martedì 28 agosto 2012

Veronica Garcia. El recuerdo de la Sombra

Comunicato stampa

La Costantini Art Gallery presenta dal 20 settembre al 13 ottobre la personale dell'artista argentina Veronica Garcia, dal titolo El recuerdo de la Sombra, una selezione di opere recenti in cui traspare l’esigenza di voler rappresentare, attraverso immagini a lei consuete, la costante ricerca del sapere e della conoscenza.
Strati materici e sovrapposizioni di colori, spesso volutamente graffiate o acquerellate, danno forma a scenari onirici in cui fluttuano scarpe, vestiti, manichini, città e barche. Saldamente ancorata alle proprie origini, Veronica Garcia trasforma queste metafore della memoria in immagini enigmatiche, allusive di instancabili pellegrinaggi vissuti come un percorso di crescita interiore. I vestiti e i manichini diventano espressione d’identità e unicità, le scarpe simboleggiano il faticoso cammino lungo la strada della vita, mentre le barche rappresentano il continuo fluire dell’esistenza e quella rassicurante alcova materna che con la sua forma concava avvolge e protegge dalle avversità. Messaggere di un portato personale, ma anche archetipi universali di quello che Carl Gustav Jung ha chiamato “inconscio collettivo”, queste immagini si depositano nella memoria e rimangono immutate nel tempo. Ma c’è un’altra cosa che non potrà mai cambiare e che ci seguirà per tutta la nostra vita: è l’ombra, o meglio, “il ricordo dell’ombra”. Pur essendo immateriale è sempre con noi, è una fedele compagna dei nostri viaggi e delle nostre scelte, è colei che ci affianca nella ricerca di nuove strade e di nuovi percorsi.

Nota biografica: Veronica Garcia nasce a Buenos Aires il 2 Maggio 1971. Nel 1974 la famiglia si trasferisce nella città di Puerto Madryn, dove scopre e alimenta la sua passione per l’arte. Nel 1989 decide di trasferirsi nuovamente nella suà citta natale per studiare alla “Escuela Nacional de Bellas Artes Prilidiano Pueyrredon”, dove nel 1993 consegue il titolo di docente nazionale di disegno e pittura. Dal 1997 al 2001 vive in varie città dell’Argentina maturando esperienze come artista e docente. Nel 2002 ritorna a Puerto Madryn dove attualmente vive e lavora. Ha realizzato numerose personali in istituzioni pubbliche e private tra cui il Museo de Arte Moderno de Puerto Madryn, il Gran Palais de Bellas Artes de Paris, il Museo Provincial de Arte de la Pampa, la Casa de la Cultura – Fondo Nacional de las Artes Buenos Aires e il Museo Municipal de Artes Visuales de Trelew.

Titolo mostra: Veronica Garcia. El recuerdo de la Sombra
Sede: Costantini Art Gallery, Via Crema 8 - 20135 Milano
Date: 20 settembre - 13 ottobre 2012
Inaugurazione: giovedì 20 settembre 2012, rinfresco dalle ore 18.00
Catalogo con testo critico di Emanuele Beluffi
Orario galleria: 10.00-12.30; 15.30-19.30 - chiuso lunedì mattina e festivi

Immagini:
Veronica Garcia,
Cumpleanos, 2012, tecnica mista su tela, cm 100x100.
Veronica Garcia,
Le zapatillas rojas, 2012, tecnica mista su tela, cm 50x50.

lunedì 27 agosto 2012

Maria Gamundí. Marmo & Bronzo

Comunicato stampa

Le donne di Maria Gamundí prendono il palcoscenico a Pietrasanta in Marmo & Bronzo, una mostra personale di sculture nella Sala delle Grasce, dal 15 settembre al 14 ottobre, 2012. Venezuelana di origine, Maria Gamundí ha vissuto a Pietrasanta per 40 anni e ha lavorato nei laboratori di marmo e nelle fonderie di bronzo della “Citta d'Arte”. Il corpo femminile è al cuore del lavoro dell'artista - la ricerca della bellezza di Maria Gamundí trova espressione nelle armonie arrotondate della forma femminile, il suo è un universo che tende verso la perfezione, le donne di Maria sono “beate di appartenersi, coscienti d’essere ognuna un cosmo, un uovo, un centro propulsore di vita nel Creato” scrive il critico d'arte Giuseppe Cordoni nel catalogo della mostra.
«Nel mondo dell’arte contemporanea c’è spesso il tentativo di aggredire, di scioccare il pubblico», dice Maria Gamundí . «Io credo che invece ci si debba confrontare con le cose belle, per questo cerco di infondere l’armonia, la pace. Qualunque siano le tendenze, io non potrei mai fare quello che non sento e ciò che esce spontaneamente dalle mie mani sono immagini che rappresentano l’ideale della bellezza».
“Maria Gamundí è internazionalmente nota per le sue sculture dedicate al mondo femminile” dice Il Sindaco di Pietrasanta Domenico Lombardi: “Questa è la prima mostra personale in uno spazio pubblico di Maria Gamundí a Pietrasanta: un atto doveroso e per l’Amministrazione di grande prestigio, affinché l’artista possa presentare finalmente più opere assieme, offrendo quel fresco slancio di armonia che si crea nella magica interazione tra le sue creazioni. Un sentito ringraziamento va a quest’artista, che, grazie alla sua presenza e dedizione nel mondo dell’arte, ha contribuito a tenere alto il nome di Pietrasanta nel mondo” continua il Sindaco Lombardi.

