Visualizzazione post con etichetta mostre lazio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta mostre lazio. Mostra tutti i post

lunedì 9 marzo 2015

Manzù. Le donne e il fascino della figura

[Comunicato stampa] Giovedì 12 marzo 2015 si apre al pubblico la mostra “Manzù. Le donne e il fascino della figura” a cura di Lea Mattarella.
L’Area archeologica di Ostia Antica, museo e scavi, diventa luogo di profondo dialogo tra storia antica e bellezza, ospitando trenta opere del maestro bergamasco. Un fil-rouge si snoda tra le statue di divinità esposte nel museo e il fascino della donna di Manzù, tra i suoi lavori e le antiche teste auliche e stilizzate. L’evento è promosso dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma, in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni.
Il percorso espositivo si conclude nell’ultima sala del Museo, dove è allocata la grande tela intitolata Pittore e modella, del 1958, e si snoda attraverso una serie di sculture e disegni in cui la figura, prevalentemente femminile, viene investigata con passione meticolosa, attraverso le tecniche espressive che furono tre le preferite del Maestro bergamasco: carboncino, acrilico, olio su tela, sculture in bronzo.
La donna, di cui è visibile il capolavoro che Manzù tenne nella sua camera da letto per tutta la vita e che ritrae la moglie Inge, ricondotta all’essenza e alla forza del suo essere, denudata di ogni vanità terrena, è fonte inesauribile d’ispirazione per l’artista che la ritrasse fin dal 1935, in opere agli antipodi dall’approccio accademico.
All’esterno le sculture dialogano sia con la storia millenaria del luogo, animando di figure l’antica città, sia con i visitatori che potranno apprezzare da vicino il lavoro del Maestro bergamasco. Come ha scritto Maurizio Calvesi, “Da amante […] egli non si è posto mai dei "modelli", né antichi né contemporanei; ma ha risposto in modo diretto al proprio sentimento dell’eros, della bellezza...”. E’ emblematico in tal senso il ritratto di Inge, futura moglie di Manzù, rappresentata nuda su uno scenario spoglio. La nudità della donna e dello spazio che la circonda, dove le suppellettili giacciono inerti su una sedia, simboleggiano l’essenza dell’amore, anche sensuale, che basta a se stesso.
All’ingresso dell’area un cardinale monumentale accoglie i visitatori di Ostia Antica, per ricordare che oltre alle donne Manzù fu scultore e interprete straordinario ed anche innovativo dell’arte sacra, di cui appunto la serie dei cardinali e la Porta della Morte in San Pietro sono capolavori dell’arte plastica del Novecento.
La mostra sarà corredata da un percorso creato ad hoc con forex esplicativi, totem e pannelli, che illustreranno al visitatore la vita e le opere dell’artista. Una piantina, infine, permetterà allo spettatore di rintracciare agilmente le sculture nell’area dello scavo.

Titolo mostra: Manzù. Le donne e il fascino della figura
Sede espositiva: Museo e Area Archeologica di Ostia, Via dei Romagnoli, 717 00119 Roma
Periodo: 13 marzo - 6 novembre 2015
Inaugurazione: giovedì 12 marzo 2015, ore 17.30
Promossa da: Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano, e l’Area Archeologica di Roma in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni
Curatela: Lea Mattarella
Ideazione: Paola Germoni e Lorenzo Zichichi
Orari: martedì-domenica 10.30-13.30, 14.30-18.15; lunedì chiuso
Catalogo: Il Cigno GG Edizioni

martedì 24 febbraio 2015

La materia dell’assenza

[Comunicato stampa] La limpida architettura gotica del Museo Civico Umberto Mastroianni di Marino (Roma) – unico esempio presente nel territorio dei Castelli Romani – ospiterà dal 7 al 28 marzo 2015 “La materia dell’assenza”, mostra di arte contemporanea che vede protagonisti gli artisti Sergio Angeli e Corrado Delfini.
L’esposizione – curata da Lorenzo Canova, promossa e patrocinata dalla Regione Lazio, dal Comune di Marino - Assessorato alla Cultura – presenta un percorso alla scoperta di nuove suggestioni e sperimentazioni, dove un impotente senso di disperazione di fronte ai problemi della società diventa il leitmotiv dei lavori presenti in mostra.
Le opere esposte al Museo Mastroianni raccontano, come afferma il curatore: “Un mondo industriale e un mercato mondializzato che per sopravvivere debbono creare oggetti destinati a diventare presto rottami, un sistema delle merci che non potrebbe perpetuarsi se le sue produzioni non si trasformassero in rifiuti e carcasse da sostituire con altre produzioni più aggiornate, un vortice inarrestabile che determina un mondo parallelo di scorie e di scarti e che dà vita a distese di cose che non riescono tutte a essere riciclate e che compongono una delle testimonianze più efficaci della civiltà dei consumi globali”.
L’esposizione mostra ai visitatori un lavorio di palcoscenici, un dialogo continuo tra i due artisti, da una visione più intimistica, quasi metafisica che combatte, si rigenera e diventa impenetrabile, enigmatica di Sergio Angeli a una sconcertante presa di coscienza di “un’umanità riprogettata dalla mano dell’artista e sospesa tra l’oblio della sparizione e la speranza della rinascita” in Corrado Delfini.
Un vero e proprio ciclo itinerante, che offre ai suoi fruitori un fagocitante universo industriale, il quale non si limita a creare ma che distrugge e/o dimentica gli oggetti stessi che ha prodotto; un tentativo di trasmettere tale consapevolezza anche a chi li osserva, “celebrando cose assenti nella loro fisicità ma ancora più presenti nella fissità fluida della tessitura cromatica, macchine inutili per l’industria ma esseri pulsanti del sangue vibrante e misterioso di una materia esistenziale che si fa pittura”.
La mostra, inoltre comprende una video-installazione di Angelo Secondini che raccoglie i vari step di realizzazione delle opere degli artisti. Una mostra fotografica di Marcella Persichetti che documenta gli artisti al lavoro nei propri studi e l’artista Giorgio Capogrossi in arte “Montez”, che parteciperà al progetto “La materia dell’assenza” con una serie di opere create ad hoc ed in fase di realizzazione.

