sabato 25 giugno 2011

In Arte e Iacolino al TGR Basilicata

Servizio del TGR Basilicata andato in onda venerdì 24 giugno 2011 nell'edizione delle 14.00.

Mostra Iacolino - Servizio TGR Basilicata 24-06-2011
Servizio del TGR Basilicata andato in onda venerdì 24 giugno 2011 nell'edizione delle 14.00.
Posted by In Arte on Sabato 1 ottobre 2011

Mostra documentaria "La libertà che vien sui venti"

di Sonia Gammone

Lo scorso 20 giugno presso il Museo Archeologico Provinciale di Potenza è stata inaugurata la mostra documentaria La libertà che vien sui venti. La Basilicata per l’unità d’Italia: idealità, azione politica, istituzioni (1799-1861). All’interno delle molteplici iniziative atte a celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, la mostra promossa e curata dall’Archivio di Stato di Potenza d’intesa con la Deputazione di Storia Patria per la Lucania, rappresenta un importante momento di sintesi. La direttrice dell’Archivio di Stato, Valeria Verrastro, di concerto con il coordinatore della segreteria scientifica del Comitato regionale delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Giampaolo D’Andrea, hanno diretto scientificamente le lunghe ricerche che hanno reso possibile la realizzazione di questa importantissima mostra. Dai tanti documenti esposti, emerge chiaramente quanto il sentimento unitario fosse vivo in Basilicata già prima del 1861 e quanto, le idee di libertà fossero già radicate fin dalle vicende del 1799. Nel percorso espositivo è possibile ammirare documenti di grande rilievo come ad esempio le mappe ad acquerello raffiguranti i luoghi dove avvennero di fatti criminosi o dove furono rinvenuti dei vessilli tricolore o degli scritti sediziosi. In mostra anche una coccarda tricolore allegata alle carte processuali del capo della setta antiborbonica di Genzano di Lucania, e le lettere scritte con caratteri cifrati dai patrioti lucani. Questo e molto altro sarà possibile vedere in questa mostra di grande valore storico e umano, che si restituisce attraverso le carte d’archivio, la storia di tanti giovani patrioti lucani.

sabato 18 giugno 2011

Il realismo ironico di Romano Buratti

di Francesco Mastrorizzi

Romano Buratti è nato a Cesena nel 1937 e attualmente vive a Roncofreddo (FC). Da giovane frequenta per due anni i liberi corsi dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, ma decide poi di abbandonare gli studi, con il proposito di intraprendere un proprio discorso artistico personale. Dal 1974 inizia a ricevere il consenso del pubblico e della critica, che successivamente cresce e si consolida. Da anni espone in Italia e all’estero e il suo nome figura sui più importanti cataloghi d’arte italiani. Le sue opere si trovano in numerose collezioni pubbliche e private sia nazionali che internazionali. Oltre che nella pittura, si è cimentato anche nella grafica umoristica, collaborando con giornali e riviste.
Le sue opere si contraddistinguono per il realismo e la forte carica ironica e rappresentano scene di ordinaria normalità tipiche della Romagna rurale della metà del Novecento (al bar con gli amici, a spasso in bicicletta, a guardar la luna con l’innamorata). L’arte di Buratti nasce, infatti, dai ricordi e dalle radici, dal periodo dell’infanzia vissuto in campagna, in mezzo ai contadini, a contatto con la gente umile e operosa. Esperienze che hanno lasciato in lui sentimenti vivi e profondi, che egli cerca di condividere con lo spettatore.
I suoi dipinti, che possono essere definiti quasi delle vignette su tela, hanno come protagonisti persone genuine e popolari, molte volte ritratte in situazioni divertenti o in pose bizzarre, che ci raccontano con fare giocoso la quotidianità e i piaceri più semplici, rifuggendo la fatica e la sofferenza. I loro volti caricaturali, dai lineamenti spigolosi, che accentuano i difetti, sono maschere velate di ironia, ma capaci di raggiungere anche momenti di grande intensità lirica e tenerezza, quando l’autore si concentra su scene romantiche di amore al di là del tempo e dei canoni estetici. Il linguaggio è diretto e autentico, l’atmosfera fiabesca, nonostante l’uso di blu e marroni foschi, e sempre dominata dalla magia del sorriso.

venerdì 17 giugno 2011

Sabrina Casadei. Atti di decostruzione

Comunicato stampa

Analisi silenziosa ed introspettiva di dimore famigliari e di luoghi impersonali, è il fil rouge che collega le opere di Sabrina Casadei esposte dalla Galleria Marchina. Tematiche drammatiche ed intimistiche si contrappongono ad un agire artistico violento ed estroverso.
Nelle proprie opere Sabrina Casadei compie una rilettura di dati oggettivi della realtà, rivisti tramite l’informalità del colore, dei gesti e dagli accostamenti di varie tecniche artistiche, tutto ciò genera una struggente pittura dettata da sensibili percezioni sensoriali. L’arte che ne sorge si caratterizza per una ricerca estetica minuziosa, dove stralci testuali, fotografici, pittorici si fondono evocando profondi stati emotivi, capaci di riallacciarci al silenzio e al non-tempo, ormai sconosciuti nell’attuale società.
Sabrina Casadei nasce a Roma nel 1985, nel 2004 ottiene il diploma di Liceo Classico presso il “liceo Anco Marzio” di Roma. Nel 2009 ottiene il diploma di laurea in Pittura presso l’ “Accademia di belle Arti di Roma”.
Nei suoi lavori tutto sembra in stato di abbandono e deperimento, pervaso da un’enigmatica bellezza. Relitti di navi o palazzi devastati caratterizzano paesaggi desolati dall’ atmosfera sospesa in cui, come in alcuni paesaggi urbani dei pittori metafisici, l’uomo è evocato nella sua assenza, nella sua estraneità fantasmatica. I frammenti letterari e quelli pittorici che spesso restano imprigionati sulla tela rappresentano, ben al di là di qualsiasi sforzo intertestuale o interdisciplinare, la volontà di un’opera indisciplinata, che vuole liberarsi da qualsivoglia definizione. L’immagine non è più veicolo di significati né media alcunché, ma mira ambiziosamente a farsi testimone d’una sensazione. In questa prospettiva, lo spiccato materismo delle opere rivela l’essenza residuale delle stesse: se superficialmente (sulla superficie della tela) la materia rafforza la suggestione generata dall’oggetto raffigurato, ad una seconda lettura essa diviene una traccia, un residuo per l’appunto, dell’operare artistico nel suo prodursi. Lo spettatore/fruitore è pertanto avvisato: “Honni soit qui symboles y voit”.
Dal 2010 si trasferisce come giovane artista a Berlino.