Titolo mostra: Maria Gamundí. Marmo & Bronzo
Sede: Sala delle Grasce - Centro Culturale “Luigi Russo”, Pietrasanta (LU)
Periodo: 15 settembre - 14 ottobre 2012
Orari: settembre: da martedì a domenica 16.30-20.00 / 21.00-24.00;
ottobre: da martedì a domenica 16.30-20.00;
lunedì chiuso; sabato e domenica anche 10.00-12.30.

venerdì 24 agosto 2012

Trecchina: un borgo incastonato tra mare e montagne

di Francesco Mastrorizzi

Trecchina è un antico centro lucano ricco di mille suggestioni, di tipo paesaggistico, ma anche derivanti da storia, arte, tradizione e folklore. Sorge nell'entroterra della costa tirrenica lucana, su un altopiano incastonato tra le montagne, ma a pochi passi dal mare. La sua collocazione risulta, quindi, strategica, collocato com’è a pochi km sia dalla stupenda costa, tipicamente mediterranea, di Maratea sia dai sentieri montani del Parco Nazionale del Pollino.
Degradando dall'antico borgo medioevale denominato "Castello", il paese si estende verso il "Piano", che costituisce l'attuale zona residenziale. Il borgo antico, adagiato su uno sperone roccioso inaccessibile dalla valle, mantiene intatti angoli di rara bellezza. Finestre, balconi e loggiati sormontati da archi si aprono su un dedalo di stradine scoscese, che si inerpicano dal vallone fino al punto più alto, dove i ruderi del castello baronale del '500 testimoniano secoli di storia di questa comunità. Le prime case risalgono al medioevo (sec. XI), quando il paese fu ricostruito dai Longobardi di Salerno, dopo la sua distruzione ad opera dei Saraceni.
Le origini di Trecchina sono piuttosto incerte: alcuni fanno risalire il primo insediamento al 500 d.C., ad opera di coloni greci della città di Anglona, altri fissano le origini in età romana, indicandola con il nome di Terenziana. Tra il XI e il XII secolo fu interessata da correnti migratorie di gruppi eretici provenienti dal Piemonte, in particolare dal Monferrato, che hanno lasciato una indelebile traccia nel dialetto locale. Trecchina è, infatti, uno dei centri lucani – assieme a Potenza, Picerno, Pignola e Tito – dove si parla il gallo-italico e ciò la rende un’autentica isola linguistica.
Cuore del paese è la bellissima Piazza del Popolo (ampia oltre 1800 mq), costituita da una rigogliosa villa impreziosita da variopinti giardini e circondata da notevoli palazzi in stile liberty, tutti ornati di portali in pietra scolpita e con lunghe balconate sorrette da ferro battuto.
Nella piazza si erge la chiesa madre, dedicata a San Michele Arcangelo, realizzata fra il 1825 e il 1875. All'interno si possono ammirare il soffitto a cassettonato e l’abside decorati da Mariano Lanziani rispettivamente nel 1915 e nel 1924, un dipinto della Madonna del Soccorso di fine Ottocento del pittore napoletano Scognamiglio, una statua della Madonna Assunta di scuola napoletana e un’altra di San Michele Arcangelo, posta in una nicchia sulla parete di fondo dell’abside. Infine, sull'ultimo altare di destra, si trova la tela più recente della chiesa, raffigurante La Cena di Emmaus e realizzata nel 1994 dal pittore locale Emilio Larocca, paesaggista e ritrattista, epigono della raffinata pittura napoletana dell’Ottocento.
La facciata della chiesa è divisa in tre parti da lesene: sulla parte centrale vi è un portale in pietra con sovrastante aggetto su cui si regge la statua di San Michele, mentre sulle parti laterali si aprono due finestroni. La torre campanaria fu costruita nel 1904 a spese di Gennaro Orrico, un ricco emigrante, che volle così dotare il paese di quel campanile che fino ad allora mancava.

giovedì 23 agosto 2012

Addio, Sergio Toppi

di Maria Rosaria Compagnone

Il 21 agosto 2012 si è spento Sergio Toppi, un maestro d’eccezione che lascia un enorme vuoto nel mondo del fumetto italiano. Apparteneva alla generazione di disegnatori degli anni trenta che hanno trasformato il fumetto in arte.
Toppi, nato l’11 ottobre del 1932, cominciò la sua carriera come disegnatore per la UTET negli anni 50 e approdò al fumetto nel 1966 disegnando per il Corriere dei Piccoli. Toppi si mostrò da subito uno straordinario fumettista d’ispirazione storica e letteraria, slegato da personaggi fissi se si esclude il Collezionista, creato nel 1984 per la collana I Protagonisti. Durante la sua lunga carriera, ha lavorato per numerose pubblicazioni come Linus, Alter Alter, Il Giornalino, Corto Maltese, L'Eternauta, Comic Art, la Sergio Bonelli Editore e per il Giornalino. Quando negli anni Novanta le riviste scomparirono una dopo l’altra, Toppi restò comunque attivo con mostre, illustrazioni e pubblicazioni all’estero dov’è stato sempre considerato l’ambasciatore del Fumetto italiano più colto e più raffinato. Toppi ha, inoltre, collaborato con molte case editrici italiane ed estere come illustratore, pubblicando per Mondadori, Garzanti, Utet, Larousse, Mosquito, Einaudi e tante altre e ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali.
Sergio Toppi è morto a Milano dopo una lunga malattia che ha combattuto con tenacia continuando tra l’altro, fino all’ultimo, a disegnare. Con la sua scomparsa il fumetto italiano perde un maestro straordinario dal punto di vista grafico: ogni sua tavola è un'invenzione, un sapiente gioco di linee che a tratti ricorda Klimt e rinnova il dolore di aver perso uno dei più grandi autori di fumetti del mondo.