Titolo: La materia dell’assenza
Artisti: Sergio Angeli, Corrado Delfini
A cura di: Lorenzo Canova
Sede: Museo Civico Umberto Mastroianni, Piazza G. Matteotti 13, Marino (RM)
Durata: 7 - 28 marzo 2015
Vernissage: 7 marzo 2015, ore 18.00
Orari: lunedì chiuso; mattina: martedì 8.30-11.30 / mercoledì e venerdì 8.30-12.00 / giovedì, sabato e domenica 9.00-13.00; pomeriggio: da martedì a domenica 15.00-19.00
Ingresso: libero
Promotori: Regione Lazio, Comune di Marino - Assessorato alla Cultura, Museo Civico Umberto Mastroianni Marino
Catalogo: Rubbettino Editore

giovedì 2 ottobre 2014

Frammenti

Comunicato stampa

Palazzo Chigi di Formello (RM) ospita dal 24 ottobre al 30 ottobre 2014 la mostra Frammenti degli artisti: Yo Akao, Sergio Baldassini, Alberto Emiliano Durante e Giulia Manfredi. All’interno dell’atrio loggiato del palazzo saranno realizzate delle installazioni temporanee che si troveranno a dialogare con l’architettura del luogo e con la sua storia. A queste opere si aggiungerà la proiezione del video Andantino di e con Tiziana Cesarini e Claudia Comina. La mostra sarà inaugurata il 24 ottobre, alle ore 18.00. L’evento è realizzato in collaborazione con il Comune di Formello.
Palazzo Chigi a Formello è un luogo dove gli eventi storici si sono stratificati lasciando un segno indelebile: una costruzione edificata sui frammenti del passato. Entrando al suo interno ci si immerge letteralmente nelle diverse epoche che ne hanno segnato la storia. I reperti ospitati, fra i quali gli antichissimi buccheri etruschi e le sculture di età imperiale romana, possiedono un valore inestimabile perché sono il simbolo di un mondo lontano e rappresentano lo splendore di una civiltà ormai scomparsa. Frammenti di manufatti sacri e profani, che, passati di mano in mano, contengono la storia degli uomini che li hanno realizzati. Oggetti di comune utilizzo della vita quotidiana del loro tempo, rispettati, adorati e intrisi di antiche credenze, che spesso sono poi caduti nell’oblio, occultati e anche distrutti.
Nonostante il passare dei secoli, quei pezzi non hanno perso la loro forza. La materia stessa, la sua struttura o anche un solo segno tracciato su una superficie spezzata può costituire uno stimolo. I reperti, sepolti nella terra, conservano un’energia vitale che può tuttora interagire con il nostro mondo ed essere fonte d’ispirazione per creare nuove forme. Frantumandosi hanno subito una trasformazione propagando in modo enigmatico la loro forza simbolica.
Nell’atrio loggiato del Palazzo, quattro artisti avranno la possibilità di sovrapporre i propri Frammenti contemporanei alle stratificazioni presenti. Le opere cercheranno di dialogare sia con l’architettura che le ospita, sia con i resti del passato sui quali il Palazzo è stato costruito. Quelle piccole schegge che senza rendercene conto, spesso calpestiamo ma che indubbiamente contribuiscono alla costruzione nel nostro presente.