Titolo mostra: Sabrina Casadei. Atti di decostruzione
Sede: Galleria Marchina, Via Violino di Sopra 10 - 25126 Brescia
Date: 25 giugno - 7 settembre 2011
Inaugurazione: sabato 25 giugno 2011, ore 18.00
Orari: 15.00-19.00 dal lunedì al sabato, mattina su appuntamento
Info: www.galleriamarchina.com - info@galleriamarchina.com

Immagine: Sabrina Casadei, Ogni relazione muta, tecnica mista su tela, cm. 70x115, 2011

giovedì 16 giugno 2011

Modigliani e il suo tempo

Comunicato stampa

Il Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna di Pescara ospiterà, dal 6 agosto al 20 novembre 2011, la mostra dal titolo “Amedeo Modigliani e il suo tempo”. Si tratta di dipinti e disegni che permetteranno di cogliere il tratto sicuro, incisivo dell’autore, capace di delimitare la forma in modo semplice e perentorio, e di gustare l’equilibrio tra la purezza stilistica e la passionale carnalità dei personaggi.
Nei lavori di Modigliani, per molti Modì, che nel suono ricorda la parola francese “maudit”, maledetto, traspare il dramma di un uomo solitario, che ha vissuto un’esistenza breve e tormentata, che tuttavia gli ha permesso di sviluppare uno stile del tutto personale, incentrato su un unico tema: la figura umana, il ritratto. L’artista intende puntare l’attenzione sull’uomo con le sue angosce, i suoi sentimenti e le passioni. Ma le sue figure sono a tratti enigmatiche, dotate di una particolare fissità, un’ambiguità rappresentata dagli occhi a fessura che spesso troneggiano sui volti. “L’arte del disegno non deve perire, la sua fine significherebbe la fine dell’arte stessa”, così scriveva Modigliani nel 1902, per sottolineare l’importanza del disegno nella sua arte.
L’essenzialità, la leggerezza, ma anche le forme allungate, le curve dei volti e la mancanza di colore, che fa risaltare l’originalità dei segni sul foglio, sono le cifre distintive della sua produzione, come testimonia Testa scultorea (1910-11), dedicata al fratello Umberto. Questo disegno evidenzia la sua ricerca assidua per rappresentare la forza primitiva, attraverso forme stilizzate che denotano una vicinanza allo stile della Grecia arcaica. A questo stesso periodo risalgono anche le sculture dell’artista, alle quali egli si dedica per ridurre all’essenziale gli effetti cromatici. Ben presto, però, a causa della salute cagionevole, Modigliani è costretto a interrompere l’attività scultorea, per intensificare quella del disegno e quella pittorica.
Il disegno per Modigliani non è una premessa alla pittura, ma un’arte a sé stante, un’arte dell’anima, dove la figura umana è rappresentata e vive in un mondo ideale e immutato. Le parti più difficili del ritratto sono occhi, bocca, naso e orecchie, per questo egli tende a semplificarle a volte in forme geometriche, che attraggono la luce del foglio. Nei corpi c’è sempre la ricerca dello stesso tipo di linea dei volti, come testimonia Ermafrodito (1910-11), con le sue linee allungate e la sua semplicità nelle forme. Anche nella serie di nudi, che per Modigliani sono l’essenza espressiva dell’immagine, si trova la stessa composizione formale: il Nudo di donna a mani giunte (1917-18), attraverso il suo profilo sinuoso, racconta con passionalità la storia di questa figura femminile senza tempo.
Famosi sono i suoi ritratti, rappresentazioni pittoriche di persone che gli sono state vicine, che lo hanno amato e stimato. Solo in apparenza inerti, le figure esprimono un’infinita malinconia, la stessa che Modigliani stesso provava e vedeva intorno a sé. I contorni sono ben delineati, il colore puro, accompagnato da zone neutre.
L’artista ha chiuso la sua tragica esistenza nel 1920, a trentacinque anni. Poco prima di morire, ha realizzato un dipinto, il Ritratto di Lunia Czechowska, dietro al quale ha scritto: “La vita è un dono, dei pochi ai molti, di coloro che sanno e che hanno a coloro che non sanno e che non hanno”.

Titolo mostra: Modigliani e il suo tempo
Sede: Pescara, Museo Vittoria Colonna
Periodo: 6 agosto - 20 novembre 2011
Orari: 10.00-13.00 / 17.00-24.00 (fino al 15 settembre)
9.30-13.30 / 15.00-20.00 (fino al 20 novembre)
Organizzazione: Comune di Pescara - Rizziero Arte

mercoledì 15 giugno 2011

Paesaggio di un paesaggio

Comunicato stampa

Si apre domenica 3 luglio – inaugurazione alle ore 10.30 - la mostra “Paesaggio di un paesaggio” di Luca Alinari curata da Lorenzo Nannelli, che rimarrà aperta fino al 31 agosto 2011 nelle stanze della Fortezza e del Museo di Montalcino (Si).
Alinari (nato a Firenze nel 1943), è un importante pittore e scenografo con all’attivo mostre alla Biennale di Venezia, a Palazzo Reale di Milano, Villa Croce a Genova e ultima in ordine di tempo, la sua personale al Museo di arte contemporanea di Kun Shan, citta' satellite di Shanghai. Il percorso espositivo proposto a Montalcino, prevede dalle 12 alle 15 opere, tutti dipinti in acrilici e resina su tela, distribuite nei locali del Museo Raccolta Archeologica, Medievale e Moderna, via Ricasoli 31, e nei locali della celebre Fortezza trecentesca, simbolo della città. Dipinti sospesi al soffitto con dei cavetti e illuminati da varie fonti di luce, unico allestimento possibile per riuscire a far dialogare ambienti così austeri con opere di arte contemporanea.
Le sue composizioni seguono un tema caro all’artista, quello delle figure umane immerse in paesaggi immaginari. I suoi quadri sono veri e propri mondi fiabeschi dai colori vivaci e deflagranti. “Le vedute di Alinari si impossessano della realtà – spiega il curatore Lorenzo Nannelli – e coinvolgono il visitatore in un continuo confronto tra il fuori e l’intimità dell’artista in una vera e propria celebrazione del paesaggio con un richiamo insistente tra le opere esposte e le incredibili prospettive che si distendono intorno alla fortezza di Montalcino. Una sorta di mise en abîme, un gioco infinito di vedute che si inseguono e si sovrappongono facendosi l’un l’altra da contenitore, scatola incantata e senza fondo. Lontana da una pittura monumentale – aggiunge Nannelli - l’opera di Luca Alinari è nutrita di intimità e ironia, tanto da poter passare dalla tensione lirica all’improvviso sberleffo; evocazioni o meglio visioni, come una “sorta di epifania del meraviglioso narrabile” ebbe a scrivere Enrico Crispolti nel 1988”.
All’interno del Museo di Montalcino per l'intera durata della mostra, una sala sarà dedicata al lavoro del pittore fiorentino. Nel catalogo i contributi del Sindaco del Comune di Montalcino Maurizio Buffi, di Lorenzo Nannelli per una lettura dell’opera di Alinari e due racconti di Luigi Anania di cui verrà presentata una raccolta con i disegni dello stesso Alinari nel pomeriggio di domenica 3 luglio alle ore 16 nel chiostro del museo.
La mostra è promossa dal Comune di Montalcino, Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico per le province di Siena e Grosseto,Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza Archeologica per la Toscana, Arcidiocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa e Montalcino, Fondazione Musei Senesi, Comunità Montana Amiata – Val d’Orcia e la collaborazione dell’azienda agricola Ribusieri di Cinigiano (Gr). Sarà aperta fino al 31 agosto, nel Museo di Montalcino, via Ricasoli 31, tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17.50 escluso il lunedì, ingresso 4,50 intero, 3 euro ridotto, 6 euro costo cumulativo museo più Fortezza, ridotto 4,50 euro. Alla Fortezza, piazzale della Fortezza, gli orari sono dalle 9 alle 18 chiuso il lunedì, costo del biglietto 4 euro, 3 euro ridotto. Per informazioni: Ufficio Turistico del Comune di Montalcino, tel. 0577. 849331, e-mail: info@prolocomontalcino.it.