sabato 18 agosto 2012

a>Monte 2012

Comunicato stampa

Dal 21 al 26 agosto nello spazio pubblico di Piazza Racamato in Montescaglioso (MT) la Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea e l’Associazione Culturale Treenet Studios, presentano la III Edizione del progetto a>Monte, un programma di ospitalità per artisti in stretta comunanza con la popolazione e il territorio, ideato e sviluppato dall’artista Ferdinando Mazzitelli in un ambito di ricerca di design sociale o progettazione artistica che supera il manufatto per arrivare all’ideazione di realtà di produzione “comunitarie” e “partecipative”.
Nello scenario urbano di uno dei borghi più suggestivi della collina materana, l’edizione di quest’anno del progetto propone un laboratorio operativo e di riflessione aperto alla partecipazione pubblica sul tema dello scambio, dell’ospitalità e del dono. Un apposito set a firma di Pierfabrizio Paradiso con Francesco Lomonaco concepito non come “opera” da guardare ma come un kit-stand da utilizzare, "ospiterà" un programma di discussioni a partire da questi temi, in cui artisti, curatori, intellettuali, insieme alla cittadinanza, si ritrovano a dare espressione al pensiero, alla comprensione dei contenuti, delle idee, dei messaggi, delle interpretazioni del mondo che l'arte può offrire.
In un continuum con le precedenti edizioni, fondate sul confronto e l’elaborazione di pratiche collettive, il progetto AMonte infatti, prima di essere progetto artistico - funzione che pure gli è propria - si pone come un cantiere di soggettività differenti per formazione e vocazione che concorrono all’articolazione di metodologie di collaborazione e ricerche suscettibili di nuovi apporti e sconfinamenti in uno spirito laboratoriale di comunanza e collaborazione fra i vari soggetti della residenza che quest’anno vedrà come componenti: OsservatorioinOpera-Piero Almeoni, Paola Sabatti Bassini (artisti, Milano), Simona Caramia (critico-curatore,Taranto), Angelo Bianco (Fondazione SoutHeritage, Matera), Francesco Galluzzi (storico dell’arte, Firenze), Francesca Speranza (artista, Lecce), Pierfabrizio Paradiso (artista, Milano), Francesco Sollazzo (artista, Milano), Roberto Martino (Fondazione SoutHeritage, Matera), Francesco Lomonaco (operatore culturale, Montescaglioso), Angelo Caruso (artista, Milano), Angelo Calabrese (videomaker, Taranto), Ferdinando Mazzitelli (artista, Milano), Franco Avena, Angelo Danzi, Franco Russo, Nunzio e Angelo Locantore (crew a>Monte / Montescaglioso).
L’operazione di OsservatorioinOpera (Piero Almeoni, Paola Sabatti Bassini): “Terra rivoltata”, presentata nella scorsa edizione di a>Monte e consistente nella distribuzione di 20 quintali di terra “padana” ai cittadini di Montescaglioso (come riflessione sulla “zona grigia del risveglio contadino” di Rocco Scotellaro, ma anche come scambio tra luoghi differenti, dono e ospitalità), sarà la base di partenza delle sessioni d’incontri per porre l’accento anche su questioni storiche che in questa fase politico/sociale si riaprono: immigrazione, abbandono del territorio, inclusione nel nuovo. L’esito delle varie sessioni sarà documentato in una pubblicazione e sul sito http://www.southeritage.it/amonte/.

Titolo evento: a>Monte / programma di comunanza e ospitalità per artisti
A cura di: Ferdinando Mazzitelli
Luoghi: Piazza Racamato, Montescaglioso - MT
Date: 21 > 26 agosto, ingresso libero
Orari: 19:00 > 22.30

venerdì 17 agosto 2012

MOArt Zero

Comunicato stampa

Il MOA (Museo della Memoria) di Eboli (SA) nella prima serata inaugurale è lieto di presentare al grande pubblico l’apertura della galleria MOArt, domenica 9 settembre 2012 dalle ore 18.00 presso il Complesso Monumentale S. Antonio.
MOArt sta per “sala contemporanea di arti visive” che in questa occasione dà il via alla sua prima stagione espositiva con una ricca collettiva di presentazione. Sette le menti creative ad occupare il doppio volume purista dello spazio espositivo, tutte figure provenienti dal cantiere artistico di Officina 31, associazione culturale salernitana no profit volta alle arti visive dalla quale prende vita l’idea generativa su questo virtuoso spazio nascente.
Il primo step espositivo ideato e curato da Titti Gaeta (artista campana, titolare di Officina 31 nonché responsabile MOArt – arti visive), prende il nome di MOArt Zero e si identifica come felice inizio di un ambizioso progetto culturale mosso dall’esigenza di comunicare l’arte con l’arte. Un terreno fertile da cui spuntano materiali creativi (e mentali) variegati e dove fioriscono variopinte modalità operative volte alle arti e alle comunicazioni visive. I prodotti di questa elaborazione spaziano dalla fotografia alla digital art, dalla scultura tradizionale alla videoarte, dall’opera testuale all’artigianato. “Una fucina culturale che si propone di elaborare e realizzare progetti che spaziano dalla sperimentazione di nuove forme di comunicazione culturale, al radicamento dei modelli progettuali tradizionali, sensibilizzando tutto e tutti, contribuendo allo stimolo di una continua ricerca nel settore delle arti”, questo avverte la curatrice. Un audace punto di partenza per un prolifico incubatore dove nascono milleuno idee e buoni propositi per produrre una nuova idea di cultura nel salernitano, rivolta ad un pubblico frontale senza specifici target e sempre più eterogeneo ed esigente.
Un’occasione di confronto per artisti affermati ed emergenti che in un involucro tardo-medievale, sotto le possenti volte a crociera della sala in questione, si uniscono per la prima volta nel tracciato allestito con una corposa preview atematica. Accanto alla sensibilità della memoria, che apre la mente verso risonanze storiche fatte di guerre e conflitti, convivono nella MOArt gli ultimi figli della modernità culturale campana (e non) tradotta in termini d’arte. Dissimili le tematiche, uguali gli obiettivi: creare dei luoghi di pensiero, dei processi di comunicazione, porre delle solide basi concettuali su cui innalzare un nume ideologico comune, l’arte.

Sante Abbinente Salerno – 1979, opera con la pittura.
Antonio Conte Napoli – 1981, si muove tra astrattismo e dadaismo.
Giovanni Comunale Singen – 1964, intende la fotografia un sicuro sentiero del cuore.
Enzo Correnti Palermo – 1953, informale materico? No, grazie, la mia è Pittoscultura!
Francesco Cuomo Eboli – 1973, dalla pittura alla grafica come pure al marchio di moda il passo è breve…
Titti Gaeta Salerno – 1971, predilige lo scatto e la realtà racchiusa in formato “memoria”.
Mandarino Nudo e Crudo (Annalisa Mandarino) Battipaglia – 1983, vive su un’isola felice dove coltiva pittura, grafica e design.

