Comunicato stampa
Venerdì 29 marzo 2013, alle ore
18.30 e alle ore 23.00, nelle antiche strade di Castronuovo Sant’Andrea, per
iniziativa della Pro Loco e con la collaborazione del MIG. Museo Internazionale
della Grafica – Biblioteca Comunale “Alessandro Appella”, si rinnova l’incontro
arte-fede: un artista contemporaneo interpreta gli episodi della storia degli
ultimi giorni di Gesù e scandisce con il suo lavoro la processione che da
centinaia di anni attraversa il paese e ha il suo momento più emozionante
nell’incontro del Figlio morto con la Madre rappresentati da due statue in
cartapesta del XVIII secolo conservate nella Chiesa Madre. La processione
notturna, invece, si caratterizza per il fatto di essere riservata solo agli
uomini.
Castronuovo, entrata fin dal 1981
nel giro delle città che fissano l’appuntamento pasquale con l’arte attraverso
una particolare Via Crucis, dimostra quanto sia importante confermare questa
tradizione di una esperienza così esaltante come quella di porsi di fronte al
mistero della Passione.
Dopo Fazzini, Strazza, Dal Molin
Ferenzona, Masi, Ricci, Lorenzetti, Cerone, Santoro, Janich, Pirozzi,
Scorcelletti, Pulsoni, Guida, Masini, Masi, Timossi e tanti altri, le
quattordici stazioni della passione, quest’anno, sono del grande scultore
FAUSTO MELOTTI ((Rovereto 1901 – Milano 1986). Dipinte su cartone tra il 1957 e
il 1967, rinnovano l’incontro arte-fede e scandiscono il percorso di un grande
mistero. È la seconda volta che vengono esposti in Italia.
Melotti ha raccontato da par suo
gli anni del dopoguerra che segnano, con la personale alla Galleria
L’Annunciata presentata da Alfonso Gatto, il suo ritorno alla pittura: “Durante
una guerra lunga e crudele e un dopoguerra sconvolto e senza pace mi trovai
alla deriva su strade non mie. Giustifico queste lunghe pause pensando che
l’artista partecipi con lo spirito, anche e soprattutto inconsciamente, alle
vicende della società in cui vive”.
“Io dipingo. In pittura forse
abbiamo ancora il modo di dire qualcosa, una parola che almeno non sia stata
pronunciata con quell’accento. Un modo privato, una specie di diario. In
scultura più niente da fare, da dire, dopo quello che è già stato detto e
fatto. È morta, per ora. Nessuno può crederci più”. “L’evento informale, sia
nell’arte sia nella natura, dal vibrare del microbo alle cascate dei fiumi, dal
tronco all’uragano, non riesce a catalizzarsi nella forma compiuta, espressione
dell’arte. Il taglio di Fontana è l’emblematico bisogno di uscire dalla giungla
informale”.
“Stupido amore della materia.
L’arte non nasce plasmata o forgiata o compressa sotto vuoto. Come Minerva
nasce dal cervello. Molte opere d’arte conclamate si rivelano nate da un’idea
artigianale, tutta prevedibile. Un muro invalicabile, il muro della poesia,
preclude la cittadella dell’arte. Lì dentro le idee passeggiano nude”.
“Il raptus drammatico della
creazione artistica è simile allo stato d’animo del ragazzo che, trovandosi a
camminare nella notte in una strada deserta, per farsi coraggio canta e, non
ricordando più nulla, inventa la canzone”. “Eliminare il piacere, il gusto
della materia. Nella scultura ciò che conta è l’occupazione armonica dello
spazio, nella pittura il gioco profondo del disegno e del colore. Gli aleatori
imprevisti della materia non sono il sogno. Gli stimoli non sono le
sensazioni”.
Da questo momento, la pittura
sarà compagna fedele di Melotti, un esercizio quotidiano compiuto nel silenzio
dello studio di Via Leopardi a Milano, di Via San Sebastianello a Roma, mai
dimenticando ciò che era stato ed era “il vento della guerra, delle divisioni,
delle stragi” e quanto Picasso avesse segnato con Guernica la prima stazione di
una lunga Via Crucis, da percorrere per ritrovare la fede smarrita.
Le quattordici stazioni di
Melotti compiono questo percorso di fede modulando abilmente il linguaggio
della pittura e della scultura, attraverso un accumulo pastoso di colore steso
sulla carta col gesto di chi vuole riflettere su quanto quotidianamente accade
intorno a noi, ridando lentamente corpo alle figure filamentose che si
dispiegano intorno al Cristo crocifisso.
In occasione della Via Crucis,
sarà possibile vedere, nelle sale del MIG. Museo Internazionale della Grafica,
l’opera grafica di Melotti dal 1970 al 1985 e le incisioni di Alexander Calder
per E. E. Cummings. Le 14 stazioni, dopo la processione, verranno allestite in
una delle sale del MIG e rimarranno esposte fino all’1 giugno 2013.
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