di Rosanna D'Erario
Fino al 1° febbraio 2015 sarà possibile ammirare a Palazzo Reale di Milano una retrospettiva su Marc Chagall, la più grande mai dedicata all’artista negli ultimi cinquant’anni in Italia. Le oltre duecento opere esposte sono il frutto di una collaborazione con gli eredi dell’artista, con collezioni pubbliche e private e con i più grandi musei del mondo, come il MoMa e il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington DC, il Museo nazionale russo di San Pietroburgo, il Pompidou di Parigi.
Fino al 1° febbraio 2015 sarà possibile ammirare a Palazzo Reale di Milano una retrospettiva su Marc Chagall, la più grande mai dedicata all’artista negli ultimi cinquant’anni in Italia. Le oltre duecento opere esposte sono il frutto di una collaborazione con gli eredi dell’artista, con collezioni pubbliche e private e con i più grandi musei del mondo, come il MoMa e il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington DC, il Museo nazionale russo di San Pietroburgo, il Pompidou di Parigi.
I curatori si sono posti il
problema di chi sia Marc Chagall e di come mai questo pittore così
amato continui ad avere senso e successo. Con il suo linguaggio
inconfondibile, universale, Chagall rimane ad oggi un pittore
straordinariamente moderno, come moderni sono i suoi temi: l’esilio
negli Stati Uniti; l’emigrazione in Francia; la contaminazione di
tre culture: l’ebraica di cui è originario, la russa e la cultura
occidentale francese. Lo spettatore attraverso quindici sezioni
ripercorre cronologicamente la vita dell’artista, dall’esordio in
Russia fino al ritiro in Costa Azzurra, dove trascorrerà gli ultimi
anni della sua vita. In questa vasta esposizione emerge ciò che era
Chagall, un artista che sperimentò i linguaggi di tutte le
avanguardie, rimanendo, però, sempre coerente con se stesso.
Tra le sezioni più coinvolgenti
della mostra, c’è sicuramente quella dedicata all’amore per
Bella, la sua prima moglie, testimoniato attraverso La
passeggiata, Il compleanno o
Gli amanti in blu.
L’amore,
leitmotiv della produzione chagalliana, non è solo quello per la
moglie, ma per la vita stessa, per il suo paese natio Vitebsk,
anch’esso espresso in diverse opere (Nudo
sopra Vitebsk o Sopra
Vitebsk), nonché
l’amore per il teatro, con la produzione di diversi costumi dipinti
a mano, che aprono la mostra.
L’esposizione si conclude con
Don Chisciotte, l’eroe
che non teme le avversità e che Chagall raffigura collocando alle
sue spalle le bandiere dell’ideologia e gli incendi delle tragedie.
A questo dipinto si può associare un’immagine positiva, affermando
che forse può avere un senso lottare contro i mulini a vento. Una
positività che trasmette questa grande esposizione, la stessa che
non ha mai abbandonato Marc Chagall, che, intrecciando sentimenti e
colori vivaci e brillanti, ha preferito tralasciare i momenti bui e
tristi della sua vita per comunicare ottimismo e felicità.
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