Titolo mostra: MOArt Zero
A cura di: Titti Gaeta
Luogo: MOA museum (Museum of Operation Avalanche) / MOArt (sala contemporanea – arti visive)
Indirizzo: Complesso Monumentale S. Antonio, via S. Antonio, 84025 Eboli (SA)
Durata: 9 - 30 settembre 2012
Inaugurazione: domenica 9 settembre 2012, ore 18.00
Orari: dal lunedì alla domenica, dalle 18.00 alle 22.00
Artisti in mostra: Sante Abbinente, Antonio Conte, Giovanni Comunale, Enzo Correnti, Francesco Cuomo, Titti Gaeta, Annalisa Mandarino

lunedì 13 agosto 2012

Dürer cede il posto: dopo il Museo di Cincinnati lascerà il Museo d’Arte di Chianciano

Comunicato stampa

Tempi difficili anche per Albrecht Dürer, il più importante artista tedesco del Rinascimento. Dal 31 agosto il Museo d’Arte di Chianciano non esporrà più la sua bellissima xilografia proveniente dal Museo di Cincinnati. L’opera dal titolo “Gioacchino e l’Angelo” (1504 ca) rappresenta il famoso sogno di Gioacchino in cui si annuncia la lieta notizia di Anna, sua moglie e futura madre della Vergine Maria. Il capolavoro di Dürer lascerà le sale espositive del Museo per cedere il posto al prestigioso evento del Premio Internazionale Chianciano d’Arte 2012 che avrà luogo dal 15 al 22 settembre.
La maestria del Dürer si rileva nel perfetto equilibrio compositivo, nella dedizione al particolare e nella capacità di rappresentare un evento soprannaturale, come l’apparizione di un angelo, in termini strettamente naturalistico-figurativi. Attraverso l'umanesimo infatti trova la strada verso una pittura realista e supera così definitivamente la pittura gotica che in Germania fu predominante fino alla fine del '400.
Grande pittore, matematico e teorico d’arte, Albrecth Dürer nacque a Norimberga nel 1471 e ivi morì nel 1528. E’ stato l’indiscusso maestro dell’incisione, portando quest’arte a livelli mai raggiunti prima. Per la bellezza delle sue opere incisorie, Erasmo da Rotterdam, suo contemporaneo, dichiarò che aveva superato il celebre pittore della Grecia antica, Apelle, perché per creare non aveva bisogno del colore ma gli bastavano semplicemente delle linee nere.
Insieme all’opera del Dürer dalle sale museali andranno via tanti altri capolavori, dello stesso Dürer e di altri grandi maestri. Rembrandt, Veronese, Goya, Tiepolo, Dalì, Schifano subiranno la stessa sorte per far posto al magistrale allestimento del Premio Internazionale Chianciano Arte 2012. Esso sarà curato dallo stesso team di esperti internazionali che ha coordinato mostre in importanti musei come il Victoria & Albert Museum e il Lord Leighton House Museum e che sta organizzando l’evento londinese del 2013, la Biennale d’Arte di Londra.
Al Premio Internazionale saranno presentati i 100 artisti che sono stati selezionati da tutto il mondo per celebrare “l’Arte della Mente”. Sarà questo, infatti, il filo conduttore della mostra toscana. Ci inoltreremo nelle sinuosità del subconscio umano attraverso creazioni artistiche di grande impatto visivo ed emozionale. L’artista del 21esimo secolo esprimerà se stesso e simboleggerà al contempo l’uomo contemporaneo con i suoi sogni, le sue credenze, ma anche i suoi incubi e le sue paure. Un percorso lastricato di visioni bidimensionali e tridimensionali coinvolgerà lo spettatore quasi magicamente. Il museo d’arte sarà trasformato in un mondo surreale sospeso tra sogno e realtà.
In questa atmosfera il sogno di Gioacchino avrebbe trovato una collocazione ideale, se solo Dürer fosse stato un nostro contemporaneo. Il premio è infatti un’importante piattaforma di promozione dell’arte contemporanea e in quest’ottica si può senz’altro affermare che Durer sia stato oltre che un geniale maestro anche l’archetipo dell’artista moderno. Con straordinaria abilità ha costruito il proprio ruolo ed ha incrementato la propria importanza, giovandosi, in quanto artista, imprenditore e teorico, di un’incomparabile rete di relazioni personali. La sua produzione ha ottenuto una rapida diffusione e un gran successo anche presso i regnanti come l’imperatore Massimiliano I e Carlo V e ancora oggi le sue opere incantano le nostre menti.
Gli artisti del Premio Internazionale Chianciano Arte si sentiranno onorati che un simile nome ceda il posto alla loro arte, ma il talento per cui sono stati selezionati renderà degnamente omaggio al famoso tedesco di Norimberga.

