di Sonia Gammone
Per la grande originalità
architettonica e per il valore delle opere in essa conservate, la cattedrale di
Irsina rappresenta sicuramente uno dei monumenti più importanti della
Basilicata. La tradizione vuole che fu Giovanni Principe di Salerno nel 988 a
ricostruire la cattedrale distrutta da un incendio. Il documento che attesta la
sua esistenza è una bolla papale di Callisti III del 1123. Costruita in stile
gotico e a tre navate con un imponente portale sormontato da un rosone, venne
sovrastata dalla nuova cattedrale fatta costruire nel 1777 ad opera di
monsignor de Simone e consacrata dal vescovo Lupoli nel 1802. Così oggi
ritroviamo due cattedrali una sull’altra: della vecchia costruzione gotica si
conserva ancora la parte superiore del campanile con le sue bifore, mentre di
quella ancora più antica abbiamo la cripta ipogea. La nuova chiesa si presenta
con una facciata barocca con tre portali. All’interno è suddivisa in tre
navate. A destra, nella prima cappella, troviamo il Fonte battesimale con vasca
del 1454 a forma ottagonale in pietra rossa di Venosa, finemente cesellata che
poggia su di un capitello di pietra calcarea, probabile elemento scultoreo
della prima chiesa romanica. Il nome della cattedrale di Irsina viene subito
associato ad un’opera conservata al suo interno. Nella cappella a destra
dell’altare maggiore è collocata la scultura in pietra dipinta di Sant’Eufemia,
patrona della città, attribuita dai più ad Andrea Mantegna databile intorno al
1453-1454. Altro straordinario capolavoro presente nella cattedrale è il
Crocifisso del 1454 della scuola di Donatello che spunta al di sopra
dell’altare maggiore. Dietro quest’untimo è custodito il colo ligneo sormontato
da un organo dorato a canne del 1815. Tra i dipinti su tela ricordiamo la
settecentesca Immacolata tra i santi
Domenico, Francesco, Antonio e Chiara, di Francesco Celebrano e lo Sposalizio di Santa Caterina di Andrea
Miglionico. Ma queste sono solo alcune delle splendide opere racchiuse nella
cattedrale di Irsina che aspettano solo di essere ammirati nel loro maestoso
contenitore.
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