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venerdì 28 gennaio 2011

RIcreazione

Comunicato stampa

L’Associazione Culturale Frammenti e studio Spaziosessantasei presentano RIcreazione, una mostra di Salvatore La Battaglia.
RIcreazione vuole celebrare il corpo della donna, che è gioia e cosa preziosa, proprio come i gioielli. Il gioiello diventa corpo e viceversa. Solo che la creazione di Salvatore La Battaglia non avviene con la trasformazione di materiali preziosi, ma poveri e di riuso. E la celebrazione del corpo della donna diventa un gioco parodistico che prende la bellezza dal passato e la trasmigra nel presente, apportando elementi di modernità ostentata, perchè di questo si tratta: di mettere in mostra il bello e il gioco.
RIcreazione è sostanzialmente un evento, più che una semplice mostra, che si svolge attraverso la presentazione di gioielli in materiali ferrosi e plastici, indossati da modelle affatto ordinarie che si aggireranno tra i visitatori, e manipolati come complementi di immagini evocative che divengono vere e proprie opere a sè stanti,accompagnate musicalmente dai suoni elettronici del dj Vittorio De Rienzo.
La produzione di S. La Battaglia presenta, ri-proponendo in un claidoscopio di immagini-citazioni provenienti da alcuni dei capolavori assoluti del periodo a cavallo tra XIX e XX sec., la problematicità del dare alla donna, o alla sete di essa, un volto univoco e puro.

La location:
Spaziosessantasei è, in origine, uno studio di giovani architetti, Manuela Cardone e Valentina Stefanelli. Dal 29 Febbraio le sale dello studio si trasformeranno in spazio espositivo e luogo di eventi d’arte, per inaugurare la realizzazione di una nuova idea e di un progetto che prende decisamente il via, quello di rendere pubblico, e dedicarlo all’arte, lo spazio privato e quotidiano del proprio lavoro, di far coincidere l’ordinario con lo straordinario in ogni momento della routine giornaliera, tra strumenti di lavoro, opere e visitatori.