domenica 12 agosto 2012

Cantinando Wine&Art

Comunicato stampa

Il 17, 18 e 19 agosto l’Associazione Culturale Sisma rinnova, per la settima volta, l’appuntamento con il Parco Urbano delle Cantine di Barile e con la sua ormai storica kermesse artistico-culturale ed enogastronomica, Cantinando wine & art. Denso il calendario di quest’anno. Sul palco della piazza dedicata a Pier Paolo Pasolini, centro nevralgico dell’evento, si susseguiranno, nell’ordine, musicisti del calibro di Ginevra di Marco (cantante e sperimentatrice musicale dalla voce inconfondibile, che, partendo dal gruppo musicale dei C.S.I. e passando per i P.G.R., ha intrapreso un percorso di recupero e interpretazione di canti storici e popolari da tutto il mondo), Assalti Frontali (uno dei gruppi storici dell’Hip Hop italiano, nato nel 1991 dalle ceneri del collettivo musicale romano Onda Rossa Posse) e Daniele Sepe (musicista e cantante poliedrico, premio Tenco nel 1998). Una cospicua compagine di artisti di strada e itineranti (Flavio Vandaval, Fusen Brothers, Artisti di-Stratti) allieterà inoltre gli spazi del festival, con giochi d’animazione, spettacoli di burattini, di varie arti sceniche circensi e di giocoleria. A questi si affiancherà la ‘Street Art’, performance di live painting a cura di Alice Pasquini, Krayon & Ironmould e altri ospiti.
Il magico scenario del Parco Urbano delle Cantine, reso ancor più suggestivo da un particolare gioco di luci, detto “illuminazione architetturale”, ospiterà inoltre tre novità quest’anno: uno spazio offerto dall’azienda ‘Basilisco’ e dedicato all’esposizione e promozione delle eccellenze enologiche locali (‘Basilisco’, ‘Paternoster Vini’, ‘Madonna delle Grazie’, ‘Macarico’, ‘Cantine del Notaio’, ‘Consorzio Viticoltori del Vulture’ di Barile, Azienda ‘Elena Fucci’, ‘I Coronei’, ‘Carbone vini’, Azienda ‘Romano Nicola’), le installazioni e performance sul tema ‘Tradizioni future’ a cura di artisti provenienti da tutta Italia (A. Ascoli, M. Castelluccio, C. Battista e S. Gervasio con la mostra a cura dell’associazione culturale ‘Interzona’ dal titolo ‘Senza far rumore’, G. Nardiello, A. Sicuro, S. Cavallo, L. Scapellato, L. Laviano, M. Zaccagnino, K. Vittorio Virgilioe Maria Carmela MIlano) e la ‘Notte bianca’ che chiuderà il festival, il giorno 19.
Come sempre, Cantinando sarà anche l’occasione per l’approfondimento e la riflessione su tematiche storiche, politiche e culturali che riguardano da vicino la comunità lucana. A questo filone di interesse si ricollegano la presentazione del libro di Domenico Notarangelo, “Da Carlo Levi a Franco Rosi”, edito da Calice e vincitore del prestigioso Premio ‘Carlo Levi’ per la sezione lucana della saggistica, in cui l’autore ripercorre i vari momenti del suo rapporto con lo scrittore-pittore torinese; il convegno a cura del Coordinamento Nazionale ‘NO TRIV’ sulle attività di estrazione petrolifera nel Vulture e Alto Bradano, la proiezione del documentario ‘No Tav, fermarlo è possibile’ (a cura del Centro Sociale Askatasuna, del Comitato di lotta popolare ‘No tav’ e del collettivo ‘Rise up’) e, infine, due convegni per ‘esperti del settore’, sulla viticoltura e la vinificazione, intitolati “Viticoltura lucana: tecnica e paesaggio” e “Aglianico e altro. Evoluzione passata, recente e prospettive future”, a cura, rispettivamente, dei professori Nuzzo Vitale e Michele Latorraca, docenti della facoltà di Agraria dell’Università degli studi della Basilicata.
Come ogni anno, poi, un gruppo di ragazzi provenienti dai più disparati angoli del mondo e desiderosi di arricchire il proprio bagaglio esperienziale e interculturale potrà, condividere coi ragazzi dell’Associazione Culturale Sisma tutto il lavoro preparatorio all’evento, in un clima di condivisione e convivialità. A coordinare il work-camp dei ragazzi stranieri ci sarà il neo-costituito gruppo della “Rete del volontariato del Vulture”, che darà il suo prezioso contributo organizzativo all’evento. È possibile, per chi vorrà, contattare l’associazione per sostare nell’area attrezzata per camper e tende, vicinissima alla manifestazione. tutte le altre informazioni e gli aggiornamenti sull’evento saranno reperibili sul sito www.cantinando.it

sabato 11 agosto 2012

Vulcanica Live Festival 2012

Comunicato stampa

Saranno gli ultimi giorni d'agosto e gli splendidi scenari del chiostro, dei giardini e dell'atrio del Palazzo “G.Fortunato” di Rionero in Vulture ad ospitare la quattordicesima edizione del Vulcanica Live Festival, che quest'anno ritorna nel centro storico della città fortunatiana.
La manifestazione verrà inaugurata dall'indie-pop dei Locomitiva vincitori del premio Basilicata Music Net 2012 a cui seguirà il talentuoso cantautore calabrese Brunori Sas introdotto dal musicista Valerio Zito.
Il festival chiuderà con l'originalissimo progetto Musica Nuda formato da Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, per la prima volta in Basilicata.
Diverse le attività parallele: per Vulcanica Libri la scrittrice Francesca Romano presenterà il suo lavoro “Raccolti di Fiori”; per Vulcanica Incontri, Musica in giardino, il cantautore Dario Brunori incontrerà i giovani musicisti per un discussione sul cantautorato italiano e su come la musica si lega alle immagini e alle parole, contemporaneamente concluderà il contest fotografico ispirato ad alcuni versi delle sue canzoni.
Concluderà l'edizione la nuova sezione Vulcanica Teatro con lo spettacolo itinerante "Non chiamatemi Alice" de la compagnia Teatrale L'albero, ispirato al celebre romanzo “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carrol.

MUSICA NUDA | BRUNORI SAS | LOCOMITIVA | VALERIO ZITO
25.26.27.28 agosto 2012
Palazzo G.Fortunato – Rionero in Vulture (PZ)

Per informazioni
Associazione Culturale Vulcanica | Via Guido Rossa | 85028 | Rionero in V. (PZ)
www.associazionevulcanica.it | info@associazionevulcanica.it
mobile 348 5655627 tel 0972 722098

venerdì 10 agosto 2012

Le Cattedrali di Venosa: percorsi stilistici e influssi interculturali

Comunicato stampa

Nell’ambito delle attività di promozione e valorizzazione del patrimonio storico artistico regionale, finalizzate all’incremento dell’offerta culturale all’utenza, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata ha predisposto, per tutto il periodo agosto-ottobre 2012, un programma di visite guidate a due tra i più interessanti complessi monumentali della città di Venosa: la Cattedrale di Sant'Andrea e l'Abbazia della SS. Trinità.
L’iniziativa ha non solo lo scopo di far conoscere ad un più vasto pubblico i due importanti monumenti della cittadina oraziana, ma soprattutto di evidenziare come, nel corso dei secoli, i rapporti tra i popoli e gli avvenimenti storici hanno consentito, nell'ambito del dialogo interculturale, di dar vita a quel crogiuolo di civiltà che è oggi l'Europa.

