di Marianna Zaccagnino
Un tema sempre più attuale, sia
per la crescente coscienza ambientale che per la necessità di risparmiare sui
costi energetici, è la bioarchitettura, che si pone come obiettivo primario la
sostenibilità e l’equilibrato rapporto tra ambiente e costruito, dimostrando
che si possono progettare e costruire case belle da vedere e da vivere.
Aldo Cibic, un nome importante
del design made in Italy, Tommaso Corà e il centro di ricerca Cibicworkshop
hanno espresso questa filosofia, sperimentando sistemi di costruzione
antisismici con materiali a bassa impronta ecologica. Ne è un esempio il
progetto “Coltivare una casa”, un alloggio costruito in legno, calce e canapa (fibra
vegetale prodotta anche in Italia fino alla metà del secolo scorso). Si tratta
di una vera abitazione di 70mq biocompatibile ad emissioni zero, realizzata con
mattoni bio, che costituiscono un buon isolante acustico e termico, regolano
l’umidità, evitano la formazione di muffe e la dispersione del calore con un
notevole risparmio di energia. Inoltre sono riciclabili, si possono frantumare
e reimpastare con acqua e calce, a fine ciclo sono biodegradabili – quindi non
creano inquinamento –, ed in più posseggono la capacità di assorbire CO2,
grazie alle caratteristiche biologiche delle materie prime di cui sono
costituiti. Un nuovo modo di creare edifici funzionali ed esteticamente
innovativi, sfruttando le potenzialità di un materiale tradizionale in veste
moderna. Tra le peculiarità, una certa quantità di impianti, alcuni combinabili
tra loro: un generatore eolico, pannelli solari termici per la produzione di
acqua calda sanitaria, un impianto a biomassa per il riscaldamento, un impianto
geotermico, un impianto per il recupero delle acque piovane. Ma non è solo
questo. All’interno: impianto radiante a pavimento, illuminazione a led per un
bassissimo consumo energetico, arredi realizzati con materiali sostenibili e di
riciclo e infine il water sottovuoto che permette di ridurre di trenta volte la
quantità d’acqua attualmente utilizzata per il risciacquo, e per l’esterno una
tenda solare contro l’irraggiamento ottenuta con materiali tecnici, un sistema
di depurazione delle acque bianche al fine di irrigare il giardino e il tetto verde
che risulta isolare d’estate e d’inverno.
“Coltivare una casa” è la
combinazione di nuovissime e nuove tecnologie già in uso, ma con la proprietà
di essere qui tutte riunite insieme a lavorare per un unico obiettivo:
migliorare la qualità della vita per un futuro più green.
Questo progetto non è l’unico
studiato: la ricerca, che ha come ideale lo sviluppo sostenibile agricolo e
residenziale, è proseguita nel workshop estivo 2012 con “Coltivare una Comunità”, dove si è voluto
dimostrare come la vita di una comunità possa avere un alto livello di
condivisione ed essere finalizzata all’autosufficienza energetica ed
alimentare.
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