martedì 14 giugno 2011

Carlo Pizzichini. Mostra antologica

Comunicato stampa

Il Maestro Carlo Pizzichini – una delle figure più interessanti nel panorama artistico nazionale ed internazionale – si presenta, dal 17 giugno al 7 agosto, ad Arezzo nei prestigiosi locali della Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea e nella Sala Sant’Ignazio con una grande antologica che copre i suoi primi, ed intensi, trent’anni di attività artistica. La mostra, promossa dal Comune di Arezzo (che l’ha inserita nel programma dell’Assessorato alla Cultura) e realizzata con il fondamentale sostegno di Banca Etruria, cade proprio nell’anno della “discussa” Biennale d’Arte di Venezia – diffusa in ogni regione italiana, con rassegne nei capoluoghi – e rammenta il grande successo di pubblico e di critica ottenuto da un’altra esposizione di opere scelte (quella organizzata a Finalborgo, nel settembre-ottobre dell’anno passato) dell’artista Pizzichini.
La presenza di Carlo Pizzichini ad Arezzo si identifica con una serie di opere realizzate per alcuni committenti pubblici e privati, sparse in differenti luoghi della città. Inoltre, il rapporto ventennale che l’artista senese ha instaurato con Banca Etruria – istituzione da sempre attenta e sensibile, che fa anche dell’arte, e dell’arte contemporanea in particolar modo, un suo fiore all’occhiello – sottolinea l’alta professionalità, la disponibilità, la facilità di adattamento alle problematiche estetiche e la coerenza di stile che il pittore ha sempre dimostrato fin dai primi, giovanili lavori.
La realizzazione del grande murale d’ingresso nell’agenzia di Banca Etruria di Siena Centro (1987), quando l’artista era allora venticinquenne, è stato l’inizio di una lunga e fattiva collaborazione che si è concretizzata nella elegante “Porta” scorrevole della Sala Garibaldi (1994) e nell’installazione del dipinto di grandi dimensioni, impreziosito da terrecotte ingobbiate, della Sala Conferenze, entrambi nella Sede Centrale di Corso Italia ad Arezzo. In seguito, ha eseguito due grandi pannelli (ciascuno di ben 12 metri) nella Sede Operativa di Via Calamandrei, corredata così da un “concetto cromatico” per l’angolo caffetteria. L’arte di Pizzichini è entrata poi in numerose case degli aretini, e non solo, nel dicembre 2009, quando all’artista venne commissionato il calendario ufficiale di Banca Etruria per l’anno 2010 – dal titolo “Cieli d’Italia” – , che, con le interpretazioni “coloristiche” delle maggiori città del Bel Paese, ha trovato ampia risonanza tra clienti, pubblico di ammiratori e gente comune.
Da ricordare che in due appartamenti privati nel centro di Arezzo, Pizzichini ha inoltre realizzato per i rispettivi committenti, dei grandi pannelli in concerto con gli spazi e con l’idea degli architetti che li hanno progettati. Tramite preavviso è possibile visitare questi importanti interventi pittorici, così come quelli eseguiti negli ambienti di Banca Etruria.
La mostra che ora si inaugura può essere, quindi, considerata un prosieguo di un ambizioso progetto iniziato anni fa e che ora si pregia di una degna presentazione dei risultati di Pizzichini nei loro vari aspetti.
Siamo di fronte alla valorizzazione del lavoro di un artista ancor giovane, ma che in trent’anni ha lavorato di gran lena, sempre in maniera schietta e con motivazione, riuscendo a spaziare tra pittura, interventi e installazioni, ceramiche, bronzi, disegni. Lo testimonia il monumentale volume monografico, di oltre settecento pagine, recentemente edito da Edizioni Cantagalli e che verrà presentato nell’occasione: le pagine introduttive sono affidate alla competenza di Riccardo Zelatore, il tutto, poi, è arricchito da testimonianze di Enrico Crispolti, Ruggero Savinio ed altri illustri esponenti del mondo dell’arte contemporanea e della critica.
Un modo per ripercorrere il “divenire” creativo di Carlo Pizzichini: dai primi disegni dell’infanzia, agli studi scolastici, passando per le scoperte innovative dei tempi dell’Accademia, fino a raggiungere quella tenacia che gli consente di insistere su un linguaggio libero e personale, ma allo stesso tempo attento agli eventi e capace, se stimolato con motivazioni profonde, di rinnovarsi sempre.
Non solo, ma i visitatori potranno inoltre capire, nel percorso della mostra, tutti quei passaggi dell’itinerario pittorico di Pizzichini che costituiscono l’esperienza di un artista innamorato della vita e del “fare”, mosso da quella onestà creativa, che, solo chi è consapevole dello stupore che ancora l’Arte sa dare, è capace di restituirci in opere.