Venosa, Cattedrale di Sant'Andrea e Abbazia della SS. Trinità
dall’11 agosto al 28 ottobre 2012
sabato e domenica - ore 9.00-13.00 / 15.30/18.30
15 e 16 agosto - ore 9.00-13.00
Info e prenotazioni 0972 36095 - 338 9898642

giovedì 9 agosto 2012

San Severino Lucano, nel cuore del Pollino

di Francesco Mastrorizzi

San Severino è una piccola cittadina incastonata nel cuore verde del Parco Nazionale del Pollino, tra splendide valli, boschi incontaminati e immersi nel silenzio, interrotto soltanto dal dolce mormorio dei ruscelli, paesaggi incantati e mirabili scenografie naturali.
L'abitato sorse intorno alla fine del XV secolo, quando i principi Sanseverino di Bisignano donarono i loro territori ai Cistercensi della vicina abbazia di Santa Maria del Sagittario, fondata nel 1202. I monaci vi edificarono un casale e delle abitazioni per i contadini che avrebbero dovuto mettere a coltura le terre. Da questo villaggio nacque, intorno al 1400, il primo nucleo dell'abitato che prese il nome dall'antico feudatario.
Nel 1806 San Severino, che fino a quel momento apparteneva al territorio di Chiaromonte, a seguito di un ordinamento napoleonico, che poneva fine alla feudalità, confiscando i beni ecclesiastici, si istituì in Comune. Nel 1820 al nome San Severino fu aggiunta la specificazione di Lucano. Dopo l'unità d'Italia il brigantaggio fu molto attivo nel territorio comunale, come d'altronde nell'intero comprensorio del Pollino, favorito da montagne impervie e mancanza di strade. Tra le tante figure di briganti di quel periodo, sono ricordate quelle del Capitano Iannarelli e di Antonio Franco.
Per la sua recente storia San Severino non ha importanti emergenze architettoniche. Al centro del paese sorge la Chiesa Madre di Santa Maria degli Angeli, probabilmente risalente al primo nucleo abitato, ma con l'attuale impianto settecentesco. Al suo interno sono conservate opere di notevole interesse artistico: una croce processionale del XVII sec., un crocifisso ligneo del XVI sec., un prezioso ostensorio, vari dipinti del XVII sec. ed una scultura lignea del XVI sec. raffigurante la deposizione di Cristo. Custodisce, inoltre, la statua della Madonna del Pollino, oggetto di culto in una delle più importanti manifestazioni religiose della Regione.
Nella parte alta del paese sorge la Chiesa di San Vincenzo Ferrari. Fu edificata nel 1765 e successivamente ampliata, modificata e trasformata. Destinata a scuola negli anni Cinquanta del Novecento, è stata riaperta al culto negli anni Novanta, dopo lavori di restauro che hanno riportato l'edificio al suo aspetto originario.
Come detto, il territorio di San Severino offre notevoli attrattive naturalistiche, nonché di archeologia industriale, come i numerosi mulini risalenti al XVIII e XIX secc., situati quasi tutti lungo il corso del torrente Frido. Spettacolare, per chi proviene dalla Valle del Sinni, la visione dei corsi dei torrenti Peschiera e Frido e soprattutto del Bosco Magnano. Situato a una quota compresa fra 700 e 900 metri, è costituito da circa mille ettari a formazione mista di cerri e faggi, con esemplari plurisecolari di grandi dimensioni, accompagnati da carpino bianco, ontani napoletani e aceri. I numerosi affluenti del Peschiera costituiscono l’habitat tipico della lontra.
A circa 600 metri di quota si trova la Contrada Propani, dove sono presenti i resti dell'abbazia del Sagittario. Nei pressi della contrada si trovano i mulini Fasanelli e Cornalonga. I resti di un altro importante mulino, denominato Iannarelli, costruito nel 1720 con la condotta idrica a cascata forzata, si trovano, invece, alla confluenza del Frido con il Salice. Sulle prime pendici del Pollino, a circa 1000 metri di quota, troviamo la frazione di Mezzana, suddivisa in quattro sobborghi disposti ad anfiteatro lungo la valle del torrente Frido.
Arroccato su uno sperone roccioso, a 1573 metri s.l.m., in posizione panoramica su tutta la valle, è possibile ammirare il Santuario della Madonna del Pollino. Questo è stato eretto agli inizi del XVIII secolo nel luogo in cui sorgeva la grotta dove, secondo la tradizione, fu trovata la statua in stile bizantino della Madonna. Il santuario è costituito da vari edifici ed è meta di molti pellegrini che lo affollano maggiormente nel periodo della ricorrenza.