La s-comparsa del mondo
La Battaglia in azione
di Viviana Reda

“Il Bello non è se non la promessa di felicità” (C. Baudelaire)
“L'essere che per la maggior parte degli uomini è la fonte dei piaceri più vivi e anche più durevoli (sia detto a mortificazione delle voluttà filosofiche); l'essere verso di cui o a beneficio del quale tendono tutti gli sforzi del maschio; codesto essere terribile e comunicabile al pari di Dio (…), l'essere in cui J. De Maistre ravvisava un bell'animale (…) la donna, per dirla in una parola, non è soltanto per l'artista in generale, e per G. in particolare, la femmina dell'uomo. Essa è piuttosto una divinità, un astro che presiede a tutte le concezioni del cervello virile; uno scintillio di tutte le grazie della natura condensate in un unico essere; l'oggetto dell'ammirazione della curiosità più acuta che l'affresco della vita possa offrire allo spettatore che contempla. È una specie di idolo, forse stupido, ma affascinante e stregato, che tiene sospesi ai suoi sguardi, destini e volontà. (…)”
Così C. Baudelaire definisce ne Il pittore della vita moderna il mundus muliebris, luogo della seduzione e dell'incanto, della perdita e del ritrovamento, della fine e dell'origine del mondo. Si chiarisce in tal modo lo spazio di una poetica del desiderio che, nella poesia, si dà nella volontà di ritrarre il piacere che tale visione suscita, creando forme che restino vive, segno tangibile di un'inesausta sete di visione. Tale potere di seduzione che l'immagine femminile esercita sul lettore si dà nella modernità in maniera s-composta, s-velata, dis-organica priva di una matrice armoniosa e naturale che la vuole semplice atto della rappresentazione.
“E qual è poi l'uomo che per la strada, a teatro, al parco, non abbia goduto, nella forma più disinteressata, di una toletta sapientemente composta, e non ne abbia attinto un'immagine inseparabile della bellezza di colei a cui apparteneva, così facendo delle due entità, della donna e della veste, un tutto invisibile?” (C. Baudelaire)
In tal senso la produzione di S. LaBattaglia presenta, ri-proponendo in un claidoscopio di immaigni-citazioni provenienti da alcuni dei capolavori assoluti del periodo a cavallo tra XIX e XX sec., la problematicità del dare alla donna, o alla sete di essa, un volto univoco e puro. Sulla donna, nella raffigurazione della sua immagine, si esercita al meglio la moda in cui l'autore dei Salons vedeva la morale e l'estetica del tempo rappresentando uno strumento di messa in scena, dell'identità sociale e culturale cui si vuole dare un volto, in cui l'uomo finisce per assomigliare a ciò che vorrebbe essere. Una immagine che si produce in una s-cultura che nel proporsi come fotografia si rende solido, oltrepassa ed uccide le due dimensioni ed, insieme ad esse, il suo antecedente storico (che sia Gustave Courbet o Gustave Klimt) per rendere ciò che resta della donna, la sua più propria ed ossessiva cultura, quella del dettaglio. Il gioiello diviene il punto di vista particolare, il gesto assoluto che della donna parla facendone a meno, dicendone solo la mancanza, il desiderio, il potere di seduzione. L'eros e la morte, così ossessivamente presenti nell'opera di Klimt, sono qui stemperati da un barocchismo esasperato, sulle soglie del kitch, ostentato e ricercato al punto da fondersi con le forme di donna che, dette, sono destinate a sparire nella decorazione. Nel suo scritto dedicato ai Gioielli, ne La moda, Mallarmè esclamava:
“la Decorazione! Tutto è in questa parola: e io consiglierei a una signora, che esita a chi affidare il disegno, all'architetto che le costruisce il palazzo, piuttosto che alla sarta illustre che le confeziona il suo abito da sera. Tale, in una parola, l'arte del Gioiello; e, detto questo per non tornarci più sopra, passiamo da alcuni luoghi comuni ad alcuni particolari.”
Ecco perchè ogni particolare, ogni dettaglio che nel gioiello si dà come assoluto diviene indispensabile accessorio del femminile, lo descrive e lo contempla, si offre in maniera assoluta pronto a definirsi come nuova natura della bellezza muliebre. “Fiori e gioielli: ogni specie non ha, come dire, il suo terreno? Un certo splendore di sole si addice a questo fiore, un certo tipo di donna a quel gioiello.” (Mallarmè) E come un fiore, la bellezza della donna, evocata dal desiderio metallico della materia si propone ed interroga sulla sua stessa presenza, sulla sua s-comparsa.

Titolo mostra: Salvatore La Battaglia. RIcreazione
Sede: Spaziosessantasei, Largo Santa Maria La Nova 12, Napoli
Date: 29 gennaio - 11 febbraio 2011
A cura di: Viviana Reda
Vernissage: sabato 29 gennaio, ore 19.00
Finissage: venerdì 11 febbraio, ore 19.00
Orari: dal lunedì al venerdì ore 16.00-19.00

venerdì 17 dicembre 2010

Donato Di Zio a Pescara

Comunicato stampa

La Città di Pescara dedica una grande mostra antologica a Donato di Zio, pittore, scenografo, grafico e costumista di nuova generazione e grande talento, curata da Gillo Dorfles che da diversi anni segue e promuove la sua arte.
Vengono presentate oltre duecento opere (disegni a inchiostro e china, incisioni, piatti in porcellana, due servizi da tè e da caffè e cinque opere con progetti per gioielli) realizzati dal 1995 a aggi.
La rassegna permette di apprezzare la continua ricerca di Donato Di Zio, la cui creatività – dalla grafica alla scenografia teatrale, dall’incisione alla decorazione dell’oggetto domestico, agli interventi progettuali sullo spazio urbano – si mantiene costante e sempre molto autonoma.

Scrive Gillo Dorfles nel catalogo: "La lunga ricerca di Donato Di Zio – pittore ma anche scenografo, grafico, costumista – è volta soprattutto al raggiungimento di quella che potremmo definire un’autonoma entità grafica che, partendo da quelli che erano soltanto dei grovigli di segni tracciati con l’inchiostro di china, si sono man mano trasformati in tracciati più complessi [...]
Di Zio, così, è riuscito a realizzare un effettivo ed efficace “segno iconico” che riveste le caratteristiche di una peculiare identità grafica attraverso la quale l’artista costituisce a seconda dei casi quelle sagome che vengono a colmare gli spazi ancora beanti, tanto se si tratti di oggetti domestici quanto addirittura di strutture urbane come in alcune aree fiorentine delle quali viene presentato un progetto."