lunedì 13 giugno 2011

Sembianze. La fotografia tra realtà e finzione

Comunicato stampa

La realtà e la sua metamorfosi bidimensionale sono l’oggetto di indagine di questa rassegna fotografica che, organizzata dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea della Repubblica di San Marino, si svolgerà presso il Museo San Francesco dal 16 luglio al 2 ottobre. Un appuntamento importante per mostrare uno dei temi cardine attorno al quale orbita tutta la fotografia, ma anche un’occasione preziosa per la presenza di uno studioso della materia come Italo Zannier che, insieme a Roberto Maggiori, cura questo evento.
Entrando nello specifico, il tema della collettiva è quello del medium fotografico inteso come strumento in bilico tra verità e finzione, un meccanismo ambiguo in cui riproduzione e rappresentazione si intrecciano a formare un legame difficilmente districabile. La rassegna coinvolge artisti che in maniera esemplare hanno affrontato questo tema – occasionalmente o più assiduamente – realizzando lavori che si sono rivelati emblematici. Cinquanta tra autori storicizzati, contemporanei e anonimi che hanno riflettuto e riflettono sulla traduzione bidimensionale della “realtà” messa in atto dalla fotografia, in un periodo che va dalla sua nascita fino ai giorni nostri.
L’intento non è tuttavia prettamente storico e la mostra non vuole considerarsi enciclopedica. Si tratta piuttosto di un percorso aneddotico cadenzato da immagini particolarmente rappresentative delle potenzialità che lo strumento fotografico offre per manipolare verosimilmente la realtà, a prescindere dal fotomontaggio o dal ricorso al photoshop, come testimoniano efficacemente il novanta per cento delle opere in mostra.
Del resto la fotografia è sempre definibile come qualcosa di mai completamente reale, né esclusivamente immaginario, ed è proprio dalla commistione di queste due dimensioni che scaturisce l’interesse e il fascino per questa “meravigliosa invenzione”.

Titolo: Sembianze. La fotografia tra realtà e finzione
Sede: Museo San Francesco, Via Basilicius, San Marino
Vernice: sabato 16 luglio, ore 18.00
Date: 16 luglio - 2 ottobre 2011
Orari: dal 16 luglio al 17 settembre, tutti i giorni 8.00 – 20.00
dal 18 settembre al 2 ottobre, tutti i giorni 9.00 -17.00
Ingresso: Libero
Autori in mostra: Vasco Ascolini, Olivo Barbieri, Giorgio Barrera, Gianantonio Battistella, Gianni Berengo Gardin, Roberto Bossaglia, Piergiorgio Branzi, Cesare Colombo, Cuoghi Corsello, Mario Cresci, Mario De Biasi, César Domela, Franco Fontana, Maurizio Galimberti, Andrea Galvani, Marcello Galvani, Cesare Gerolimetto, Luigi Ghirri, Paolo Gioli, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Giorgio Lotti, Federico Maddalozzo, Pietro Melecchi, Nino Migliori, Paolo Monti, Ugo Mulas, Paul Nadar, Carlo Naya, Luca Maria Patella, Antonio Pauletta, Roberto Salbitani, Paolo Salvarani, Fabio Sandri, Mario Sillani Djerrahian, Nicola Smerilli, Alessandra Spranzi, Pio Tarantini, George Tatge, Davide Tranchina, Paolo Ventura, Giovanni Zaffagnini, Italo Zannier, Giovanni Ziliani e alcuni autori anonimi provenienti dalla collezione Zannier.
Catalogo: Editrice Quinlan, con testi di Italo Zannier e Roberto Maggiori

sabato 11 giugno 2011

Marcaurelio Iacolino. Ki-in

La rivista “In Arte Multiversi” ospiterà presso la propria sede di Potenza, in Largo Pisacane 15, la mostra personale dell’artista campano Marcaurelio Iacolino dal titolo “Ki-in”. L’inaugurazione avverrà sabato 18 giugno a partire dalle ore 18.30 e vedrà la presenza dell’artista. L’esposizione sarà visitabile fino a domenica 17 luglio, tutti i giorni negli orari dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22.
Autodidatta e quindi non condizionato dai consueti percorsi formativi, Marcaurelio Iacolino è libero da qualsiasi sovrastruttura, sia stilistica che tecnica. La sua arte è totalmente soggettiva, influenzata soltanto dalle proprie emozioni e dalle sensazioni del vissuto, tra le quali anche quelle legate alla memoria, rivelatrici nello spettatore di momenti e sentimenti dimenticati. Il suo linguaggio visivo è autonomo e tende a personalizzare la rappresentazione del mondo oggettivo.
Con il progredire della sua arte, Iacolino è approdato all’uso della spatola, mai più abbandonata, che gli permette di applicare sulla tela colori densi strato su strato, fino a coprirne la superficie. Egli sceglie perlopiù formati medio-grandi per le sue opere, in modo tale che la tela riesca a contenere l’irruenza delle spatolate e l’impetuosità dei colori, tra cui dominante è l’oro. I soggetti dei suoi dipinti, quasi sempre appartenenti al mondo della natura, rivelano la forte influenza degli impressionisti e di Van Gogh.
“In Arte” presenta l’ultima produzione dell’artista avellinese, dedicata al mondo giapponese e raccolta sotto il nome Ki-in. Tale produzione è frutto di un intenso studio dell’arte nipponica, che ha permesso a Iacolino di apprenderne le tecniche interiorizzanti. La pittura giapponese esige, infatti, una grande preparazione dell’artista, non soltanto dal punto di vista tecnico, ma anche spirituale. È necessaria una meditazione che consenta l’assimilazione dell’oggetto da rappresentare, quasi a compenetrarsi in esso al punto tale di pensarlo proprio. Questo perché per i giapponesi un’opera d’arte è completa soltanto se possiede il “ki-in”, vale a dire la “nobiltà interiore”.