venerdì 3 agosto 2012

Una Fiaba per Rapone

Comunicato stampa

La premiazione del Concorso Letterario Nazionale Una Fiaba per Rapone si terrà lunedì 6 agosto, ore 20, in Piazza XX Settembre a Rapone, caratteristico paesino della Lucania animato da personaggi fantastici che ispirano storie, fantasie e leggende. Ospiti d’eccezione i musicisti Raiz e Giuseppe De Trizio, l’attore Guido Burzio, il gruppo musicale Makardìa e la danzatrice acrobatica Amalia Ruocco.
Arte, musica, letteratura, fotografia e cinema si intrecciano per regalare al pubblico un’atmosfera fiabesca in una serata dedicata ai vincitori del concorso, promosso dal Comune di Rapone con l’Associazione di ricerca antropologia Antrocom Onlus Campania. A premiare sul palco ci sarà la giuria: lo scrittore di libri per ragazzi Claudio Elliott, il giornalista e scrittore Paride Leporace e la giornalista Isabella Romano, dopo aver esaminato oltre 100 elaborati, hanno stilato una graduatoria e nominato due vincitori per ogni categoria di concorso più tre nomination speciali.
Dalle fiabe protagoniste del concorso nasce lo spettacolo che animerà la serata: Raiz, poliedrico musicista, scrittore, attore nel film Passione di John Turturro e il chitarrista pugliese Giuseppe De Trizio presenteranno un viaggio musicale in letteratura dal titolo Momo è Zazà, fiaba scritta e musicata dai due artisti sulle tradizioni, esperienze, passioni ed emozioni dei personaggi fiabeschi. Le trame della chitarra di Giuseppe De Trizio e le venature accorate della voce di Raiz vestono questo racconto-favola di note e micromelodie che formano armonia, canzoni e suggestioni sonore ‹‹interrogando il tempo grande della storia, una storia che sembra essere cominciata un giorno non definito e pare non concludersi mai››, come spiegano i musicisti.
Mattatore e presentatore della serata sarà il saltimbanco Guido Burzio che con la sua travolgente simpatia accoglierà i personaggi delle fiabe raponesi musicate dai Makardìa con versi in dialetto locale, al suono di fisarmonica e chitarra. I personaggi saranno interpretati dalla danzatrice Amalia Ruocco in uno spettacolo a metà tra il teatro e il circo con momenti acrobatici, di giocoleria e del teatro di figura.
Una fiaba per Rapone è anche foto e videoproiezioni: Nu cunt’ è il progetto fotografico sui luoghi delle fiabe raponesi a cura di Francesco Ciotola e Luca Anzani, Uncosofactory proietterà immagini video dei suggestivi scorci del paesaggio di Rapone animate dalla voce del cantastorie raponese Antonio Tozzi e dai suoi racconti, curiosità e stornelli.
La cerimonia di premiazione si aprirà con i saluti del Sindaco di Rapone Felicetta Lorenzo. Sul palco anche l’ Assessore alle Attività Produttive della Regione Basilicata Marcello Pittella e il Direttore generale dell’Apt Basilicata Gianpiero Perri.

giovedì 2 agosto 2012

Per le antiche vie del Pietrafesa

Comunicato stampa

Si terrà il 9 e il 10 agosto prossimi a Satriano di Lucania (PZ) l’edizione 2012 di “Per le antiche vie del Pietrafesa”, evento nato nell’ottica di una riscoperta della vita e delle opere del pittore lucano Giovanni De Gregorio, detto il Pietrafesa.
Il De Gregorio nacque a Satriano, un tempo chiamata Pietrafesa, nella seconda metà del Cinquecento. Viene quindi dal suo luogo di nascita l’appellativo con cui, il più celebre tra i pittori lucani del 1600, è conosciuto.
Questi gli appuntamenti dell’edizione 2012 della manifestazione. Si comincia giovedì 9 alle 19, nel cuore di Satriano, sotto il murales gigante che raffigura il Pietrafesa mentre dipinge una tela, con la presentazione del museo multimediale “Il Palco dei Colori de Il Pietrafesa” realizzato dall’associazione culturale Labirinto Visivo sotto la supervisione scientifica del professor Latoronda dell’Università degli Studi della Basilicata.
A seguire (con inizio previsto per le 20) l’inaugurazione del museo installato presso la Rocca Duca di Poggiardo. La serata si chiuderà con un concerto della Gesualdo Accademia Internazionale d’Archi dedicato agli “Splendori del barocco” (previsto per le 21 e 30, presso il teatro Porticelle).
La giornata di venerdì 10 invece, a partire dalle 20 e 30, sarà caratterizzata dalle botteghe di pittura e dagli stand gastronomici che proporranno ricette tipiche satrianesi. Le mostre cederanno il passo all’estemporanea artistica organizzata dal Forum Giovanile che vedrà la presenza di artisti provenienti da Argentina, Veneto, Lazio, Campania e Basilicata ed uno spettacolo di “sand art” a cura di Annamaria Paglieri. Anche la musica dal vivo (con Avast, Duo Agorà, Niki Fox e folk lucano) accompagnerà le passeggiate dei visitatori tra i murales e le gigantografie con le opere più celebri del Pietrafesa, installate sui muri delle abitazioni del centro storico. Per entrambe le giornate, a partire dalle 17, sarà possibile partecipare a visite guidate lungo il percorso dei murales dedicati al Pietrafesa che si conclude presso la Chiesa di San Giovanni dove è presente l’unico affresco che il pittore ha lasciato a Satriano.
La prenotazione per i tour guidati è obbligatoria, entro il 5 Agosto, al numero 3203060884.

