di Carlo Maria Nardiello
«I fanciulli battono le monete rosse/ contro il muro. (Cadono distanti/ per terra con dolce rumore.) Gridano/ a squarciagola in un fuoco di guerra».
Quando si pensa a Leonardo Sinisgalli corrono subito alla mente questi versi, inquadrando in tal modo la sua figura in una dimensione esclusivamente poetica. Sebbene sia doveroso ricollegare la sua attività alla scrittura, è altrettanto necessario conoscere e approfondire un’altra fondamentale declinazione del furor firmato Sinisgalli: l’arte grafica. Questo è il nobile obiettivo perseguito dalla mostra Elogio dell’Entropia: Carte assorbenti 1942-1976, inaugurata a Roma lo scorso 2 dicembre e visitabile sino al prossimo 10 gennaio, nella prestigiosa cornice dell’Istituto per le Arti Grafiche.
È noto che il giovane originario di Montemurro ha lavorato presso alcune delle più importanti realtà imprenditoriali del suo tempo: Pirelli, Olivetti, Alitalia. Meno noto, perlomeno ai più, è che dietro la figura di Responsabile dell’Ufficio Comunicazione e Pubblicità di tali realtà si nasconde uno spirito incredibilmente creativo in parte “rubato” al mondo artistico: il poeta, l’ingegnere, il matematico, il critico convivono esaustivamente insieme con il Leonardo artistico. Forse il nome avrebbe dovuto suggerire sin dagli inizi le imponderabili possibilità del giovane; di certo Sinisgalli non si sottrae davanti la necessità intestina di esprimere e di esibire il furore multidisciplinare e plurifunzionale.
Il Leonardo Sinisgalli artista può a buon diritto dirsi multisensoriale, poiché all’istinto creativo generato dall’attimo subitaneo e fugace fa seguito il segno tangibile, figlio non più della parola ma dell’immagine, della figura che si danna per darsi forma. Schizzi e bozzetti su carte assorbenti sono la cattura di pensieri figurati, d’idee fugaci colte l’istante prima di svanire senza lasciar traccia. Per chi, come Sinisgalli, è abituato a trattare la rigida materia dei numeri e la solida sintassi dei versi, rimaneggiare la liquida forma grafica diventa una “cura”, una variazione in maggiore sul tema dell'esistenza. Impregnare ogni poro materiale di colore e di inchiostro equivale al tentativo di un Leonardo, che è stato molti Sinisgalli, di configurare le esperienze e le attitudini nel medesimo spazio.
Immagini, quelle in mostra a Roma, che occupano un arco esistenziale complesso e dinamico di oltre trent’anni: perché mai può dirsi di conoscere nella sua totalità un Leonardo (Sinisgalli) del Novecento.
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