Titolo mostra: Marcaurelio Iacolino. Ki-in
Sede: Redazione “In Arte Multiversi”, Largo Carlo Pisacane 15, Potenza
Periodo: 18 giugno - 17 luglio 2011
Inaugurazione: 18 giugno 2011, ore 18.30
Orari: tutti i giorni ore 10.00-13.00, 17.00-22.00
Ingresso: libero

venerdì 10 giugno 2011

Festival Seicentonovecento

Comunicato stampa

Che legame c’è tra la musica seicentesca e la ricerca farmacologica? Senza dubbio aiutano a vivere meglio. Ma grazie al rapporto maturato tra l’associazione Ensemble ‘900 e la Fondazione Negri Sud Onlus di Santa Maria Imbaro, da tre anni c’è di più: una collaborazione che coinvolge attivamente anche il pubblico dei concerti di musica antica promossi nell’ambito del Festival internazionale di musica antica “Seicentonovecento”. I diciassette appuntamenti con la 13esima edizione del Festival saranno occasione di raccolta fondi per la borsa di studio di un ricercatore scientifico della Fondazione. Dal 30 luglio al 28 agosto i borghi e i centri storici delle quattro province ospiteranno nei loro luoghi più suggestivi, musicisti professionisti provenienti dall’Italia e dall’Europa.
In occasione della conferenza stampa, alla quale hanno preso parte il presidente di Ensemble '900 Pierluigi Mencattini e la Segretaria della Fondazione Negri Sud Onlus, il vice presidente della Provincia di Pescara Fabrizio Rapposelli, ricordando che il il festival si fregia di quattro onoreficenze della Presidenza della Repubblica, ha messo in risalto che la manifestazione racchiude in sé «grande musica, altissima cultura e un aspetto sociale che non va sottovalutato», considerata la finalità di sostegno alla Fondazione Negri Sud Onlus.
Anche quest’anno l’apertura del Festival avverrà a Vasto, dove a Palazzo D’Avalos il 30 luglio l’ensemble teatina Fairy Consort proporrà un programma basato sulla Chanson Parisienne nella performance “La Chanson du Roi”. Si resterà nella provincia di Chieti con i concerti nella Cantina Tollo (31 luglio, “La canzone napoletana” con l’ensemble “Le musiche da camera”) e nella chiesa di S. Chiara a Chieti (2 agosto, con il duo violino barocco e organo Coluccio-Bougat). Si passerà poi nelle province di Teramo, con l’appuntamento di Castiglione Messer Raimondo (Te) (9 agosto, chiesa di S. Donato, cantate d’amore del Barocco italiano con il soprano Danila Aita e il cembalista Valentino Ermacora) e di L’Aquila, ad Ortona dei Marsi (Aq) (10 agosto, chiesa di S. Giovanni Battista, con il Barocco europeo raccontato da Roland Muhr, organista della cattedrale di Monaco, e dal soprano Susanne Winter). L’ensemble Labirinto Armonico, branca seicentesca dell’associazione Ensemble ‘900, proporrà brani di Antonio Vivaldi, Telemann, Schmelzer e Fasch nelle date di Pineto (Te) (13 agosto, Chiesa di S. Agnese), Atessa (Ch) (14 agosto, chiesa di S. Leucio), Palena (Aq) (15 agosto, chiesa Madonna del Rosario), Pescara (16 agosto, chiesa Cristo Re), a Rocca di Mezzo (Aq) (17 agosto, oratorio) e a Luco dei Marsi (Aq) (18 agosto, chiesa di S. Giovanni Battista). L’ensemble L’Usignolo proporrà “La serva padrona” di Giovanni Battista Pergolesi il 19 agosto presso l’incantevole cornice della chiesa del castello di Roccascalegna (Ch), e il 20 nella chiesa Sacro cuore a Piano d’Orta di Bolognano (Pe). Bach, Biber e Vivaldi saranno i protagonisti del programma dei solisti della Cappella altoliventina il 26 agosto nella villa comunale di Roseto (Te). L’ensemble Labirinto armonico chiuderà la rassegna il 27 agosto nella chiesa di S. Lucia a Magliano dei Marsi (Aq), con la prima esecuzione assoluta di brani commissionati dai D'Avalos in Abruzzo, e il 28 nella chiesa dei Ss. Damiano e Valentino a San Valentino in Abruzzo Citeriore (Pe).
Tutti i concerti inizieranno alle 21.15 e prevedono un ingresso simbolico di 1 euro, che sarà devoluto alla Fondazione Negri Sud Onlus di Santa Maria Imbaro (Ch). In caso di sottoscrizione di abbonamento (15 €) sarà dato in omaggio anche il cd di inediti dei compositori seicenteschi abruzzesi Michele Mascitti, Pietro Marchitelli e Carlo Cotumacci, tutti e tre di Villa Santa Maria, e di Giuseppe Corsi, di Celano, da pochi mesi raccolti in un disco registrato lo scorso ottobre a Lanciano per la collana “Tesori musicali abruzzesi”. Il cd sarà messo in vendita anche in occasione dei concerti, al prezzo di 10 €.

giovedì 9 giugno 2011

Primavera d’Arte ai Monti

Comunicato stampa

Venerdì 10 giugno 2011 alle ore 18.30 presso lo Studio d’Arte Sant’Agata, in via Sant’Agata dei Goti 27 a Roma si inaugura la manifestazione dal titolo Primavera d’Arte ai Monti, rassegna artistica alla quale partecipano i seguenti artisti:
Andreozzi Delano, Baldieri Vittoria, Banzato Roberto, Bernabei Santina, Biffi Angiola, Camilli Elisa, Caputo Maria Luisa, Cassone Cesare, Cavalieri Marco, Chiavetta Cinzia, De Angelis Elisabetta, De Simone Gianluca, Gravina Rita, Marino Anna, Nania Giovanna, Nicoli Vanessa, Pellorca Ida, Segura Pilar, Sposito Viviana, Telesca Antonio.
Una rappresentativa artistica di tutto rispetto che presenta, per l’occasione artisti di grande qualità provenienti da varie parti d’Italia con una rappresentativa proveniente dalla città di Barcellona, dalla Puglia, dalla Basilicata e quant’altro.
La manifestazione si configura come uno degli appuntamenti di rito dello Studio d’Arte Sant’Agata che, da qualche stagione, saluta la venuta della primavera con rassegne d’arte sempre di qualità nello stile consueto dell’organizzazione dello stesso Studio d’Arte Sant’Agata.
In questa particolare serata è prevista la presenza di autorità del mondo della cultura e dell’arte rappresentate da d.ssa Mara Ferloni, giornalista critico d’arte, prof. Giuseppe Giannantonio, critico d’arte, dott. Paolo Masini, consigliere comunale della città di Roma, d.ssa Gabriella Cetorelli, Ministero Beni e Attività Culturali - Roma, prof.ssa Maria Luisa Caputo, pittrice, scrittrice, poetessa.
La serata inaugurale sarà condotta dal direttore artistico prof. Alfredo Borghini con la collaborazione del direttore di galleria m° Francesco Acca, al termine sarà offerto un drink a tutti gli intervenuti.
Tutta la manifestazione, perciò, si configura come un evento particolare in questo periodo di inizio della grande estate romana, ormai nota in tutto il mondo per la qualità e la quantità di interventi diretti ai romani ed al grande numero di visitatori della capitale. Perciò siamo lieti di invitare tutti i lettori a visitare dal 10 al 17 giugno 2011 questa bellissima mostra.
La galleria rimarrà aperta tutti i giorni, esclusi i festivi, dalle ore 16.30 alle 20.30. Tutto lo staff dello Studio d’Arte Sant’Agata e gli artisti espositori vi aspettano per vivere insieme un momento diverso nel mondo dell’arte.

