Il volto umano è sempre stato uno dei soggetti preferiti e talvolta abusati nel mondo dell'arte, sia come manifestazione celebrativa, sia come strumento di idealizzazione e a volte di introspezione. Ma è solo nell'ultimo mezzo secolo, soprattutto nel mondo occidentale con la diffusione del mezzo televisivo, che l'immagine è stata collocata al centro della comunicazione e dell'esperienza quotidiana e la società è divenuta una comunità basata sull'immagine. Di pari passo ha avuto notevole sviluppo la diffusione e l'uso del mezzo fotografico e la ritrattistica ad esso collegata.
L'esposizione "La maschera e il volto" è un tentativo di documentare, attraverso la fotografia, la ricerca di una pluralità di artisti: l'uso del volto umano come strumento ed espediente per esprimere differenti stati d'animo: disagi, angosce, paure, moti di protesta, ossessioni, gioco, realtà sociali. Ecco allora il volto effigiato e negato nelle più differenti forme e declinazioni: mascherato, annullato, oscurato, ma anche il volto dipinto, truccato, trasfigurato, replicato e manipolato.
Urs Luthi dichiara che l'aspetto più significativo del suo lavoro "è l'ambivalenza come tale", mentre Arnulf Rainer è alla ricerca di tutte le situazioni di "anormalità" e giunge alla totale negazione della raffigurazione cancellando il suo volto. Laurie Simmons indossa una maschera e un costume da pupazzo per rendere irriconoscibile la sua "English Lady". L'americana Nan Goldin racconta attraverso i suoi scatti la storia di tutta una generazione che si era spinta oltre il limite, dedita alla dipendenza dal sesso, dalla droga, dalla paura di restare soli.
Shirin Neshat si ritrae in veste di martire; con l'avvento della rivoluzione islamica in Iran il martirio divenne molto popolare: ecco l'iconografia del velo, del testo e delle armi per suggerire idee in contrasto tra loro: amore, devozione e sacrificio, ma anche odio, violenza e morte. Più leggera Candice Breitz che intenzionalmente reitera un frammento di un video musicale di Madonna e fa ripetere ossessivamente alla cantante "Pa-Pa-Pa-Pa" trasformando i versi della canzone in sillabe ormai prive di senso.
Ancor più ludico Stefano Arienti che si diverte a modificare, con una serie di interventi sul negativo, il volto di Einstein; al contrario Ugo Rondinone ci regala un'immagine poetica e sfuggente con la sua Moonlighting, accostata al lavoro di Agne Raceviciute, che sembra possedere la stessa rassomiglianza formale ma di significato ed intendimento ben differente. Completano la rassegna Carlo Spiga che si ritrae con una maschera e un costume di fantasia, evocazione di atavici indumenti della sua terra sarda, Mi YanPeng che ferma in un'unica immagine una serie continua di autoritratti, mentre Giorgia Vian rappresenta replicata la medesima porzione del volto di un'amica.
Titolo mostra: La maschera e il volto
A cura di: Giorgio Viganò
Sede: Galleria Cart, Monza
Durata: 16 marzo - 30 aprile 2012
Vernissage: venerdì 16 marzo 2012, ore 18.30
Orario: martedi-sabato ore 15.30-19.30
Autori: Stefano Arienti, Candice Breitz, Nan Goldin, Urs Luthi, Shirin Neshat, Agne Raceviciute, Arnulf Rainer, Ugo Rondinone, Laurie Simmons, Carlo Spiga, Giorgia Vian, Mi Yan Peng
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