Scrive Rita Levi Montalcini: "[...] indaga la vita in tutti i suoi molteplici e variegati aspetti, alcune opere possono ricordare dei microrganismi ingranditi al microscopio dove si ha la reale percezione della grandezza e della vitalità che regna nel cosmo: in questo trovo dell’assonanza con il mio operato, una ricerca costante che non avrà mai fine. [...] Trovo che la scienza, la cultura e l’arte siano campi d’indagine che portano chi se ne occupa in maniera attiva ad avere una visione sempre più ampia della vita [...]"

Sottolinea invece Annamaria Cirillo: "[...] Nelle sue opere affiora, definita e pungente, la natura mutevole dell’uomo contemporaneo, la cui fluidità fisica-culturale è in consonanza con la fragile mutazione dei nostri tempi, e travalica identità, generi, tipizzazioni e certezze [...]Il suo è un segno-disegno che s’insinua nella coscienza, e inserisce la dimensione della visione nella dimensione dell’esistenza, quella che accetta il concetto di “infinito” [...]"

Il catalogo, edito da Mazzotta, contiene numerose testimonianze di Rita Levi Montalcini (Premio Nobel per la Scienza), Riccardo Nencini, Luigi Albore Mascia ed Elena Seller (Sindaco e Assessore alla Cultura della Città di Pescara), Matteo Renzi (Sindaco di Firenze), Alberico Ambrosini (Sindaco di Moscufo), Attilio Bellanca (Ex-Presidente della Società delle Belle Arti Circolo degli Artisti - Casa di Dante di Firenze), Michele Samuele Borgia (Presidente della Banca di Credito Cooperativo Abruzzese), Franco Grillini, Rodolfo Ceccotti (Direttore della Fondazione Il Bisonte di Firenze), Dino Burtini e Umberto De Palma (Fondatore e Presidente dell’Associazione Culturale “Elicethnos”), oltre a una poesia dell’artista Sergio Scatizzi.
I testi critici sono di Gillo Dorfles, Giovanni Pallanti, Franco Grillini, Ornella Casazza, Annamaria Cirillo a cui si deve anche una ricca biografia dal titolo, Diario di un percorso tra Arte e professione.

Titolo mostra: Donato Di Zio
A cura di: Gillo Dorfles
Sede: Pescara, Ex Aurum (via F. F. D'Avalos angolo via Luisa D'Annunzio)
Date: 7 febbraio - 27 marzo 2011
Inaugurazione: domenica 6 febbraio 2011, ore 16.30
Orari: da martedì a sabato: 9.30-13.30 / 15.30-19.30, domenica: 15.30-19.30, lunedì chiuso
Catalogo: Edizioni Gabriele Mazzotta
Presentazione del volume e della mostra:
lunedì 24 gennaio 2011 ore 18. Milano Libreria Feltrinelli di via Manzoni 12
Intervengono: Martina Mazzotta, Gillo Dorfles e l’artista