mercoledì 8 giugno 2011

Arte a tutto tondo

Comunicato stampa

L’ 11 giugno 2011 al Castello di Policoro (MT), nella sala mostre alle ore 18.00 si inaugurerà la mostra permanente di pittura e scultura contemporanea “Arte a tutto tondo”, a cura dell’arch. Paola Padula. Sono 22 gli artisti che collaborano all’esposizione con le loro opere, contribuendo ad ampliare lo sguardo su un’arte che si sviluppa e cambia nel contemporaneo.
Come avveniva nelle antiche corti, dove i più rappresentativi artisti europei erano invitati ad allietare, o esaltare, con i loro lavori, i cortigiani, così oggi, nel Castello di Policoro, artisti provenienti da varie regioni italiane presentano le loro opere in una mostra collettiva.
Tuttavia, mentre nel passato, l’opera dell’artista, bisognoso di sostentamento, era strettamente vincolata alle esigenze e alle idee del committente – competente o meno che fosse – oggi la libertà di espressione dell’artista è totale.
La mostra collettiva “Arte a tutto tondo” nasce proprio da questa fondamentale concezione del valore assoluto della libera espressione artistica, nella convinzione che il vero artista sia colui che ha piena consapevolezza di sé e del valore delle proprie opere, pura espressione del proprio essere, al di là di ogni giudizio o apprezzamento esterno.

Gli artisti che espongono sono:
Abram Silvana (Schio - Vicenza)
Accarrino Matteo (S. Alberto - Ravenna)
Amadio Vittorio (Castel di Lama - Ascoli Piceno)
Archis Pietro (Laives - Bolzano)
Barbagallo Orazio (Mezzago - Milano)
Berardi Rosetta (Ravenna)
Blandino Giovanni (Milano)
Bosich Giuseppe (Ghilarza - Oristano)
Bravi Onorio (San Zaccaria - Ravenna)
Craia Silvio (Macerata)
Galletta Valentina (Pieve Emanuele - Milano)
Locci Normanno (Traun - AUSTRIA)
Malvaso Vita (Matera)
Masciarelli Clodoveo (Pescara)
Miglietta Vincenzo (Novoli - Lecce)
Nittolo Felice (Ravenna)
Orioli Giulio (Nova Siri - Matera)
Palazzo Franco (Ravenna)
Salti Stefania (Ravenna)
Serra Margherita (Brescia)
Sebaste Salvatore (Bernalda - Matera)
Toscano Antonio (Campi Salentina - Lecce)

“Arte a tutto tondo” è organizzata dall’Associazione culturale “Arte al Castello” con il patrocinio del Comune di Policoro – Assessorato alla Cultura.
Dall’ 11 giugno 2011 alle ore 18.00 la mostra sarà aperta tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle 17.00 alle 20.30. INGRESSO LIBERO

martedì 7 giugno 2011

La Madonna di Monteforte di Abriola

di Sonia Gammone

Dalle pendici dell’omonimo monte, il Santuario della Madonna di Monteforte, domina sul paese di Abriola (PZ) e rappresenta anche visivamente un importante simbolo molto caro a tutti i cittadini. Ubicato a 1316 m di altitudine, il santuario si erge grazie ad un insieme di vani aggregati in diverse epoche. Il nucleo primitivo del santuario è individuabile nel vano absidato e coperto a botte inglobato negli edifici cinquecenteschi, dove si conserva un grande affresco, raffigurante la Deésis, databile a cavallo dei secoli XII-XIII. Sul dipinto si evidenzia la scritta «EGO SUM LUX MUNDI. QUI SEQUITUR ME NON AMBULABIT IN TENEBRIS». La datazione di questa fase, avendo come riferimento l’affresco e la tipologia ad aula unica, è ascrivibile ai secoli XII-XIII. Lo sviluppo del culto mariano determina successivi ampliamenti dell’edificio culminanti nella realizzazione di un ampio vano quadrato, che precede il nucleo medievale, e nella modifica dell’orientamento della chiesa. L’intervento è databile al 1524 ed è opera del maestro Nicola Angelo Nigro così come attesta l’iscrizione conservata sulla parete dell’attuale ingresso. Grazie alle datazioni apposte sui dipinti è possibile conoscere i tempi dell’apparato decorativo affrescato tra il 1592 e il 1612.
Di fronte all’attuale entrata compare un affresco raffigurante la Vergine con il Bambino tra Santi: due angeli alati le sorreggono la corona del capo. La scena è delimitata da colonne dipinte a fogliame molto fitto, mentre un cornicione arabescato corre lungo tutta la parete. L’affresco, per molto tempo attribuito alla bottega di Giovanni Todisco, è stato recentemente riferito a Girolamo Todisco, grazie ad un’iscrizione parzialmente leggibile che si trova al di sotto di esso. Gli altri affreschi presenti sulle pareti, con più certezza attribuiti a Giovanni, raffigurano scene della vita di Maria: L’Annunciazione, Nozze di Giuseppe e Maria, Presentazione di Maria al Tempio e Crocifissione. Al vano della chiesa medievale sono adiacenti piccoli ambienti realizzati a partire dal secolo XVI che inglobano l’intero santuario, il quale è costruito all’interno di un vasto spiazzo interamente recintato da una muratura. L’oggetto di culto venerato dai fedeli è la scultura lignea che raffigura la Madonna, di ignote maestranze meridionali, in posizione rigidamente frontale è seduta su un trono decorato da sei teste alate di cherubini, una mano è tesa in avanti e l’altra regge il Bambino sulle ginocchia. La scultura ha subito molti rimaneggiamenti che ne rendono difficile la datazione precisa; tuttavia diversi elementi fanno propendere per la fine del XV secolo. Elemento fondamentale per la religiosità e la tradizione di tutta la comunità, questo è uno dei Santuari Mariani più importanti della regione.

