[Comunicato stampa] - AMO Arena Museo Opera, il Museo della Fondazione Arena di Verona, collocato nella splendida cornice di Palazzo Forti, spalanca le sue porte a una stagione d’eccezione e un’importante programmazione di mostre ed eventi culturali.
Il prossimo 22 maggio AMO presenterà al pubblico nientemeno che un Premio Nobel e la Divina del canto, Dario Fo e Maria Callas.
La mostra Dario Fo dipinge Maria Callas presenta le opere realizzate da Dario Fo tra il 2013 e il 2015 e dedicate alla grande soprano, che debuttò nel 1947 proprio all’Arena di Verona.
Fo si definisce “attore dilettante e pittore professionista” e alla pittura ha dedicato gran parte delle sue energie. La mostra a Verona è l’occasione per conoscerlo più da vicino, più intimamente, tra passioni ed espressioni geniali che gli sono proprie.
Oltre 70 opere, raccontate ai visitatori dallo stesso Dario Fo, accompagnano il visitatore alla scoperta di AMO, il Museo dedicato alla creatività e all’eccellenza dell’opera lirica italiana che si propone di far conoscere al grande pubblico la perfetta macchina creativa che sta alla base delle celebri opere liriche, tipiche della tradizione culturale italiana e che tutto il mondo ammira. AMO ospita attualmente una mostra permanente e due temporanee e inoltre conta al suo interno la presenza di un pregiato ristorante. Il Museo inoltre è la location ideale per una mostra dedicata a Maria Callas: il suo forte legame con la città di Verona, e ovviamente con l’Arena, ha fatto sì che proprio al Museo AMO fosse allestita un’intera sala intitolata alla celebre diva, voce immortale incarnata nell’arte lirica.
Un genio che racconta uno dei più incredibili talenti di ogni tempo, in una delle più belle città di Italia, in un contesto di pregio: un cortocircuito imperdibile.
Con il Patrocinio del Comune di Verona, la mostra, aperta dal 22 maggio al 27 settembre 2015, è promossa dalla Fondazione Arena di Verona e prodotta e organizzata da Arthemisia Group.
L’evento è realizzato in collaborazione con Jacopo Fo e Gianmarco Mazzi per C.T.F.R. Compagnia Teatrale Dario Fo e Franca Rame, e si avvale del media coverage di Sky Arte HD.
Riduttivo sarebbe poter pensare di incapsulare il Maestro Dario Fo all’interno di ermetiche categorizzazioni: drammaturgo, attore, regista, costumista e impresario della sua stessa compagnia. Scrittore, autore, illustratore, scenografo e attivista italiano noto per l’impegno politico insieme alla moglie Franca Rame. Il suo genio non è suscettibile a definizioni.
Anche se noto per la sua spiccata spregiudicatezza intellettuale e per l’acuta satira, egli ha saputo fare della sua vita e delle sue passioni un’opera d’arte a tutto tondo e senza confini. Oggi Dario Fo si fa pittore e trova un nuovo soggetto da narrare e a far da padroni sono i suoi colori che danno nuovo vigore a un mito d’altri tempi, a una personalità carismatica, drammatica e mutevole: Dario Fo dipinge Maria Callas.
Dopo il libro uscito a ottobre 2014 intitolato Una Callas dimenticata (di Dario Fo e Franca Rame, edito da Franco Cosimo Panini) e a seguire l’omonimo spettacolo teatrale a novembre (scritto a quattro mani con la compagna Franca Rame), Fo omaggia ancora una volta con la più rappresentativa espressione d’arte – la pittura – la cantante più famosa dell’ultimo secolo.
L’amore per la pittura nasce dal desiderio del Maestro - maturato nel corso della sua carriera - di metter mano personalmente alla parte illustrativa degli spettacoli, dipingendo e inserendo gli elementi iconografici nelle quinte delle sue opere che, come in un romanzo a colori, potessero raccontare ancor meglio la vita dei suoi celebri personaggi. Ed è da questo intento che scaturisce l’ardore di narrare la vita della grande Callas. Tra le sale di AMO il drammaturgo presenta un reportage di vita e palcoscenico che ripercorre tutta la biografia della Divina.