Titolo mostra: Frammenti
Sede: Palazzo Chigi di Formello, Piazza San Lorenzo, Formello (RM)
Periodo: 24 - 30 ottobre
Inaugurazione: 24 ottobre 2014, ore 17.00
Orari: dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 18.00, domenica dalle 9.00 alle 13.00

martedì 7 giugno 2011

I battaglisti - La pittura di battaglia dal XVI al XVIII secolo

Comunicato stampa

Dal 16 giugno Villa d’Este a Tivoli ospita la mostra I battaglisti - La pittura di battaglia dal XVI al XVIII secolo, aperta al pubblico fino al 30 ottobre 2011. Promossa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, la mostra con il relativo catalogo, organizzata dalla De Luca Editori d’Arte, è curata da Giancarlo Sestieri, studioso che da anni si dedica alla ricerca sulla tematica dei pittori di battaglia.
L’esposizione, che sarà inaugurata il 15 maggio alle ore 18,30 alla presenza del Direttore Regionale Federica Galloni, del Soprintendente Maria Costanza Pierdominici e del Direttore di Villa d’Este Marina Cogotti, si propone di ripercorrere, attraverso 60 opere realizzate dai maggiori artisti del genere, la tematica dei soggetti “bellici”, che si andò affermando in Italia a partire dagli anni ’30 del XVII secolo.
La pittura di battaglia fu un genere amato e richiesto soprattutto dai committenti privati, dalle grandi famiglie aristocratiche, come i Medici a Firenze e gli Estensi a Parma. Uno dei punti di riferimento per i pittori che si cimentarono in questo tipo di rappresentazione fu l’affresco commissionato al Cavalier d’Arpino nel 1600 per il Palazzo dei Conservatori a Roma e terminato l’anno seguente, raffigurante la Battaglia dei Romani sotto il Re Tullio Ostilio, contro Veienti e Fidenati. Ma anche lo stesso Raffaello Sanzio, con i suoi allievi, fu di esempio ai tanti artisti che si dedicarono alla rappresentazione di battaglie; i suoi cartoni della Battaglia di Ponte Milvio (realizzata poi da Giulio Romano) furono ripresi e copiati da molti artisti. Tanti i grandi maestri del passato che si cimentarono disegnando e realizzando dipinti e affreschi raffiguranti scene belliche, tra questi citiamo: Leonardo, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Tiziano e Antonio Tempesta, del quale è in mostra un’opera su rame Goffredo di Buglione medicato da un angelo tratta da un episodio della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso.
Nelle splendide stanze di Villa d’Este si potranno ammirare le opere realizzate da alcuni dei maggiori protagonisti di questa particolare “corrente” tematica: Vincent Adriaenssen, detto il Manciola in quanto aveva perso la mano destra, che decorò alcuni dei palazzi più prestigiosi della nobiltà romana, tra i quli Borghese, Altemps, Doria Pamphilj e Colonna. E ancora sarà esposta una Battaglia dinanzi a un paese su un colle un’opera di Michelangelo Cerquozzi, considerato uno dei massimi esponenti di questa corrente, soprannominato il Michelangelo delle Battaglie; Aniello Falcone, indiscusso caposcuola dei battaglisti napoletani e particolarmente attivo nel Seicento, è presente in mostra con due opere, una Battaglia fra Cristiano e Turchi e San Michele interviene all’assedio di Siponti da parte degli Eruli di Odoacre, scena di un accampamento tratta da un episodio storico; Jacques Courtois, detto il Borgognone, uno dei massimi protagonisti del filone, è presente in mostra con quattro dipinti, nel suo Scontro di cavallerie con torrione sulla sinistra, emerge tutta la sua capacità di coinvolgere lo spettatore.
Francesco Monti, conosciuto con l’appellativo di Brescianino e maestro di Ilario Spolverini, che a Villa d’Este è rappresentato da una vivace Battaglia fra Cristiani e Turchi, noto artista di battaglie nell’Italia Centro settentrionale, in particolare per i Farnese, e attivo per ben oltre un trentennio, è presente in mostra con tre dipinti. A Venezia si distinse Francesco Antonio Simonini che, dopo aver lavorato a Parma, Roma, Firenze e Bologna, realizzò a Venezia la maggior parte dei suoi lavori. In mostra una particolare Battaglia con Arlecchino che si distingue da tutte le altre opere per la singolare presenza di un arlecchino intento ad osservare dall’alto la scena di “battaglia”.
La mostra rappresenta un excursus completo sulla storia di questa tematica; uno sguardo che, attraverso le opere dei suoi maggiori interpreti, ci offre una panoramica su un filone ancora poco conosciuto, dalla sua nascita al momento di massima diffusione.

Titolo mostra: I battaglisti - La pittura di battaglia dal XVI al XVIII secolo
Sede: Villa D’Este, Tivoli (RM)
Date: 16 giugno - 30 ottobre 2011
Inaugurazione: 15 giugno 2011, ore 18.30
Realizzazione: De Luca Editori d’Arte
Curatore: Giancarlo Sestieri
Orario: Dal martedì alla domenica ore 8.30 fino ad 1 ora prima della chiusura del monumento. Lunedì chiuso.

Immagine: Michelangelo Cerquozzi,
Battaglia dinanzi a un paese su un colle, olio su tela, cm. 73x135, Roma, Galleria F.M. Megna.