Il Palco dei Colori de Il Pietrafesa
Esplorare e far apprezzare il genio creativo di uno dei più noti artisti del Seicento lucano: Giovanni De Gregorio, detto il Pietrafesa. È questo l’obiettivo del museo virtuale dedicato al pittore che, giovedì 9 agosto prossimo, alle ore 20, sarà inaugurato ed aperto al pubblico nella suggestiva cornice della Rocca Duca di Poggiardo, a Satriano di Lucania.
All’interno della Rocca, residenza signorile di recente ristrutturazione, rivivranno la figura, la vita, l’opera, il tempo ed i contemporanei del De Gregorio. Il museo, ideato e realizzato da ‘Labirinto Visivo’ sotto la direzione scientifica del professor Angelo Lucano Larotonda dell’Università degli Studi della Basilicata è promosso dall’amministrazione comunale di Satriano, paese natale del Pietrafesa.
La galleria virtuale, invertendo i canoni classici della fruizione museale e rendendo lo spettatore protagonista nella scelta dei contenuti artistici, sarà luogo in cui conoscenza scientifica ed emozioni personali si fonderanno al fine di arricchire e diffondere cultura. Il percorso al suo interno, spiegano i curatori, “sarà un tragitto dal forte impatto emozionale che, attraverso suoni, colori ed impressioni abbraccerà il visitatore, rendendolo partecipe di un’esperienza dal forte impatto emotivo”. Oltre 40 le opere digitalizzate, in altissima definizione tra Basilicata, Campania e Calabria, e custodite in tavoli touchscreen nelle sale del museo. Opere che consentiranno ai visitatori un’immersione all’interno delle tele, per poter godere appieno del cromatismo e del ricco simbolismo che le anima.
Tra di esse anche diverse novità assolute come un autoritratto del pittore, rintracciato tra gli affreschi del Convento di S. Antonio a Balvano, una tela di S. Francesco oggi conservata nel Convento dell’Immacolata dei frati Cappuccini a Salerno e Il Volto Santo, una tela presente nella chiesa di San Nicola di Bari, a Castelcivita.
Lungo e laborioso si è rivelato il processo di definizione del corpus pittorico dell’artista, circoscritto infine attraverso schede storico-critiche curate dallo storico d’arte moderna Stefano de Mieri, dell’Università Federico II di Napoli. Schede che saranno, peraltro, presenti all’interno del museo sotto forma di pannelli.
Venendo alle peculiarità del museo di Satriano, questo avrà come cicerone d’eccezione lo stesso pittore Giovanni De Gregorio. Sarà proprio il Pietrafesa, infatti, a prendere forma al passaggio dall’ingresso dei visitatori, nei pressi d’uno specchio verticale grande 80 pollici, e ad accompagnarli lungo i luoghi del percorso fino alla sala più nascosta della Rocca per esempio, un tempo adibita a carcere, dove è stato ricreato un video-ambiente che proietta lo spettatore in una dimensione onirica, in cui immagini, giochi di luci e musica si rincorrono in un flusso incessante ed ipnotico.
Ma non è tutto. La grande attenzione rivolta all’analisi storica e culturale del Seicento lucano, secolo in cui il De Gregorio è vissuto e ha operato, è il motore d’una sala ulteriore dove, sfogliando un libro digitale sospeso a mezz’aria, si potranno ripercorrere le gesta e comprendere appieno il contributo culturale offerto da artisti, poeti, musici, giuristi ed ecclesiastici alla loro terra d’origine.
Il museo virtuale di Satriano, parte d’un progetto più ampio in via di definizione, intitolato ‘Il parco dei colori del Pietrafesa’, “è nato – spiega il direttore scientifico dell’allestimento Angelo Larotonda – dall’esigenza di donare nuova visibilità al patrimonio di cultura e arte che impreziosisce chiese e palazzi della Regione Basilicata e si configura come un nuovo e moderno polo di attrazione turistico-culturale per il territorio. Un contenitore pensato per ospitare, – conclude Larotonda – tra l’altro e fin da subito, laboratori didattici per le scuole”.

La Madonna di Anglona

di Sonia Gammone

Tra i santuari lucani meglio conservati e più caratteristici, va sicuramente annoverato quello dedicato alla Madonna di Anglona a Tursi. Secondo alcuni studiosi la costruzione dell’edificio avrebbe avuto inizio intorno alla fine dell’IX secolo: si ha notizia infatti che ad Anglona avrebbe fatto sosta Urbano II nel 1092. Il nucleo più antico, risalente al X-XI secolo, potrebbe coincidere o con l’attuale cappella a navata unica e con abside semicircolare posta sul lato sud della chiesa e attualmente dedicata al Ss. Sacramento, oppure con l’aula absidata venuta alla luce in prossimità del protiro sul quale si innesta con andamento perpendicolare rispetto all’asse della chiesa. In un periodo di tempo databile fra i primi decenni del XII secolo e la metà dello stesso secolo, al nucleo primitivo sarebbe stato affiancato un impianto basilicale tripartito concluso direttamente ad oriente da tre absidi semicircolari affiancate e arricchite dal protiro. A cavallo dei secoli XII e XIII la zona terminale della basilica sarebbe stata prolungata con l’innesto del transetto allineato e del coro odierni. Tra il XII ed il XIV secolo, a seguito del crollo del lato meridionale a causa di eventi non ben precisati, si procedette al suo rifacimento con arcate a sesto acuto. L’attuale facciata presenta un prospetto a coronamento orizzontale affiancato da una torre campanaria, la quale originariamente era accompagnata sul lato opposto da un’altra torre gemella. La chiesa è preceduta da un protiro sostenuto da quattro colonne, terminante esternamente con un arco a tutto tondo decorato con una fascia interna da un motivo a zigzag a denti di sega, e in quella esterna da una serie di protomi animali e umane. La parte muraria accoglie nella zona superiore una serie di bassorilievi raffiguranti l’Agnello simbolo di Cristo e gli Evangelisti. Sulle pareti esterne del transetto e dell’abside sono incastonate formelle in cotto recanti delicate raffigurazioni di influenza araba, mentre le superfici murarie sono ritmate da archetti pensili e lesene. I rilievi lapidei del campanile sono opere di Melchiorre da Montalbano al pari di quelli dell’interno. Quest’ultimo appare suddiviso in tre navate spartite da una duplice fila di pilastri a sezione rettangolare che sorreggono cinque arcate per lato, si cui quelle a meridione sono a tutto sesto, mentre le altre a sesto acuto. Il presbiterio è caratterizzato da un transetto non sporgente rispetto alle navate laterali e da un profondo coro che si conclude con un’abside semicircolare. Del grazioso ciclo pittorico che originariamente copriva le pareti interne della navata principale, databile fra la fine del XII ed i primi decenni del XIII secolo, ci rimane oggi solo la metà. Si sono conservati gli affreschi della parete destra della navata centrale, accompagnati da una serie di iscrizioni in lingua greca e contenenti circa quarantuno episodi del Vecchio Testamento tratti dalla Genesi, dalle scene della Creazione alle storie di Giuseppe. Originariamente sul semicatino di destra era raffigurato S. Michele Arcangelo, ancora parzialmente identificabile, mentre non più riconoscibile è il personaggio dell’absidiola sinistra identificato in S. Pietro. Affrescato era anche il vano d’ingresso, dove nella controfacciata vi era la rappresentazione del Giudizio Universale. Di grande impatto visivo, questo santuario mariano conserva ad oggi tutto il suggestivo fascino di bellezza e devozione che da secoli lo rendono metà di pellegrinaggi.