lunedì 11 gennaio 2010

Gillo Dorfles pittore

Comunicato stampa

L’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e la Fondazione Antonio Mazzotta presentano a Palazzo Reale la prima grande mostra, per ricchezza e completezza, dedicata alla vastissima produzione artistica di Gillo Dorfles: dipinti, ceramiche, gioielli.
L’iniziativa si propone di celebrare la figura poliedrica di Gillo Dorfles (Trieste 1910), ponendo l’accento sulla sua identità di artista, oltre che critico d’arte ed estetologo con laurea in medicina e psichiatria, in rapporto alla città di Milano. Verranno infatti esposte circa 150 opere tra dipinti, disegni, sculture, grafiche, gioielli e ceramiche dagli esordi metafisico-surreali all’adesione al Movimento Arte Concreta nel decennio 1948-1958, fino alle recenti, originalissime composizioni pervase da una sottile ironia.
Fin dagli anni giovanili – i primi lavori risalgono agli anni ’30 – Dorfles si è dedicato con passione alla pittura, seguendo una vena metafisica surreale. Si tratta di composizioni fantastiche dipinte a tempera grassa all’uovo, una tecnica usata dai maestri del ‘400 e adottata in tempi moderni da pochi, raffinati pittori.
Nel 1948, con Munari, Soldati e Monnet, è tra i fondatori del Movimento Arte Concreta, movimento d’avanguardia che reagisce polemicamente tanto ai dogmi della figurazione quanto a quelli dell’astrazione postcubista. In quest’ambito, centrale diviene il ruolo di Dorfles quale critico e teorico. I “concretisti italiani” si battono per l’assoluta libertà e indipendenza dell’arte da qualunque ideologia, ponendosi in polemica diretta contro ogni condizionamento esteriore all’arte e soprattutto contro la pittura neorealista, vittima di strumentalizzazioni politiche. Gli aderenti al MAC aspirano a consolidare legami con il mondo della produzione, il loro desiderio di crescita industriale li rende attenti alle nuove tecniche e ai nuovi materiali in una città, come Milano, attraversata da un forte desiderio di ricostruzione e di sviluppo dopo i drammatici eventi bellici. Altro tema centrale per il MAC è rappresentato dalla sintesi delle arti, un effettivo rinnovamento del gusto alla luce della interdisciplinarientà in tutti i settori della vita moderna, fondendo in un unico corpo pittura, scultura, design, architettura, grafica. Questa auspicata collaborazione tra gli artisti del MAC e il mondo dell’industria italiana porterà alla realizzazione di alcune mostre in cui l’arte viene posta al servizio della tecnica; ricordiamo le due tenutesi alla Saletta dell’Elicottero a Milano, nel 1952, che vedono la partecipazione anche di Dorfles: "Materie plastiche in forme concrete" e "2° Mostra di Esperienze e di Sintesi tra le Arti: Studi per forme concrete nell’Industria Motociclistica".
Segue un periodo di inattività artistica, in cui Dorfles pubblica numerosi libri, tra i quali “Le oscillazioni del gusto”, “Il Kitsch”, nonché numerosi volumi dedicati all’architettura e al design. Insegna nel frattempo Estetica presso l’Università degli Studi di Milano e l’Università di Cagliari.
Agli inizi degli anni ‘80 riprende a disegnare e a dipingere, creando inediti personaggi, organismi anomali, indefinibili, nati da contaminazioni tra mondo umano, animale e vegetale, fluttuanti e dinamici in un perenne processo di evoluzione: una pittura libera, carica di immagini fantastiche, dove l’immagine torna nell’opera, non più dalla natura esteriore, ma piuttosto da quella interiore dell’artista, assumendo gli infiniti aspetti e la poesia che le relazioni delle forme suggerite dalla fantasia possono determinare.
In mostra saranno esposte circa 150 opere, in prevalenza dipinti e opere grafiche, ma anche ceramiche, gioielli e una serie di fotografie.
Oltre alla collezione personale dell’artista e di altre collezioni private italiane, verranno presentate opere provenienti da musei italiani, tra cui il CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma.
Completano l’allestimento una sezione fotografica dove verranno presentati i ritratti dell’artista insieme ad amici intellettuali ed artisti; una sezione documentaria con i volumi più celebri di Dorfles e un video con interviste a Dorfles a cura di critici e artisti.

Gillo Dorfles pittore
A cura di Luigi Sansone
Palazzo Reale, Milano - Piazza del Duomo 12
26 febbraio - 23 maggio 2010
Inaugurazione: giovedì 25 febbraio 2010, ore 18.30
Orario: lunedì 14.30-19.30 | da martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30 | giovedì e sabato 9.30-22.30
Biglietto d’ingresso: intero € 8,00; ridotti € 6,00; ridotto speciale scuole e gruppi € 4,50
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura della mostra.

martedì 10 marzo 2009

Giochi di terra sul mare

Genova-Nervi, Sala Anita Garibaldi
Mostra di ceramica e scultura
“Giochi di terra sul mare”
di Massimiliana Lazzari
a favore di
Associazione Terra Acqua Fuoco Onlus
Dal 15 marzo al 29 marzo 2009
vernice sabato 14 marzo ore 18

