L’effetto pittorico è decisamente acquatico. Gigino Falconi evoca un’atmosfera Triphop di stile inglese oppure un’onda made in Bristol stile Alpha o Portshead. I dipinti “La capra sul Lago” (1994); “Il Fanciullo” (1988); “Meriggio” (1987-88) sono la sintesi espressiva della nuova cultura sociale dell’artista. Più altri quadri che si muovono in modo centrifugo sullo sfondo nero lucido: “La Castellana Lunare” (1994), “Il Fanciullo” (1988) e “Premonizione” (1999). La sua ricerca iconica di estremo rigore formale e di straordinaria intensità luministica trova applicazione nei grandi cicli pittorici, come quelli dedicati ai temi dannunziani e all’arte sacra.
Falconi fa delle sue opere una cronaca di emozioni e di speranze della sua vita quotidiana, ma anche un recupero di esperienze e di sensazioni che gli provengono dal mondo della cultura. Nelle quali si riconosce la metacognizione fatta sulla poesia dell’Alcyone di Gabriele D’Annunzio. Che tra l’altro riaccende nel pittore la cultura umanistica, arricchita da interessi in campo religioso. È stato, infatti, spinto a realizzare il ciclo “Una luce sul mondo” ed ad esporlo a Giulianova (2001) perché la poesia lo ha spinto a pensare alla spiritualità e alla pittura religiosa.
La pittura metafisica di Falconi ci permette di immergerci nel tempo presente: i suoi racconti offrono allo spettatore una serie di rivelazioni e significati, non sempre facili e accessibili. Del resto la sua produzione è ricca di suggestioni espressive e la media la realtà circostante attraverso la gestualità dei suoi personaggi o le ambientazioni teatrali che assumono toni espressivi particolarissimi. Questo si traduce in una scelta compositiva rivolta - quasi completamente - alle immagini femminili, diventando il nucleo centrale della struttura compositiva.
La sua è ricerca sull’identità e sulla figura umana, condotta con nuove performance gestuali; e crea un forte impatto emotivo nello spettatore. La luce, che modella la figura umana, è un artificio linguistico che rende il tempo passato, presente all’interno della struttura compositiva del quadro. La sua è una pittura fatta di luoghi interiori, di frammenti poetici, portati con sé per tutta la vita, ma senza stacchi e sradicamenti sentimentali. Negli ultimi anni il suo lavoro è stato al centro di una serie di monografie firmate da noti critici: Antonio De Guercio, Carlo Bo, Mario Luzi e Mario De Micheli; interventi critici di Sandro Parmigiani e di Vittorio Sgarbi.
Nato a Giulianova, in provincia di Teramo, ha iniziato a dipingere a soli sedici anni e, presto, si è dedicato alla concezione e alla realizzazione di numerosi cicli pittorici. Tra i numerosi impegni che lo hanno visto protagonista in vent'anni di carriera, molti lavori grafici ispirati dalle poesie di Enzo Fabiani, Alberico Sala, Leonardo Cohen. Molte sono state dopo gli anni Cinquanta, le esposizioni cui ha partecipato - personali e collettive - in tutta Italia e all'estero (Stati Uniti, Olanda, Canada, Giappone) mentre diversi suoi dipinti si trovano in collezioni pubbliche e private.
Titolo: Gigino Falconi. Mostra personale
Sede: Villa Coppetti, Castelbellino (AN)
Periodo: dal 17 al 31 luglio 2011
Inaugurazione: domenica 17 luglio, ore 17.30
Orario: tutti i giorni dalle 17.30 alle 19.30
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