Attraverso un’arte dalle linee pulite e i colori sgargianti, Fo dipinge momenti di vita del mitico soprano ripercorrendone l’evoluzione dall’infanzia in America ai trionfi in Italia; gli anni della voracità - non solo artistica, la storia d’amore con il marito Giovanni Battista Meneghini, l’incontro fatale con Aristotele Onassis, Luchino Visconti e via via fino a giungere all’oblio dell’ultimo periodo.
È lo stesso Dario Fo, sala dopo sala, che racconta la mostra e i retroscena che hanno ispirato le sue opere.
Attraverso un percorso cronologico che ripercorre di anno in anno gli avvenimenti della vita della Callas, Fo cede alla tentazione di raccontare la Diva, ironica e sarcastica qual era, narrando come nell’opera I Ravanelli il celebre episodio in cui sul palco della Scala, al termine di una ripresa di Traviata (dicembre 1954), le fu lanciato in segno di disapprovazione un mazzo di ravanelli da un ammiratore della Tebaldi (il soprano italiano all’epoca egualmente amato): a causa della forte miopia la Callas scambiò i ravanelli per fiori che raccolse con gratitudine inchinandosi in segno di riconoscenza e che, solo successivamente, addentò a mo’ di scherno.
Il Maestro ritrae anche le fasi del leggendario dimagrimento, attraverso una serie di opere, come Allegoria dei viaggi di Gulliver dove la Callas è presentata nei panni di una gigantessa e Alla fine del dimagrimento.
In L’isola di Torcello Fo narra attraverso la tela di una gita organizzata da Meneghini per conquistare la giovane appena giunta in Italia dall’America e in Maria e Meneghini - Ormai eravamo amanti rievoca la vita sentimentale con il futuro marito.
In Maria e Aristotele si amano, Fo dipinge la tragica passione per l’armatore greco Aristotele Onassis, passando per l’incontro con Luchino Visconti che tiene per Maria una vera e propria lezione sull’arte dello stare in scena: una biografia a colori che dà un resoconto della storia della lirica novecentesca.
Il drammaturgo omaggia infine anche la città scaligera: numerosi i lavori nei quali è riprodotta l’Arena, come L’Aida all’Arena di Verona con la Callas.
Fo si definisce “attore dilettante e pittore professionista” e alla pittura ha dedicato gran parte delle sue energie. La mostra a Verona è l’occasione per conoscerlo più da vicino, più intimamente, tra passioni ed espressioni geniali che gli sono proprie.
Oltre 70 opere, raccontate ai visitatori dallo stesso Dario Fo, accompagnano il visitatore alla scoperta di AMO, il Museo dedicato alla creatività e all’eccellenza dell’opera lirica italiana che si propone di far conoscere al grande pubblico la perfetta macchina creativa che sta alla base delle celebri opere liriche, tipiche della tradizione culturale italiana e che tutto il mondo ammira. AMO ospita attualmente una mostra permanente e due temporanee e inoltre conta al suo interno la presenza di un pregiato ristorante. Il Museo inoltre è la location ideale per una mostra dedicata a Maria Callas: il suo forte legame con la città di Verona, e ovviamente con l’Arena, ha fatto sì che proprio al Museo AMO fosse allestita un’intera sala intitolata alla celebre diva, voce immortale incarnata nell’arte lirica.
Un genio che racconta uno dei più incredibili talenti di ogni tempo, in una delle più belle città di Italia, in un contesto di pregio: un cortocircuito imperdibile.
Con il Patrocinio del Comune di Verona, la mostra, aperta dal 22 maggio al 27 settembre 2015, è promossa dalla Fondazione Arena di Verona e prodotta e organizzata da Arthemisia Group.
L’evento è realizzato in collaborazione con Jacopo Fo e Gianmarco Mazzi per C.T.F.R. Compagnia Teatrale Dario Fo e Franca Rame, e si avvale del media coverage di Sky Arte HD.
Riduttivo sarebbe poter pensare di incapsulare il Maestro Dario Fo all’interno di ermetiche categorizzazioni: drammaturgo, attore, regista, costumista e impresario della sua stessa compagnia. Scrittore, autore, illustratore, scenografo e attivista italiano noto per l’impegno politico insieme alla moglie Franca Rame. Il suo genio non è suscettibile a definizioni.
