, la Biblioteca vallicelliana, il refettorio Vallecelliano e la sala di ricreazione con il celebre caminetto borrominiano. Nell’edificio è ospitato l’archivio storico capitolino con l’annessa Biblioteca romana e la sede della Società romana di storia patria.
lunedì 16 novembre 2009
Oratorio dei Filippini in Roma
di Angela Delle Donne
La nascita della Congregazione dell’oratorio si deve a san Filippo Neri che, nato a Firenze nel 1515, visse e operò a Roma fino alla sua morte. Con l’istituzione ufficiale di Gregorio XIII nel 1575, la congregazione ebbe sede in Santa Maria in Vallicella. Il primo documento che informa dei lavori svolti del Borromini è del 1636, quando questi, ancora non conosciuto, fu impegnato nel rifacimento dell’altare della sacrestia della Chiesa Nuova. Ben presto il ticinese viene nominato architetto della casa, lavorando nelle Stanze di san Filippo Neri, ricostruite e decorate all’interno del convento (1638). Successivamente si occupa della costruzione dell’oratorio superando una serie di difficoltà tecniche che scaturivano dalla prevista collocazione di questo accanto alla chiesa. Queste ultime verranno brillantemente risolte dall’architetto, che si aggiudica la commissione, realizzando una facciata scandita dall’asimmetria della finestre. I lavori di costruzione verranno conclusi in solo due anni. La facciata è concepita dall’architetto come figlia di quella della chiesa, ha minori dimensioni, è costruita in mattoni in contrasto con il luminoso travertino della chiesa. All’interno sono presenti ambienti diversi come l’oratorio, la portineria con la soprastante residenza dei cardinali, la Biblioteca vallicelliana, il refettorio Vallecelliano e la sala di ricreazione con il celebre caminetto borrominiano. Nell’edificio è ospitato l’archivio storico capitolino con l’annessa Biblioteca romana e la sede della Società romana di storia patria.
La nascita della Congregazione dell’oratorio si deve a san Filippo Neri che, nato a Firenze nel 1515, visse e operò a Roma fino alla sua morte. Con l’istituzione ufficiale di Gregorio XIII nel 1575, la congregazione ebbe sede in Santa Maria in Vallicella. Il primo documento che informa dei lavori svolti del Borromini è del 1636, quando questi, ancora non conosciuto, fu impegnato nel rifacimento dell’altare della sacrestia della Chiesa Nuova. Ben presto il ticinese viene nominato architetto della casa, lavorando nelle Stanze di san Filippo Neri, ricostruite e decorate all’interno del convento (1638). Successivamente si occupa della costruzione dell’oratorio superando una serie di difficoltà tecniche che scaturivano dalla prevista collocazione di questo accanto alla chiesa. Queste ultime verranno brillantemente risolte dall’architetto, che si aggiudica la commissione, realizzando una facciata scandita dall’asimmetria della finestre. I lavori di costruzione verranno conclusi in solo due anni. La facciata è concepita dall’architetto come figlia di quella della chiesa, ha minori dimensioni, è costruita in mattoni in contrasto con il luminoso travertino della chiesa. All’interno sono presenti ambienti diversi come l’oratorio, la portineria con la soprastante residenza dei cardinali, la Biblioteca vallicelliana, il refettorio Vallecelliano e la sala di ricreazione con il celebre caminetto borrominiano. Nell’edificio è ospitato l’archivio storico capitolino con l’annessa Biblioteca romana e la sede della Società romana di storia patria.
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