di Carlo Maria Nardiello
L’arte è sempre stata oggetto delle più svariate declinazioni in ogni epoca e ad ogni latitudine. Di seguito si propone una breve selezione di opere di meta-arte: con questo termine si intendono tutto quelle espressioni che indagano e trattano l’arte stessa. Poeti, pittori, scrittori che speculano intorno al fatto artistico consentono di ammirare un panorama esclusivo e a tratti intimo.
Di seguito è una poesia di Alda Merini (1931-2009), autrice tra le più interessanti delle "lettere" italiane del Novecento. Più volte proposta per il Nobel per la letteratura, Alda Merini è l’autrice della poesia Io non ho bisogno di denaro:
Io non ho bisogno di denaro
Ho bisogno di sentimenti
di parole
di parole scelte sapientemente
di fiori detti pensieri
di rose dette presenze
di sogni che abitino gli alberi
di canzoni che facciano danzare le statue
di stelle che mormorino
all’orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia:
questa magia che brucia
la pesantezza delle parole
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
Nell’ambito del figurativo, uno dei più autorevoli protagonisti del Bel Paese è senza dubbio Ugo Nespolo (1941), che da Torino muove i primi passi partendo da chiare influenze Pop Art per poi conquistare uno stile e una forma propria, personale e riconoscibilissima. Con numerose “invasioni” nel campo del design industriale, firma la grafica per importanti marchi quali Campari, Panini, Bic e Swatch. Nel 1973, all’interno di una serie interamente dedicata ai grandi artisti del Novecento, esegue Andy e Dandy, un chiaro omaggio a Warhol.
Anaïs Nin (1903-1977) rappresenta un unicum nel tessuto letterario del Novecento. Un animo controverso e affascinante, almeno quanto quello di Alda Merini, Anaïs Nin è da molti considerata la voce più autorevole della letteratura erotica degli inizi. In molte, moltissime occasioni la scrittrice e poetessa affronta il tema della scrittura, vero e proprio rifugio frequentato a partire dall’abbandono paterno all’età di 11 anni. In queste righe, tratte da Mistica del sesso, Nin riesce a cogliere il germe più autentico della scrittura:
Perché si scrive è una domanda a cui posso rispondere facilmente, dato che me lo sono chiesto così spesso. Penso che un autore scriva perché ha bisogno di creare un mondo in cui poter vivere. Io non potrei mai vivere in nessuno dei mondi che mi sono stati offerti: il mondo dei miei genitori, il mondo della guerra, il mondo della politica. Dovevo crearne uno tutto mio, come un luogo, una regione, un'atmosfera in cui poter respirare, regnare e ricrearmi quando ero spossata dalla vita. Questa, credo, è la ragione di ogni opera d'arte.
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