Anche se noto per la sua spiccata spregiudicatezza intellettuale e per l’acuta satira, egli ha saputo fare della sua vita e delle sue passioni un’opera d’arte a tutto tondo e senza confini. Oggi Dario Fo si fa pittore e trova un nuovo soggetto da narrare e a far da padroni sono i suoi colori che danno nuovo vigore a un mito d’altri tempi, a una personalità carismatica, drammatica e mutevole: Dario Fo dipinge Maria Callas.
Dopo il libro uscito a ottobre 2014 intitolato Una Callas dimenticata (di Dario Fo e Franca Rame, edito da Franco Cosimo Panini) e a seguire l’omonimo spettacolo teatrale a novembre (scritto a quattro mani con la compagna Franca Rame), Fo omaggia ancora una volta con la più rappresentativa espressione d’arte – la pittura – la cantante più famosa dell’ultimo secolo.
L’amore per la pittura nasce dal desiderio del Maestro - maturato nel corso della sua carriera - di metter mano personalmente alla parte illustrativa degli spettacoli, dipingendo e inserendo gli elementi iconografici nelle quinte delle sue opere che, come in un romanzo a colori, potessero raccontare ancor meglio la vita dei suoi celebri personaggi. Ed è da questo intento che scaturisce l’ardore di narrare la vita della grande Callas. Tra le sale di AMO il drammaturgo presenta un reportage di vita e palcoscenico che ripercorre tutta la biografia della Divina.
Attraverso un’arte dalle linee pulite e i colori sgargianti, Fo dipinge momenti di vita del mitico soprano ripercorrendone l’evoluzione dall’infanzia in America ai trionfi in Italia; gli anni della voracità - non solo artistica, la storia d’amore con il marito Giovanni Battista Meneghini, l’incontro fatale con Aristotele Onassis, Luchino Visconti e via via fino a giungere all’oblio dell’ultimo periodo.
È lo stesso Dario Fo, sala dopo sala, che racconta la mostra e i retroscena che hanno ispirato le sue opere.
Attraverso un percorso cronologico che ripercorre di anno in anno gli avvenimenti della vita della Callas, Fo cede alla tentazione di raccontare la Diva, ironica e sarcastica qual era, narrando come nell’opera I Ravanelli il celebre episodio in cui sul palco della Scala, al termine di una ripresa di Traviata (dicembre 1954), le fu lanciato in segno di disapprovazione un mazzo di ravanelli da un ammiratore della Tebaldi (il soprano italiano all’epoca egualmente amato): a causa della forte miopia la Callas scambiò i ravanelli per fiori che raccolse con gratitudine inchinandosi in segno di riconoscenza e che, solo successivamente, addentò a mo’ di scherno.
Il Maestro ritrae anche le fasi del leggendario dimagrimento, attraverso una serie di opere, come Allegoria dei viaggi di Gulliver dove la Callas è presentata nei panni di una gigantessa e Alla fine del dimagrimento.
In L’isola di Torcello Fo narra attraverso la tela di una gita organizzata da Meneghini per conquistare la giovane appena giunta in Italia dall’America e in Maria e Meneghini - Ormai eravamo amanti rievoca la vita sentimentale con il futuro marito.
In Maria e Aristotele si amano, Fo dipinge la tragica passione per l’armatore greco Aristotele Onassis, passando per l’incontro con Luchino Visconti che tiene per Maria una vera e propria lezione sull’arte dello stare in scena: una biografia a colori che dà un resoconto della storia della lirica novecentesca.
Il drammaturgo omaggia infine anche la città scaligera: numerosi i lavori nei quali è riprodotta l’Arena, come L’Aida all’Arena di Verona con la Callas.
Titolo: Dario Fo dipinge Maria Callas
Sede: AMO Arena Museo Opera, Palazzo Forti, Verona
Periodo: 22 maggio - 27 settembre 2015
Catalogo: Skira
Immagine: Dario Fo, I ravanelli, 2014, tecnica mista su tavola, 57x62 cm, Archivio Franca Rame e Dario Fo.
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