I battaglisti - La pittura di battaglia dal XVI al XVIII secolo

Comunicato stampa

Dal 16 giugno Villa d’Este a Tivoli ospita la mostra I battaglisti - La pittura di battaglia dal XVI al XVIII secolo, aperta al pubblico fino al 30 ottobre 2011. Promossa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, la mostra con il relativo catalogo, organizzata dalla De Luca Editori d’Arte, è curata da Giancarlo Sestieri, studioso che da anni si dedica alla ricerca sulla tematica dei pittori di battaglia.
L’esposizione, che sarà inaugurata il 15 maggio alle ore 18,30 alla presenza del Direttore Regionale Federica Galloni, del Soprintendente Maria Costanza Pierdominici e del Direttore di Villa d’Este Marina Cogotti, si propone di ripercorrere, attraverso 60 opere realizzate dai maggiori artisti del genere, la tematica dei soggetti “bellici”, che si andò affermando in Italia a partire dagli anni ’30 del XVII secolo.
La pittura di battaglia fu un genere amato e richiesto soprattutto dai committenti privati, dalle grandi famiglie aristocratiche, come i Medici a Firenze e gli Estensi a Parma. Uno dei punti di riferimento per i pittori che si cimentarono in questo tipo di rappresentazione fu l’affresco commissionato al Cavalier d’Arpino nel 1600 per il Palazzo dei Conservatori a Roma e terminato l’anno seguente, raffigurante la Battaglia dei Romani sotto il Re Tullio Ostilio, contro Veienti e Fidenati. Ma anche lo stesso Raffaello Sanzio, con i suoi allievi, fu di esempio ai tanti artisti che si dedicarono alla rappresentazione di battaglie; i suoi cartoni della Battaglia di Ponte Milvio (realizzata poi da Giulio Romano) furono ripresi e copiati da molti artisti. Tanti i grandi maestri del passato che si cimentarono disegnando e realizzando dipinti e affreschi raffiguranti scene belliche, tra questi citiamo: Leonardo, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Tiziano e Antonio Tempesta, del quale è in mostra un’opera su rame Goffredo di Buglione medicato da un angelo tratta da un episodio della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso.
Nelle splendide stanze di Villa d’Este si potranno ammirare le opere realizzate da alcuni dei maggiori protagonisti di questa particolare “corrente” tematica: Vincent Adriaenssen, detto il Manciola in quanto aveva perso la mano destra, che decorò alcuni dei palazzi più prestigiosi della nobiltà romana, tra i quli Borghese, Altemps, Doria Pamphilj e Colonna. E ancora sarà esposta una Battaglia dinanzi a un paese su un colle un’opera di Michelangelo Cerquozzi, considerato uno dei massimi esponenti di questa corrente, soprannominato il Michelangelo delle Battaglie; Aniello Falcone, indiscusso caposcuola dei battaglisti napoletani e particolarmente attivo nel Seicento, è presente in mostra con due opere, una Battaglia fra Cristiano e Turchi e San Michele interviene all’assedio di Siponti da parte degli Eruli di Odoacre, scena di un accampamento tratta da un episodio storico; Jacques Courtois, detto il Borgognone, uno dei massimi protagonisti del filone, è presente in mostra con quattro dipinti, nel suo Scontro di cavallerie con torrione sulla sinistra, emerge tutta la sua capacità di coinvolgere lo spettatore.
Francesco Monti, conosciuto con l’appellativo di Brescianino e maestro di Ilario Spolverini, che a Villa d’Este è rappresentato da una vivace Battaglia fra Cristiani e Turchi, noto artista di battaglie nell’Italia Centro settentrionale, in particolare per i Farnese, e attivo per ben oltre un trentennio, è presente in mostra con tre dipinti. A Venezia si distinse Francesco Antonio Simonini che, dopo aver lavorato a Parma, Roma, Firenze e Bologna, realizzò a Venezia la maggior parte dei suoi lavori. In mostra una particolare Battaglia con Arlecchino che si distingue da tutte le altre opere per la singolare presenza di un arlecchino intento ad osservare dall’alto la scena di “battaglia”.
La mostra rappresenta un excursus completo sulla storia di questa tematica; uno sguardo che, attraverso le opere dei suoi maggiori interpreti, ci offre una panoramica su un filone ancora poco conosciuto, dalla sua nascita al momento di massima diffusione.

Titolo mostra: I battaglisti - La pittura di battaglia dal XVI al XVIII secolo
Sede: Villa D’Este, Tivoli (RM)
Date: 16 giugno - 30 ottobre 2011
Inaugurazione: 15 giugno 2011, ore 18.30
Realizzazione: De Luca Editori d’Arte
Curatore: Giancarlo Sestieri
Orario: Dal martedì alla domenica ore 8.30 fino ad 1 ora prima della chiusura del monumento. Lunedì chiuso.

Immagine: Michelangelo Cerquozzi,
Battaglia dinanzi a un paese su un colle, olio su tela, cm. 73x135, Roma, Galleria F.M. Megna.

lunedì 6 giugno 2011

Acquedotti Romani

Comunicato stampa

Dal 7 luglio al 6 novembre 2011 Cinecittàdue Arte Contemporanea presenta “Acquedotti Romani”, mostra dedicata a questo particolare manufatto architettonico che segna l’orizzonte con il suo inconfondibile profilo e costituisce una presenza che, più di ogni altro elemento urbano e architettonico, identifica non solo la Campagna Romana, ma anche gli insediamenti moderni e contemporanei della periferia a sud est della Capitale, come Cinecittà e il quartiere Tuscolano. Questi spettacolari ruderi, che si perdono nella lontananza come un'eco, alternando il pieno al vuoto, costituiscono tracce territoriali continue che pervengono alla scala geografica conferendo ad essa una dimensione eroica.
“Pensare una mostra sugli acquedotti romani – scrive l’ideatore e curatore della mostra Franco Purini – significa leggere, attraverso la loro capacità di costruire il paesaggio oltre la loro essenza tettonica e architettonica, la città di oggi nelle sue contraddizioni, nei suoi aspetti stabili e mutevoli, nella sua singolarità. Assieme a una pluralità di ambiti relativi alla città gli acquedotti romani suggeriscono una ulteriore sfera di contenuti che comprende i temi del frammento, della vastità, del tempo, dell’acqua, una risorsa che sta divenendo sempre più rara e preziosa, oggetto in questi ultimi anni di complesse strategie globali.”
Un tema suggestivo che in mostra sarà affrontato con le opere degli architetti Alessandro Anselmi, Santiago Calatrava, Pietro Derossi, Cherubino Gambardella, Ma0, Alessandro Mendini, Paolo Portoghesi, Franco Purini, Joseph Rykwert, Toso-Giannetti; degli artisti Andrea Aquilanti, Paolo Canevari, Gianni Dessì, Stefano Di Stasio, Lino Frongia, Mimmo Paladino, Alfredo Pirri, Ascanio Renda, Luigi Serafini, Marco Tirelli; dei fotografi Marco Anelli, Gabriele Basilico, Sandro Becchetti, Alessandro Natale, Francesco Zizola e degli scrittori e poeti Antonella Anedda, Claudio Damiani, Marco Lodoli, Valerio Magrelli, Aurelio Picca. Protagonista della mostra anche la musica composta appositamente per l’occasione da Giorgio Battistelli.
Le opere degli artisti coinvolti dovrebbero consentire di vedere nel passato, nel presente ma soprattutto nel futuro di questi straordinari manufatti che sono gli acquedotti romani, nelle diverse ottiche dell’architettura, della pittura e della scultura, della video arte, della musica, della letteratura e della fotografia. Oltre le opere degli artisti, degli architetti e dei fotografi, in mostra sarà proiettato un video in cui i cinque poeti leggeranno i loro versi.
La mostra è allestita nello spazio espositivo Cinecittàdue Arte Contemporanea situato nell’omonimo shopping mall, unico centro commerciale in Europa a contenere uno Spazio Espositivo permanente, e che sorge vicino ad alcuni tra i più celebri acquedotti.
La mostra è accompagnata da due pubblicazioni:
il catalogo della mostra “Acquedotti Romani” a cura di Franco Purini, Gangemi Editore, con testi di Ilaria Giannetti, Daniela Lancioni, Francesco Moschini, Fulco Pratesi, Franco Purini, Gianfranco Toso, Alessandro Viscogliosi e Andrea Lucariello Zattera.
il libro “Acquedotti Romani - I Poeti”, Gangemi Editore, con poesie di Antonella Anedda, Claudio Damiani, Marco Lodoli, Valerio Magrelli e Aurelio Picca.