Comunicato stampa

Sulla splendida passeggiata a mare Anita Garibaldi di Genova-Nervi, a poche decine di metri dalla Galleria d’Arte Moderna e dal museo della Collezione Wolfson, si affaccia Sala Anita Garibaldi, dove il 14 Marzo verrà inaugurata la mostra di ceramica “Giochi di terra sul mare” dell’artista Massimiliana Lazzari. Le circa 40 opere saranno esposte fino al 29 marzo. Oltre alle sculture saranno fruibili diverse manifestazione della ceramica quali vasi ciotole, suppellettili e pannelli decorativi.
L’artista usa le tecniche più svariate che vanno dalle classiche alle più innovative o esotiche quali fusioni di metalli e cristalli, la cuerda seca, raku, raku dolce, terre sigillate, Neriage e primordiali. Nella sua continua sperimentazione e ricerca di terre nuove e delle sfumature cromatiche ritroviamo stati emozionali ed esperenziali dove emerge la sensibilità artistica nel valorizzare l’eccellenza della conoscenza umana e della comunicazione. Traspare dalle sue opere la ricerca introspettiva dell'uomo, la tenacia nell’operare che bene è evidenziata dalle sue stesse parole; "smetterò quando sarò riuscita a rappresentare i sentimenti umani."
Oltre alle opere figurative ed emozionali rappresentate si potranno notare tra le opere esposte gli splendidi gioielli veri pezzi unici e mini sculture ottenute su base ceramica con fusione di cristalli, oro, e lustri, a volte eseguiti abbinando argento e ceramica.

L’inaugurazione della mostra costituisce anche l’occasione per degustare vini prodotti da diverse aziende proposte da VINO CHE PASSIONE. In omaggio alle opere di Massimiliana Lazzari l’azienda di Rossolini proporrà: “Nebbiolo” azienda agricola Battaglio, “Candia dei colli apuani” azienda agricola Castagnini Roberto. Si può parlare di viticoltura eroica, come per la vicina zona delle Cinque Terre, per il Candia vino bianco nato dall’unione di uve Vermentino, Albarola, Trebbiano, delicatamente profumato e leggermente aromatico. Dal vitigno Nebbiolo, noto già dal 1200, nascono due vini tra i più importanti d’Italia, Barolo e Barbaresco, quando il vino è maturo presenta note fruttate e speziali, di sapore secco e di buon corpo.

Massimiliana Lazzari
Nasce nel 1950, dal 1968 opera nel campo della ceramica e scultura ed espone in diverse mostre collettive a vari livelli. Gli anni 70 vedono il massimo della sua produzione e fervore artistico, per poi riprendere dal 2003 dove cura la ricerca storica sui “presepi genovesi” ed espone a latere di Antiqua presso la Fiera del mare di Genova. Sempre nello stesso anno partecipa alla collettiva nel Centro Sabatelli, e presso l’associazione Terra Acqua fuoco.
Nel 2005 partecipa alla 15°edizione di “Mostra di presepi artistici”di Genova Fontanegli, prende parte a “Tesori di ceramica” e alla 2°edizione della “festa della ceramica” sempre a Genova, oltre ad una collettiva presso l’associazione Terra Acqua fuoco.
Importante l’anno 2006 che vede l’inizio della produzione di gioielli con tecniche innovative, fusioni di metalli nobili e rivestimenti in argento oltre alla produzione con tecniche tradizionali e raku. Partecipa a diverse collettive (tra cui segnaliamo “Colori sul mare”, l’Arte è donna”) e la personale presso Rossomalpelo “La moda incontra l’arte” e nello Spazio IX di Genova Nervi. Gli anni successivi sono caratterizzati da diverse esposizioni in collettive come quella svoltasi nel 2007 al Centro Civico Buranello, e la personale presso Le Corbusier, inoltre presenta la collezione di gioielli in diverse sfilate d’alta moda.

“Giochi di terra sul mare”
Sala Anita Garibaldi, 35 - Nervi (Ge)
15 marzo – 29 marzo 2009
Orari: da martedì a domenica, 15.30 alle 19.30,
domenica anche dalle 10,00 alle 13,00
Ingresso gratuito
Info: info@massimilianalazzari.it