Titolo mostra: Acquedotti Romani
Sede: Cinecittàdue Arte Contemporanea
Centro Commerciale Cinecittàdue
Viale Palmiro Togliatti 2, 00173 Roma
Durata mostra: dal 7 luglio al 6 novembre 2011
Presentazione stampa e inaugurazione: giovedì 7 luglio 2011, ore 11.30
Curatori: Franco Purini con Bruna Marchini e Alberto Becchetti
Coordinamento: Ilaria Giannetti, Gianfranco Toso
Orario: dal lunedì alla domenica, dalle ore 11.00 alle ore 19.30
La mostra rimarrà chiusa: domenica 14 e 21 agosto, lunedì 15 agosto
Ingresso: libero

Immagine: Marco Anelli, Aquagium, 2011, stampa ai pigmenti su carta cotone, cm. 90x120, edizione limitata di 1/5, fotografia di Marco Anelli (© 2011)

giovedì 2 giugno 2011

Le donne in sospeso di Giuliano Trombini

di Francesco Mastrorizzi

Nato nel 1953 a Tresigallo (FE), dove vive e lavora ancora oggi, Giuliano Trombini inizia la sua carriera artistica principalmente come cartellonista e grafico pubblicitario. Ma la sua passione per la pittura prende presto il sopravvento, tanto da diventare la sua attività esclusiva a partire dalla metà degli anni ’70. Dopo varie ricerche tra il surrealismo e il simbolismo, a metà degli anni ‘80 dà inizio al ciclo "Il Carnevale di Venezia", per proseguire negli anni ‘90 con il ciclo "Omaggio a Modigliani" e con le "Figure dell'attesa”, appartenenti al periodo più recente.
La sua attività artistica ha sempre trovato una favorevole accoglienza tanto in Italia quanto all’estero. Numerosi gli inviti ricevuti per importanti esposizioni collettive nazionali ed internazionali, ma svariate sono anche le sue mostre personali nelle principali gallerie italiane. Le sue opere sono state scelte per illustrare libri e romanzi e si trovano in collezioni pubbliche e private.
Negli ultimi anni molta fama gli è derivata dalle “Figure dell'attesa”, protagoniste principali dei suoi dipinti. Si tratta quasi sempre di figure femminili, che l’artista coglie negli interni dei bar o lungo le vie di città e periferie, in una varietà di situazioni unificate da un’atmosfera malinconica, che incombe su scene di apparente quotidiana normalità. Queste creature esprimono nelle pose e negli atteggiamenti uno stato di perenne insoddisfazione, di profonda amarezza. Sembrano interrogarsi sul disagio della loro condizione esistenziale, mentre il senso dell'isolamento incombe su di loro.
Oltre a malinconia e solitudine, derivate forse da una mancanza di amore, nelle opere di Trombini lo spettatore percepisce anche attesa e sospensione, come se i personaggi fossero stati catturati il momento prima della risoluzione, di quell’evento che cambierà la scena e forse anche lo stato d’animo delle figure rappresentate.

mercoledì 1 giugno 2011

Guttuso e gli amici di Corrente

Comunicato stampa

Da venerdì 1 luglio – vernissage alle ore 18 – fino all’11 settembre le sale del Palazzo Mediceo di Seravezza, in Versilia (Lucca), via del Palazzo 358, ospitano la mostra “Guttuso e gli amici di Corrente”, curata da Enrico Dei e organizzata dalla Fondazione Terre Medicee e Comune di Seravezza.
Il percorso espositivo prevede oltre 70 opere. Tra queste dipinti e lavori grafici di Renato Guttuso, alcuni delle quali verranno riproposti all’attenzione del pubblico e della critica dopo anni di oblio, che abbracciano l’intero viatico artistico di Guttuso: un arco produttivo che va da gli anni Trenta ai Settanta. A completamento dell’evento, per meglio comprendere i rapporti e le tematiche culturali, politiche ed anche sociali, che hanno visto coinvolto l’artista nel suo lungo e infaticabile percorso, una parte cospicua della mostra è dedicata ai suoi amici più cari, appunto, quelli del gruppo di “Corrente” (Treccani, Birolli, Sassu, Migneco, Morlotti, tra gli altri) con i quali Guttuso aveva instaurato un sodalizio fortissimo.
L’esposizione prevede un ricco catalogo con tutte le opere illustrate e schedate a fronte di impegnativi testi critici che analizzeranno il percorso dell’artista nell’arco di mezzo secolo evidenziandone il ruolo di straordinario testimone del nostro tempo, in grado di rappresentare con le sue opere la complessità della condizione umana con le sue sofferenze, i suoi miti, le sue passioni.

Titolo mostra: Guttuso e gli amici di Corrente
A cura di: Enrico Dei
Sede: Palazzo Mediceo, Seravezza (LU)
Date: 1 luglio - 11 settembre 2011
Inaugurazione: venerdì 1 luglio 2011, ore 18.00
Apertura: tutti i giorni, dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 17.30 alle 24.00
Ingresso: euro 5, ridotto euro 3
Catalogo: Pacini Editore
Info: www.terremedicee.it, tel. 0584.757443, e-mail: info@terremedicee.it